bergoglio vaticano

SERVE LA TROIKA IN VATICANO: I CONTI VANNO A ROTOLI, IL DEFICIT PUÒ AUMENTARE DEL 175% - LA SANTA SEDE, A DIFFERENZA DEGLI ALTRI STATI, PUÒ SOSTENERSI SOLO CON LE DONAZIONI DEI FEDELI - HA BEN POCHE LEVE DA AZIONARE IN CASO DI RECESSIONE ECONOMICA. IL FLUSSO DI RISORSE (STABILE IN QUESTI ULTIMI ANNI) SI AGGIRA ATTORNO AI 270 MILIONI MENTRE LA SPESA REGISTRATA È STATA PARI, IN MEDIA, A EURO 320 MILIONI. I TECNICI INDICANO CHE IL TREND NEGATIVO CONTINUA NONOSTANTE GLI SFORZI DI LIMITARE I COSTI…

Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it

 

PAPA JORGE BERGOGLIO

I conti vaticani non vanno bene. Anzi, sono proprio un disastro. Il problema è affiorato anche la scorsa settimana, durante l'incontro tra il Papa e i capi dicastero della curia. Francesco si è raccomandato con tutti di essere parsimoniosi, di non fare assunzioni, di eliminare le spese superflue, di non fare viaggi o convegni e di affidare e concentrare tutta la liquidità dei dicasteri dall'Apsa. Durante quel summit si sono fatte le previsioni per il 2020 e l'orizzonte è apparso denso di nubi.

 

I rischi maggiori sono contenuti uno studio ad uso interno e redatto dal dicastero per l'Economia che, inquadra le perdite del 2020 partendo dalla contrazione e dalla recessione dell’economia mondiale. Tre gli scenari economici sui quali stanno lavorando.

 

Lo Scenario 1, è il più ottimistico fermo restando le disposizioni emanate per il contenimento dei costi amministrativi, «vede una riduzione tra il 30 e il 50% dei proventi ordinari che determinerebbe un incremento del deficit del 28%».

 

CARDINALE DOMENICO CALCAGNO

Lo Scenario 2 prevede una riduzione delle fonti di ricavi tra il 50 e il 60%, una parziale efficacia delle misure introdotte di contenimento della spesa e l’introduzione di un intervento correttivo sulle retribuzioni, con un contenimento della relativa spesa del 3%. In questa ipotesi l’aumento del deficit si attesterebbe all’83%.

 

Infine c'è anche lo scenario più pessimistico, il numero 3. In questo caso si ipotizzano tempi particolarmente lenti di ripresa, l’inefficacia delle misure di contenimento dei costi intrapresi e una drastica riduzione delle ordinarie fonti di ricavo tra il 50 e l’80%. Lo scenario implicherebbe un aumento del deficit del 175%.

 

PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO

Prevedendo che i costi siano limitati a quelli dello scenario più ottimistico e si realizzi una riduzione sensibile dei contributi versati dal Governatorato e dallo Ior alla Santa Sede, si è stimato un incremento del disavanzo rispetto al 2020 del 145% circa. In un periodo di sicuro decremento delle entrate (con un crollo dell'Obolo a 68 milioni), un’attenta gestione della liquidità rappresenta ovviamente un tema centrale. Per questo viene suggerito al Papa di rafforzare la posizione finanziaria dell’Apsa, che è l’organismo deputato al pagamento delle spese dei dicasteri, a partire dagli stipendi.

 

E per questo che si propone di concentrare i fondi dei dicasteri evitando di spostarli in altre istituzioni finanziarie salvo si tratti di fondi finalizzati e vincolati a determinate attività, progetti o donazioni. Trasferire presso l’Apsa le eventuali liquidità attualmente giacenti in istituti finanziari esteri. È allo studio la possibilità di chiedere il trasferimento all’Apsa. anche dei fondi liquidi dei dicasteri ora depositati presso lo Ior.

 

PAPA BERGOGLIO

I tecnici del dicastero dell'economia fanno presente che sarebbe positivo arrivare alla creazione di un «centro unico di servizio specializzato sul quale convergano le disponibilità finanziarie degli Enti» al fine di per migliorare i proventi della gestione finanziaria da mettere a disposizione della Santa Sede. Ciò sarebbe d’ausilio per una gestione più efficiente delle risorse finanziarie, l’ampliamento delle possibilità di investimento, un più agevole monitoraggio e contenimento dei rischi e l’assicurazione del rispetto di criteri etici. Si tratta di una soluzione che richiede certamente una modifica degli attuali modelli di gestione e un alto livello di specializzazione e di professionalità.

 

La Santa Sede anche se non è esente dalla crisi internazionale  a differenza degli altri Stati può sostenersi solo con le donazioni dei fedeli, con i proventi delle attività commerciali con gli investimenti. A differenza degli altri Stati ha ben poche leve da azionare in caso di recessione economica. Il flusso di risorse (più o meno stabile in questi ultimi anni) si aggira attorno ai 270 milioni mentre la spesa registrata è stata pari, in media, a euro 320 milioni. I tecnici indicano che Il trend negativo continua nonostante gli sforzi di limitare i costi.

 

Papa Bergoglio

Il 44% delle spese riguarda i circa 3.000 dipendenti ai quali vanno aggiungi gli oneri per il mantenimento delle nunziature, la manutenzione del patrimonio immobiliare e le imposte pagate per la gestione immobiliare. La carità effettuata ammonta a 24 milioni di euro per anno anche se questa cifra non comprende le opere di carità realizzate attraverso il l'Obolo o attraverso tutte le altre Fondazioni controllate dalla Santa Sede e non comprese nel bilancio consolidato.

 

«Il disavanzo che finora si è venuto a creare è stato finanziato attraverso i fondi derivanti dalla gestione dell’Obolo di San Pietro, le cui disponibilità e i relativi rendimenti, come detto, non rientrano nei bilanci della Santa Sede» si legge. Ma cosa accadrà nel 2020-2021 per colpa del Covid-19? Una circolare recente ha chiesto a ciascun dicastero una situazione aggiornata con evidenza delle disponibilità liquide e degli investimenti alla data del 31 marzo per poter successivamente determinare una proiezione dei flussi di cassa attesi.

 

Il tema del personale resta al centro dell'attenzione. In linea teorica  (solo in linea teorica) non si tratta solo di ridurre i costi e il numero dei dipendenti ma di dotare il Vaticano di una struttura complessiva più flessibile che fornisca le leve per determinare le politiche di gestione.

san pietro vaticano coronavirus

 

«Ciò implica assicurare flessibilità nel sistema retributivo in modo tale da poter premiare le competenze e i più meritevoli e essere in grado di poter affrontare periodi di criticità come quelli correnti con strumenti adeguati» suggeriscono i tecnici. Allo stesso tempo si tratta di fornire maggiori opportunità ai dipendenti, assicurando percorsi formativi standardizzati e una mobilità di routine che permetta a ciascuno (a partire da dirigenti e responsabili degli uffici) di conoscere e apprendere, nell’ambito delle proprie competenze, mansioni diverse e assumere differenti responsabilità nel tempo. Una riforma strutturale sarebbe auspicabile ma le attuali circostanze non sembrano favorevoli per avviare ora un’attività di questo tipo.

archivio vaticano 11

 

Allo studio c'è anche un codice degli appalti. Nodo spinosissimo che in passato era stato affrontato ma subito accantonato per i troppi interessi che ci girano attorno.

 

«Il lavoro di predisposizione di una legge che regolamenti gli acquisti e gli appalti della Santa Sede è prossimo alla conclusione» precisa il documento. Servirà ad adeguare il Vaticano agli standard internazionali per un maggior grado di efficienza ed economicità, «tutelandosi rispetto a possibili fenomeni di gestione non sana che ci espongono anche da un punto di vista di immagine (...) potranno anche essere conseguiti risparmi significativi ma bisogna tener conto che questa iniziativa avrà un certo impatto nelle dinamiche operative degli enti».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)