di maio conte giorgetti

SE LA NOMINA DIVENTA UNA MINA - GIORGETTI: ''LUNEDÌ SI PUÒ PROCEDERE PER I VERTICI DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI''. DA LÌ DIPENDE TUTTO: RAI, FERROVIE, DIRETTORE GENERALE DEL TESORO. PER QUEL RUOLO ORA È FAVORITO ALESSANDRO RIVERA, MA RESTANO IN BALLO STEFANO SCALERA E ANTONIO GUGLIELMI - SALVINI VUOLE UN SUO UOMO AL VERTICE DELLA CDP. TRA I CANDIDATI GRADITI MARCELLO SALA, GIUSEPPE BONOMI E DOMENICO ARCURI

 

 

1. DIREZIONE GENERALE DEL TESORO, RIVERA FAVORITO

Enrico Marro per il ''Corriere della Sera''

 

GIANCARLO GIORGETTI E L AMBASCIATORE USA LEWIS EISENBERG A VILLA TAVERNA

«Cdp? Penso che lunedì si possa procedere - dice il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti -. Decide il ministro dell' Economia, Giovanni Tria, ma i tempi sono maturi». Lunedì potrebbero dunque essere presentate le liste per l' assemblea del 13 luglio. Le Fondazioni, azioniste della Cassa con il 15,93%, depositeranno la loro lista di tre nomi, fra i quali quello di Massimo Tononi, già sottosegretario all' Economia nei governi Prodi e Monti, che dovrebbe essere il nuovo presidente. La scelta del nuovo amministratore delegato della Cassa verrà invece dalla lista dei nomi che indicherà il ministero dell' Economia, azionista con l' 82,77% del capitale. Due i nomi che girano: Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei, e Fabrizio Palermo, direttore finanziario della Cassa.

ALESSANDRO RIVERA

 

Passerà invece per il consiglio dei ministri, su indicazione del ministro dell' Economia, la nomina del direttore generale del Tesoro, in pratica il numero due del ministero.

Qui i nomi circolati sono tre: Alessandro Rivera, responsabile della Direzione sistema bancario e affari legali del dicastero; Stefano Scalera, già consigliere dell' ex-ministro Padoan; Antonio Guglielmi (Mediobanca).

 

Tria sembrerebbe orientato su Rivera, ma è un fatto che ieri non c' è stato il via libera del consiglio dei ministri. Le parole di Giorgetti, a sottolineare che le scelte competono al ministro, sembrano un chiaro sostegno a Tria rispetto alle pressioni che arriverebbero soprattutto dai 5 Stelle per scelte di rottura rispetto alla burocrazia del ministero. Tria però rivendica la sua autonomia. Discorso che vale anche per il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, che è sottoposto a spoils system, come tutti i capi dipartimento, che devono essere confermati entro 90 giorni dal giuramento del governo altrimenti decadono. Sul pacchetto nomine pesa anche il clima di tensione tra Lega e 5 Stelle.

Dario Scannapieco

 

Prova ne sia che Tria non ha ancora affidato le deleghe ai due viceministri, Massimo Garavaglia (Lega) e Laura Castelli (5Stelle). Con i 5 Stelle che premono per avere deleghe non solo politiche, ma sulla struttura del ministero.

 

 

2. FUSIONE FS-ANAS E CDP, I DUE REBUS DA SCIOGLIERE PER L' ALLEANZA AL GOVERNO

Camilla Conti per ''il Giornale''

 

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

La partita più strategica è quella che verrà giocata entro la fine della prossima settimana sulle nomine di Cassa Depositi e Prestiti, la cassaforte controllata dal Tesoro e partecipata dalle fondazioni che gestisce 250 miliardi di risparmio postale. Ma il nodo Cdp si sta intrecciando nelle ultime ore con quello relativo alle nozze tra le Fs e l' Anas, volute dal governo Renzi, celebrate frettolosamente prima di Natale dal governo Gentiloni ma non ancora consumate da quello attuale.

 

Che, anzi, non ha fatto mistero di voler riaprire la pratica con una sintonia tra Lega e M5s. «Bisogna valutarle in tutti dettagli e vedere se ha senso o no», ha detto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, all' inizio di giugno nel primo giorno di insediamento. L' operazione è stata varata a fine 2017 con un aumento di capitale da 2,86 miliardi mediante conferimento dell' intera quota posseduta dal Mef nell' Anas ma che potrebbe essere ancora messa in discussione per decreto, usando come grimaldello le condizioni poste al momento della stipula dell' atto come l'«assenza di effetti negativi sui saldi di finanza pubblica rilevanti ai fini degli impegni assunti in sede europea, verificata dal Tesoro» o come l'«adeguatezza dei fondi stanziati nel bilancio Anas rispetto al valore del contenzioso giudiziale in essere».

giovanni tria

 

Nel mirino ci sarebbe la presunta mancata svalutazione di circa 2 miliardi del patrimonio non ammortizzabile dell' ente nazionale per le strade, contestata dall' ad renziano delle Fs Renato Mazzoncini, ma anche i dubbi sull' effettiva portata delle sinergie industriali.

 

La fusione aveva tra l' altro consentito allo stesso Mazzoncini, di essere riconfermato alla guida delle Ferrovie prima della scadenza del mandato. Ma ora la sua poltrona traballa: a Perugia è stato rinviato a giudizio per truffa, il cda gli ha rinnovato la fiducia ma da statuto occorre che sia l' assemblea dei soci - non ancora convocata ma attesa prima di agosto - a pronunciarsi, riunendosi entro 60 giorni per confermare la permanenza in carica del manager. E a quel punto la palla sarà in mano al socio di controllo, ovvero il Tesoro guidato da Giovanni Tria.

delrio mazzoncini

 

Il cambio in casa Fs è legato con quello di Cdp nel gioco dei pesi sulla bilancia dell' alleanza gialloverde. Nel Carroccio il dossier nomine è affidato a Giancarlo Giorgetti che al posto di Mazzoncini vorrebbe mettere l' ex ad di Poste, Massimo Sarmi.

 

Ma è soprattutto sulla scelta del nuovo timoniere della Cassa, oggi in mano a Fabio Gallia, che la Lega vuole porre il timbro per equilibrare la presidenza del «tecnico» Massimo Tononi, scelto dalle Fondazioni, e la direzione generale che potrebbe essere affidata all' attuale direttore finanziario di Cdp, Fabrizio Palermo, considerato in quota grillina. Entro lunedì 9 toccherà al Tesoro togliere il velo alla sua lista con il nome dell' ad e quelli di sei consiglieri da portare all' assemblea di venerdì 13. Sarà fumata bianca? «Decide il ministro Tria ma i tempi sono ormai maturi per decidere», ha detto ieri Giorgetti.

 

MASSIMO TONONI

Di certo, Salvini vuole un suo uomo al vertice della Cassa e nella rosa di possibili candidati graditi alla Lega al momento ci sono, Marcello Sala (ex vicepresidente vicario del consiglio di gestione di Intesa, già liquidatore della Crediteuronord, il fallito tentativo della banca leghista), l' ex ad di Tim, Flavio Cattaneo, oggi a Italo, che in passato ha guidato anche Terna e Fiera di Milano oltre ad essere stato direttore generale della Rai, e l' avvocato varesino Giuseppe Bonomi, (ex presidente di Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi e oggi ad di Arexpo) anche se il suo curriculum più industriale che finanziario potrebbe essere ideale per il ruolo di capo-azienda di Fs.

 

Giuseppe Bonomi www agrpress it

Ad essere stato sondato dal Carroccio nelle ultime ore è Domenico Arcuri, ad di Invitalia (per le possibili sinergie con la Cdp), che non sarebbe sgradito nè ai Cinque Stelle nè alle Fondazioni (Tononi avrebbe fatto sapere di non accettare la presidenza se l' ad proposto non avesse le competenze adeguate al ruolo di ad).

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