SERENAMENTE FATALISTI (FINCHÈ LA BARCA VA) - A BORDO SULLA COSTA SERENA, NAVE GEMELLA DEL CONCORDIA: È LA PRIMA CROCIERA DEL MEDITERRANEO DOPO LA TRAGEDIA DI VENERDÌ 13 MA È COME SE AL GIGLIO NON FOSSE SUCCESSO NIENTE - NESSUNO PARLA DI SCHETTINO E DEL NAUFRAGIO, L’EQUIPAGGIO MOSTRA LE MISURE DI SICUREZZA IN UN TEATRO VUOTO - NEANCHE IL PASSAGGIO DAVANTI AL RELITTO SUSCITA EMOZIONI: “SE DEVE SUCCEDERE SUCCEDE, E POI SI MUORE DI PIÙ SULLE STRADE”...

Michele Brambilla per "la Stampa"

La vita continua e così alle otto di ieri sera è partita da Civitavecchia la Serena della Costa, vale a dire la nave gemella della Concordia. È la prima crociera del Mediterraneo dopo la tragedia di venerdì 13: stesso percorso davanti all'Isola del Giglio.Mi sono imbarcato fra i crocieristi per cercare di cogliere lo sgomento per quel che è successo e anche, perché no, la paura per quello che potrebbe ancora succedere. Bisognava percepire, respirare l'ansia a bordo e infatti il direttore mi ha chiamato dicendomi: ci vuole un ansioso, quindi vai tu. Pochi minuti dopo un collega mi ha tranquillizzato con questo sms: «Anche per questa nave non si era rotta la bottiglia al varo, ma dai, non vuol dire».

Battute per esorcizzare l'orrore, ma a quanto pare non ce n'è bisogno. Sul Serena Schettino sembra roba di cent'anni fa: forse era uno dei comandanti del Titanic. Ce ne accorgiamo già all'una del pomeriggio, quando entriamo nel grande tendone dal quale si deve passare per imbarcarsi. I crocieristi sembrano tranquillissimi e quasi certamente lo sono davvero: altrimenti non si spiegherebbe la presenza di tanti bambini.

Questo tendone è uno strano posto, stride con la bellezza, la pulizia e l'ordine che si troveranno poi sulla nave: è una specie di centro di raccolta così fatto che non ti stupiresti di veder spuntare all'improvviso la Protezione civile con pasti caldi e coperte. Ma da qui bisogna passare per il check-in, ed è un check-in interminabile. Quando arrivi ti danno un cartoncino con il numero, a me danno il 6 che non vuol dire che sono il sesto a imbarcarsi ma che faccio parte del sesto gruppo.

Ogni gruppo prima del mio comprende qualche centinaio di persone. Aspetto dall'una alle quattro e mezza e quando chiamano il 6 mi accorgo di essere l'unico di quel gruppo: boh. C'è gente che aspetta stile bivacco, ma a un certo punto arriva una comitiva di giapponesi ed è una geometrica dimostrazione di ordine impartita a noi italiani: il capogruppo in testa con il cartello alzato, gli altri tutti dietro in fila per due.

Nessuno parla dell'Innominabile. Le sole voci di preoccupazione riguardano tutt'altro: sono in coda da due ore - dice una signora - e va bene tutto: ma quando faccio mangiare i miei bambini? Per richiamare all'attualità arrivano alcuni giornalisti con il taccuino in mano o con la telecamera al seguito: chiedono mi scusi lei non ha paura? Le risposte affondano le radici nella saggezza popolare: che cosa vuole che le dica, se deve succedere succede, e poi si muore di più sulle strade.

Molti fanno affidamento alla legge dei grandi numeri (che non ha alcuna scientificità, altrimenti il Torino avrebbe già vinto lo scudetto) e dicono che una cosa appena successa non può ripetersi. Un signore che mi assicura di essere «un vecchio lupo di mare» invece semina zizzania e mi dice: creda a me, queste navi sono troppo alte, solo otto metri in acqua, e poi ho qualche dubbio sulla storia del comandante guascone e spericolato, lei lo sa che nel Mediterraneo ci sono dei sommergibili iraniani? Conclude assicurandomi che quelli sì che sono dei pazzi terroristi, altro che Schettino, e non sapremo mai la verità perché in Italia funziona sempre così, siamo il Paese dei misteri.

Eppure ci sono anche storie curiose. C'è una coppia di napoletani in viaggio di nozze che racconta: dovevamo prendere il Concordia e all'ultimo ci è saltata la prenotazione, siamo qui per miracolo. Un altro ha in mano un fiore e promette che quando passeremo dall'Isola del Giglio lo lancerà fra i flutti, sperando che il comandante del Serena non abbia nessuno da salutare.

Alle cinque meno venti, dopo essere stato costretto a posare per una terrificante foto al timone con alle spalle uno sfondo finto, salgo sulla Serena. Il tempo di orientarmi nel grande labirinto e alle 17,15 eccomi al Teatro Giove, terzo ponte, dove viene proiettato un filmato di presentazione della nave e della crociera: quando mostra come si sale sulle scialuppe, si vedono volti di giovani belli e sorridenti come quelli della pasta del capitano. Poi si sente che «Costa crociere è particolarmente sensibile alle tematiche ecologiche e quindi si raccomanda a tutti di non gettare oggetti in mare», ed è senz'altro vero ma è difficile non pensare all'incubo carburante al largo dell'Argentario.

Arriva Antonio, il direttore di crociera, che spiega di essere il responsabile «del vostro benessere psicofisico». Chiede: «Voi siete in vacanza sì o no?». La risposta è un «sìììì!» corale che ricorda quelli che si gridavano al Duce quando chiedeva fedeltà ai combattenti di terra di mare e dell'aria. Ma il teatro è quasi completamente vuoto: i servizi della nave li conoscono già quasi tutti e a nessuno sembrano interessare eventuali novità sulla sicurezza. Antonio è di buon umore.

Chiede «quanti di voi hanno già fatto crociere?», e segue una serie di alzate di mani. Poi chiede «quanti di voi sono in viaggio di nozze?» e si vedono altre mani alzate. Infine domanda «quanti di voi stanno festeggiando il venticinquesimo di matrimonio?» e quando vede le mani alzate aggiunge: «Immagino che i vostri mariti e le vostre mogli siano su un'altra nave».

Vengono spiegati i quattordici ponti della nave, il numero 5 è quello della vita mondana con bar ristoranti casinò duty free e discoteche; al 9 c'è una piscina con tetto apribile, all'11 il centro fitness, al 12 un centro simulatore di corsie formula uno. Viene presentata la squadra degli animatori, Vania è il capo e dice che alle 22,15 c'è la lezione di tango argentino, vi aspettiamo tutti lì. Irene chiama a raccolta i bambini in discoteca per le 20,30 e un altro illustra le meraviglie del Bingo. Poi vengono presentate le escursioni: Barcellona, Casablanca, le Canarie, Malaga. La presentazione finisce alle 18,30: in un'ora e un quarto, non una parola su quello che è successo.

Si cena in due turni: alle 18,30 e alle 21. Non si avverte inquietudine. Quei pochi che sfiorano l'argomento dicono che tanto è stato un pazzo. Sono più o meno le dieci quando si passa accanto all'Isola del Giglio, ma è solo un brivido leggero, al bar si canta Jimmy Fontana: il mondo non si è fermato mai un momento, la notte insegue sempre il giorno. La vita continua.

 

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