1- SALVATE LA DATA! IL 28 NOVEMBRE VOLANO NELLE LIBRERIE LE MEMORIE DI CESARONE 2- NEL MIRINO DI GERONZI I DUE CHE L’HANNO FATTO FUORI DA GENERALI: IL “PADRINO” DI NAGEL, PELLICCIOLI E DELLA VALLE CHE AVREBBE FATTO PACE CON NAGEL (RCS CI COVA) 3- SE MERKEL NON SI METTERÀ DI TRAVERSO, DAL 1° GENNAIO 2013 LA BCE DIVENTERÀ IL CONTROLLORE UNICO DI 6MILA BANCHE EUROPEE (IN CRISI I LAVORATORI DELL’EUROTOWER) 4- TIRA ARIA DI TEMPESTA SULL’ESERCITO DI 4MILA COMMERCIALISTI ARRIVATO A BARI PER IL CONGRESSO NAZIONALE: VOLANO PIATTI TRA SICILIOTTI E LO SFIDANTE LONGOBARDI 5- ASPETTANDO FINMECCANICA, IL REGALO ANTICIPATO DI NATALE DI SARMI AI CORRENTISTI DI BANCOPOSTA: IL RILASCIO DEI LIBRETTI DAL 1° GENNAIO 2013 COSTERÀ 3 EURO

1- SE ANGELA MERKEL NON SI METTERÀ DI TRAVERSO, DAL 1° GENNAIO 2013 LA BCE DIVENTERÀ IL CONTROLLORE UNICO DI 6MILA BANCHE EUROPEE. E I LAVORATORI DELL'EUROTOWER RISCHIANO IL COCCOLONE
Mario Draghi è contento e anche un po' preoccupato.

Ieri il "prussiano" di Roma, come lo chiamano i giornali in Europa, ha svolto un lungo intervento in un'aula del Bundestag davanti ai parlamentari tedeschi che all'inizio lo hanno accolto con un tiepido applauso da cerimoniale. Nella sala si respirava una certa diffidenza nei confronti di quest'uomo che ha dimostrato di pilotare la Bce con notevole perizia e che con i suoi interventi ha dato una mano decisiva per evitare il crollo dell'euro.

Per rassicurare gli esponenti della coalizione governativa e delle opposizioni, SuperMario ha detto tra l'altro che il piano anti spread non comprometterà l'indipendenza della Banca centrale e non porterà inflazione né rischi eccessivi per i contribuenti dell'Eurozona. Alla fine del suo intervento è scattato un applauso convinto, e Draghi è uscito dalla sala insieme al presidente del Bundestag, Norbert Lammer, che prima di portarlo fuori dallo storico palazzo lo ha accompagnato sulla balconata della cupola di vetro disegnata dall'architetto Norman Foster che attira ogni anno da tre milioni di visitatori.

E qui probabilmente Draghi ha pensato alla nuova sede che la Bce sta costruendo a Francoforte nell'area dei mercati generali di fronte al fiume Meno su un progetto di uno studio di architettura viennese che nel 2004 ha vinto il concorso. Il "prussiano" di Roma non vede l'ora che i lavori per le due torri del complesso che costerà 1,2 miliardi di euro siano ultimati in modo da risolvere un problema che gli sta particolarmente a cuore.

Nelle ultime settimane infatti sulla stampa tedesca sono rimbalzate le critiche di una parte dei 2.600 dipendenti della Bce, rappresentati dal sindacato Ipso, che lamenta da tempo lo stress a cui sono sottoposti i lavoratori dell'Eurotower. Per far fronte a questa situazione lo stesso Draghi, dopo aver ammesso l'esistenza del problema, a luglio aveva indicato in 50/60 unità l'aumento della forza lavoro.

Dal 1998, data di nascita della Banca centrale europea, i compiti di questo organismo si sono dilatati in misura esponenziale e le decisioni prese nel corso dell'ultimo consiglio Ue ne aumentano le responsabilità. Nella cena di giovedì scorso che ha chiuso i lavoro del vertice di Bruxelles, Draghi ha tagliato corto con i ragionamenti astratti sull'Unione Bancaria e ha assicurato che l'organismo da lui guidato a Francoforte sarà pronto per la metà del 2013. I leader dei vari Paesi seduti intorno a un tavolo hanno tirato un sospiro di sollievo perché fino a quel momento erano profondamente preoccupati che l'Eurotower fosse in grado di gestire con le sue forze e con il personale esistente l'intera vigilanza creditizia.

Se la massaia di Berlino Angela Merkel non si metterà di traverso, dal 1° gennaio 2013 la Bce diventerà il controllore unico di 6mila banche europee. È un compito di immensa portata sul quale i funzionari dell'Eurotower stanno ragionando perché ritengono che con i ritmi già oggi insostenibili sia impossibile assolvere a un superlavoro di tale portata.

Il sindacato Ipso già nel 2011 aveva scritto una lettera a Draghi per spiegare che dentro gli uffici di Francoforte il 16% dei dipendenti ha problemi di salute e lamenta i troppi straordinari. Si tratta di personale ben pagato che comunque ha bisogno di lavorare in un habitat più funzionale ed è questa la ragione per cui al suo ritorno nell'attuale sede dell'Eurotower a Francoforte, Draghi convocherà gli architetti e le imprese di costruzione per accelerare al massimo i lavori della nuova sede.

Nel frattempo si è già preoccupato di rafforzare la Direzione generale della comunicazione e ha ingaggiato la bella bionda Christine Graeff che dopo aver fatto esperienze in grandi agenzie internazionali avrà il compito di presidiare l'immagine del "prussiano" di Roma e della banca più importante d'Europa.


2- SALVATE LA DATA! IL 28 NOVEMBRE ARRIVANO NELLE LIBRERIE LE MEMORIE DI CESARONE GERONZI
È opportuno che molti banchieri e imprenditori scrivano sulla loro agenda ciò che avverrà il 28 novembre.

Per quel giorno è prevista l'uscita nelle librerie del libro di memorie di Cesarone Geronzi, l'ex-banchiere ed ex-assicuratore che ha deciso di raccogliere in un'opera unica 50 anni di ricordi e di appunti fino ad oggi riuniti in una infinità di agendine. Il volume, edito da Feltrinelli, sarà un tomo di 400 pagine e questo metterà sicuramente in crisi molti operatori della finanza che quando comprano i libri li tengono amorevolmente chiusi e avvolti nel cellophane per dimostrare che non sono del tutto ignoranti.

L'opera è stata realizzata a quattro mani da Geronzi e dal giornalista-guru Massimo Mucchetti che sul frontespizio apparirà co-autore e non semplice curatore. Questo è il giusto riconoscimento per la fatica che Mucchetti ha fatto prima, durante e dopo l'estate per raccapezzarsi nella storia di mezzo secolo che Geronzi ha vissuto dalla Banca d'Italia fino all'esilio in un piccolo ufficio delle Generali che gli è stato concesso come benfit per la carica di presidente della Fondazione di Trieste.

I pochissimi che hano letto le bozze ritengono che oltre a ricordi venerabili nei confronti di Guido Carli, Paolo Baffi, Ugo La Malfa e Cuccia, ci saranno capitoli divertenti sulle trame che nell'aprile 2011 hanno costretto l'ex-banchiere di Marino a lasciare la presidenza della Compagnia di Trieste. La memoria di quel blitz sorprendente, realizzato quando Berlusconi aveva già il cervello in pappa, brucia ancora sulla pelle rosea del 77enne Geronzi. Ed è probabile che nelle ultime delle 400 pagine si spieghi come praticamente l'artefice del golpe sia stato prima di altri Lorenzo Pelliccioli, il manager bergamasco che è riuscito a tirarsi dietro lo scarparo marchigiano Della Valle e il pallido Alberto Nagel.

Non si sa se il tandem Geronzi-Mucchetti si è spinto a spiegare come Pelliccioli sia riuscito in questi ultimi mesi ad assurgere al ruolo di padrino nei confronti di Nagel sul quale sembra ormai esercitare un'influenza determinante, e chi ha letto le bozze non dice nulla sulla pace che sarebbe scoppiata in queste ultime settimane tra l'uomo di Mediobanca e Della Valle che nell'aprile di quest'anno ha tacciato di inadeguatezza il pallido Nagel e la sua controfigura Pagliaro.

Resta il fatto che il 28 novembre il libro sarà distribuito. Tutto è pronto, a cominciare dalla copertina, ma alla Feltrinelli stanno ancora lavorando sul titolo. Qualcuno ha suggerito soluzioni banali del tipo: "Da Marino a Trieste", altri l'hanno pensata in grande: "Date a Cesare ciò che è di Cesare".

Non sarà questo certamente il titolo definitivo, ma per la scelta, Carlo Feltrinelli è all'opera, è questione di ore.


3- TIRA ARIA DI TEMPESTA SULL'ESERCITO DI 4MILA COMMERCIALISTI È GIÀ ARRIVATO A BARI PER IL CONGRESSO NAZIONALE: VOLANO PIATTI TRA CLAUDIO SICILIOTTI E LO SFIDANTE GERARDO LONGOBARDI
Mentre i Giovani imprenditori di Confindustria stanno sbarcando a Capri per il convegno all'hotel Quisisana, un esercito di 4mila commercialisti è già arrivato a Bari per il Congresso nazionale che si svolgerà fino a sabato dentro la Fiera del Levante.

Il clima che serpeggia tra le fila dei partecipanti che rappresentano 113mila commercialisti italiani è molto caldo perché al di là delle chiacchiere sul tema "preparare il domani", incombe l'eco della battaglia per la presidenza di questo ordine professionale.

Dopo una lunga campagna elettorale che non ha lesinato affondi e colpi bassi due settimane fa ci sono state le votazioni che hanno visto prevalere di sei voti il presidente uscente Claudio Siciliotti sullo sfidante Gerardo Longobardi.

Forse qualcuno ricorda Siciliotti (nato a Udine nel '52 e laureato alla Bocconi) per le sue apparizioni televisive nel salotto di "Ballarò" dove colpiva l'arancione della sua capigliatura. Nella sfida che lo ha visto contrapposto all'altro candidato Longobardi, un romano 54enne, Siciliotti l'ha spuntata con 354 voti rispetto a 348 dell'antagonista. Ma non è finita qui perché quest'ultimo, Longobardi, ha contestato vivacemente la validità dei 16 voti dei commercialisti di Bari e di Enna che sono stati determinanti per il successo di Siciliotti.

Dopo questa votazione si è aperta una bagarre infernale che ha coinvolto la Commissione elettorale e quindi formalmente il presidente non è stato proclamato.

Nella contestazione si è aperto un fronte giudiziario perché la Procura di Aosta ha avviato delle indagini sul trasferimento elettorale di un componente importante della lista Longobardi. Costui si chiama Giorgio Sganga e dal 1994 è sempre stato consigliere nazionale dell'Associazione dei commercialisti. Con un colpo di furbizia Sganga si è trasferito dall'ordine dei commercialisti dal comune di Paola, in provincia di Cosenza, a quello di Aosta per consentire alla lista dell'amico Longobardi di avere una rappresentanza territoriale in linea con i vincoli previsti dalle regole elettorali.

Il blitz di Sganga con la Valle d'Aosta è entrato nel mirino della Procura che si è messa a indagare ipotesi di reato che potrebbero andare dall'omessa vigilanza fino al falso in atto pubblico. L'intero Consiglio dell'ordine aostano e il presidente Piero Marchiando sono stati interrogati perché il loro comportamento, come quello di altri ordini professionali, è vigilato dal ministero della Giustizia.

A questo punto il congresso di Bari sarà particolarmente vivace e il Siciliotti dai capelli color arancione contesterà duramente la lista Longobardi salvata dalla "valdostanità" del calabrese Sganga.


4- IL REGALO ANTICIPATO DI NATALE DI SARMI AI CORRENTISTI DI BANCOPOSTA: IL RILASCIO DEI LIBRETTI DAL 1° GENNAIO 2013 COSTERÀ 3 EURO.

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Massimo Sarmi è sulle spine.

Il suo nome è entrato nella lista dei papabili alla presidenza di Finmeccanica e per il manager dalle orecchie generose che guida le Poste dal 2002 la nomina al posto di Giuseppe Orsi sarebbe l'inizio di una nuova vita.

Nell'attesa Sarmi ha anticipato il Natale regalando ai correntisti di BancoPosta una bellissima sorpresa. Con una comunicazione che sta piombando in questi giorni nelle case dei clienti Poste Italiane ha modificato in modo unilaterale il contratto nel quale si indicano i costi relativi al rilascio dei libretti degli assegni postali "non trasferibili".

Secondo i dettagli, rivelati ieri dal sito del settimanale "Il Mondo", il rilascio dei libretti che fino al 31 dicembre rimarrà gratuito, dal 1° gennaio 2013 costerà 3 euro.

Nella sua missiva destinata a rallegrare 24 milioni di risparmiatori Sarmi spiega che questi rincari sono dovuti all'aumento dei costi gestionali dell'azienda".

 

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