1- SE PRIMA L’OSPEDALE DEL DEFUNTO DON VERZÉ ANDAVA A ROTOLI ORA RISCHIA DI ANDARE A ROTELLI. MALACALZA DI CARBONE PER GLI IMPRENDITORI ALLEATI DEL VATICANO 2- L’IRRESISTIBILE DISCESA DELL’EXTRAVERGINE FORMIGONI, IL BERLUSKA IMMAGINARIO 3- ARRIVEREMO ALLA CARITÀ DA EFFETTUARSI SU CONTI CORRENTI BANCARI TRACCIABILI? 4- LA FACCIA CRISTALLINA DEL CAPITALISMO: ALLA POPOLARE DI MILANO, CON QUASI IL 10%, DA POCHE ORE SI E’ PALESATO TAL MINCIONE RAFFAELE CON UNA SOCIETÀ LUSSEMBURGHESE TIME&LIFE, CHE È CONTROLLATA DA THE CAPITAL INVESTMENT TRUST, FIDUCIARIA REGOLATA DALLA LEGGE DI JERSEY (ISOLE DEL CANALE), DEL QUALE È TRUSTEE LA IFG TRUST COMPANY (CHANNEL ISLANDS) LIMITED: PIU’ BANKANOMINI DI COSI’! 5- RICICCIA IL RAG. PIERO MONTANI: CHISSÀ CHE NON RICHIAMI IN SERVIZIO FAENZA DI ITALEASE!

Bankomat per Dagospia

1- BANKORDOGLIO. Aperte le buste della cosiddetta gara per comperare il San Raffaele, ci si è accorti che se prima l'ospedale del defunto Don Verzé andava a rotoli ora rischia di andare a Rotelli. Malacalza di carbone per gli imprenditori genovesi alleati del Vaticano.

Al funerale del poco reverendo Verzé mancavano tutti i VIP che gli han sempre portato oro incenso e mirra, molto incenso. E' presumibile che l'oro in parte lo restituisse ad alcuni selezionati amici. Assenti al funerale. Ma se vogliamo essere onesti, preferiamo Don Verzé ai Vip amici suoi. Lui al funerale di Berlusconi, ad esempio, ci sarebbe andato. Sarà stato scarso come prete, forse anche come onest'uomo, ma come uomo c'era tutto.

2- BANKASSENTE. Il governatore Formigoni dove sarà? Sulla barca di Dacco' - momentaneamente agli arresti - non si può partire. Al funerale di Don Verzé meglio non farsi vedere. Prima della prossima estate niente meeting di Rimini. Il Procuratore Robledo ha terminato le indagini sulle firme per la sua lista alle ultime regionali.

Altri investigatori milanesi si ostinano a pensare che dietro ai ristorni in nero dei fornitori del San Raffaele ci fosse anche un giro di finanziamenti alla politica. E c'è pure il rischio che Rotelli si prenda il San Raffaele.

Pensare che con un coraggio da leone, pochissimi giorni prima che Silvio cadesse, Formigoni aveva sentenziato in varie interviste grosso modo così: "Sappiamo che Berlusconi non si ricandiderà nel 2013 per cui è bene che il partito fin da gennaio provveda ad organizzare la selezione del nuovo leader". Berlusconi non gli ha mai risposto.

3- BANKOMICHE. Nuova trovata del Governo dei Sapientoni, per un‘Italia migliore. Ogni liberalità sarà da effettuarsi con appositi conti correnti o strumenti bancari tracciabili: sono pronte le banche amiche con Conto Nonna, Escort Card, Regalo utile, Parrocchia facile ed altre promozioni a zero spese per il donante, ma tutte a carico del ricevente. Sì, stiamo scherzando. Per ora.

4- BANKASTUZIE. Sarà un caso, ma mentre qualche giorno fa Bankomat ha potuto tranquillamente scaricare gratis dal sito il report ABI mensile (quello di novembre era l'ultimo disponibile) e sbugiardare numeri alla mano le banche italiane e i loro piagnistei sull'andamento del business, adesso la cosa non è più possibile se non iscrivendosi ed a pagamento.

5- BANKANONIMI.
Chissà cosa pensa la banca d'Italia del fatto che il primo azionista di una banca importante come la Popolare di Milano, con quasi il 10%, da poche ore si sia palesato tal Mincione Raffaele con una società lussemburghese "...Time&Life, che è controllata da The Capital Investment Trust, fiduciaria regolata dalla legge di Jersey (Isole del Canale), del quale è trustee la Ifg Trust Company (Channel Islands) Limited,", così apprendiamo dal Corriere del 4 gennaio.

Ma stiamo scherzando? Degli investitori di fatto anonimi come primi azionisti di una delle prime dieci banche italiane? Ci attendiamo rigore anche dal Governo dei Professori. Saranno di certo fautori della trasparenza. Sappiate che Bankomat inizia con oggi una sua campagna personale contro le fiduciarie e le società estere che non si sa di chi siano. E' ora che il capitalismo ci metta la faccia e i danari. Con le fiduciarie anonime e trust tropicali spariscono entrambi gli aspetti e il capitalismo assume connotati molto diversi.

6- BANKOSAURI Non ci crederete, ma si parla del ritorno in pista del rag. Piero Montani alla guida di una grande banca, la BPM, mentre ora dopo alcuni anni di pit stop era parcheggiato alla Banca del Sud, nominato in limine mortis dal Cavaliere in fuga. Già, quel rag. Montani che da un ruolo di seconda linea presso il Credito Romagnolo, dove il mitico Direttore Generale Cesare Farsetti non gli faceva veder palla, a fine anni ‘90 fu inventato da Siro Lombardini alla guida della Popolare di Novara, come Amministratore Delegato.

Fu un disastro. Assunse come direttore centrale corporate (sì avete capito bene, direttore centrale corporate!) il sig. Massimo Faenza, dal curriculum pericolosamente povero, e regalo' la banca ai veronesi, in combutta con Lombardini. Il tutto facendo credere ai novaresi che era un ordine irresistibile di BANKITALIA.

Era solo un "invito" di quel galantuomo del governatore Fazio, ma Montani e Lombardini non avevano voglia e soprattutto autorevolezza per resistervi. Per premio, fu quindi per breve tempo alla guida della neonata Banca Popolare di Verona e Novara, sempre con il fido Faenza.

Poi i veronesi fecero fuori entrambi, non servivano più. Solo che Faenza lo mandarono, incauti, a dirigere la partecipata Italease. Il Rag. Montani invece passò brevemente all'Antonveneta, senza lasciare neppure grande ricordo; ma da lì come Vicepresidente di Italease continuò nell'imbarazzante ruolo di padrino del Faenza sig. Massimo. Uscendo dalla vicenda con scarsa immagine e qualche sanzione.

Il resto di Italease è cronaca giudiziaria, appropriazioni e perdite da miliardi per il Banco popolare. Dovesse mai Montani arrivare adesso al vertice della BPM, officiato da Bonomi e dal nuovo finanziere italo americano Raffaele Mincione (quello che non si sa chi abbia dietro), sarà da divertirsi e Bankomat vi terrà informati. Chissà che non richiami in servizio Faenza!

7- BANKONFLITTI D'INTERESSI. Apparizioni epifaniche. Il Ministro Passera decide davvero di mettere fine al chiacchiericcio, anche di noiosi fannulloni come quelli di Dagospia, sui suoi presunti e presenti conflitti d'interessi. Ogni sua proprietà sarà conferita in un trust gestito dalla attuale consorte e dal suo ex collaboratore responsabile dei beni immobili di Banca Intesa.

Per controllo e trasparenza, costui dovrà scrivere una lettera al giorno al Corriere della Sera, elencando le operazioni compiute. Il Prof. Bazoli sarà finalmente informato per tempo degli affari di Passera. Meglio tardi che mai.

 

 

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