AFFARI DI COTTONE - CHE RUOLO AVRANNO AVUTO NELLA ROTTURA CON VALERIA MARINI I DEBITI CON LA BANCA DI LEGNANO CONTRATTI DAL SUO ORMAI EX MARITO E GIGI D'ALESSIO? - IL LEGALE DI COTTONE A DAGOSPIA: "ACCORDO VICINO CON LA BANCA SULL'ESPOSIZIONE DA 30 MILIONI"

Carlotta Scozzari per Dagospia

Che cosa ci sarà mai alla base del divorzio tra la soubrette Valeria Marini e Giovanni Cottone, che erano convolati a giuste e sfarzosissime nozze il 5 maggio del 2013, nemmeno un anno fa? Ovviamente è impossibile individuare le reali motivazioni della rottura. Ma sicuramente non devono avere contribuito all'armonia della coppia le vicende finanziarie legate alla Banca di Legnano (gruppo Banca Popolare di Milano) che hanno riguardato sia Cottone sia il cantante Gigi D'Alessio, il quale fu tra l'altro testimone dell'imprenditore nato a Palermo nel 1957.

"Non dirgli mai", cantava l'artista napoletano nel 2000. E forse davvero D'Alessio aveva sperato che di questa storia, che riguarda i suoi affari con Cottone e per la precisione i debiti contratti con l'istituto di credito lombardo, non uscisse nulla. Ma non è stato così. La faccenda era emersa già nell'autunno del 2012, quando "Finanza & Mercati" (Editori Perlafinanza) aveva riferito di una ispezione della Banca d'Italia sul "rischio di credito" della Legnano che aveva messo nel mirino anche alcuni affidamenti concessi a D'Alessio e Cottone.

Proprio la procedura anomala che avevano seguito quei finanziamenti (non erano passati per il consiglio di amministrazione della controllata di Bpm), nell'estate del 2012, aveva condotto all'uscita del direttore generale della Legnano, Federico Arosio, poi sostituito da Giovanni Pipi. E in effetti, dai risultati dell'ispezione che la Banca d'Italia ha concluso la scorsa estate su Bpm e le società del gruppo è emersa un'attenzione particolare alla vicenda.

Come riferiva il "Messaggero" del 27 luglio, che riportava i virgolettati dei rilievi di Bankitalia, a D'Alessio e Cottone la Banca di Legnano aveva concesso prestiti per 52,4 milioni, con "previsioni di perdite" per 33,8 milioni. Sempre secondo Bankitalia, "sono state accordate in parola facilitazioni di crescente ammontare nonostante fossero emersi all'inizio elementi pregiudizievoli a carico del principale esponente, il sig. Cottone. Emblematico l'affido di 7 milioni a Lambretta Motolife, società del gruppo, priva di consistenza patrimoniale, in assenza di garanzie personali dei soci".

I rilievi dell'autorithy di Palazzo Koch hanno fatto rumore e hanno spinto i protagonisti della vicenda a correre ai ripari. Senza contare che, proprio negli ultimi mesi, i rapporti tra D'Alessio e l'ormai ex marito della show-girl non sono più sembrati quelli di una volta. Sta di fatto che, all'inizio dello scorso mese di luglio, il cantante sposato con Anna Tatangelo, come spiegava all'epoca il suo legale Antonio Albo, "per evitare di subire atti ingiuntivi da parte della banca, ha sottoscritto un piano di rientro del debito, spalmato su 10-15 anni, che riguarda sia le due società con Cottone, per le quali aveva fornito delle fidejussioni, sia le posizioni personali".

Il cantante napoletano figurava infatti (potrebbe essere ancora così ma non è stato possibile verificarlo oggi con il suo avvocato) come azionista di minoranza di due società del gruppo di Cottone, cioè la Lambretta Motolife, di cui era stato anche testimonial, e la Gi & Gi technology. L'esposizione verso la Legnano di D'Alessio, attraverso queste due società, era di circa 8 milioni, cifra a cui però andavano aggiunte alcune morosità legate ad alcune proprietà immobiliari (sono le "posizioni personali" cui faceva riferimento il legale).

Quanto a Cottone, già la scorsa estate, il suo avvocato Nicola Gurrado spiegava che anche l'imprenditore, allora ancora felicemente sposato con la Marini, stava trattando per raggiungere un accordo con l'istituto di credito. Che tuttavia a oggi non pare essere ancora stato definito. "Ci siamo quasi", ha detto oggi Gurrado interpellato da Dagospia. L'avvocato di Cottone spiega che in questo caso l'esposizione è di circa 30 milioni ed è in gran parte garantita da immobili.

Non è la prima volta che l'ormai ex marito della Marini balza agli onori delle cronache finanziarie. Era già successo qualche anno fa, all'epoca del passaggio al digitale terrestre, quando, mettendosi in affari con Paolo Berlusconi, fratello dell'ex premier Silvio, aveva dato vita a Solari.com. Una società che distribuiva decoder e che è stata messa in liquidazione nel 2007, dopo che l'anno prima aveva registrato perdite per oltre 60 milioni. Un'avventura che, negli anni scorsi, ha zavorrato i bilanci delle casseforti del fratello dell'ex premier, che non a caso si dice non sia più in rapporti idilliaci con Cottone.

Ma non è tutto. Il marito di Valeria Marini, sempre nel 2007, fu al centro di un fatto di cronaca nera: la sua ex moglie, Giuseppina Casale, e suo zio, Antonio Cottone, ne organizzarono il rapimento, che fallì per l'intervento della Guardia di Finanza. Dalle intercettazioni della Gdf, come riportava Repubblica del 9 maggio del 2008, sembrava dedursi che i rapinatori volessero estorcergli il denaro che a loro dire Cottone aveva sottratto all'ex socio Paolo Berlusconi. Ma questa è tutta un'altra storia.

 

Giovanni Cottone e Valeria Marini VALERIA MARINI GIOVANNI COTTONE Valeria Marini col marito Giovanni Cottone GIGI DALESSIO LORENZO SURACI PIERLUIGI DIACO resize BERTE D'ALESSIO BANCA ITALIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…