LA SOLITUDINE DI LURCH - I RISPARMI DI COTTARELLI INVECE DI TAGLIARE IL CUNEO FISCALE FINIRANNO NELLA SPESA CORRENTE - IL COMMISSARIO RISCHIA DI FARE LA FINE DI BONDI

Da ‘Il Foglio'

Ogni desiderio è spento e la poca vita si affida a esigui segnali, un ottimismo del pensiero ("la crescita ci sarà nel 2014", ha ripetuto ancora Enrico Letta), cui si accompagna tuttavia il pessimismo dell'azione: il governo ha deciso di corazzare con la fiducia la Legge di stabilità scritta dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e severamente avversata, oltre che dall'Anci, anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, "come temevo è un manovra insufficiente per la ripresa economica. Parlare di crescita è derisorio", ha detto.

Si vota oggi, alla Camera. E intanto, nelle pieghe degli emendamenti alla Legge di stabilità, che per sua natura è il regno del provvisorio e del condizionale, Carlo Cottarelli, il commissario alla spending review, ha scoperto che i trentadue miliardi che dovrebbero essere ricavati dal suo crudele lavoro di tagli alla spesa pubblica potrebbero non essere utilizzati per la riduzione del cuneo fiscale, cioè delle tasse, come invece era stato previsto al momento in cui lui aveva accettato l'incarico propostogli da Saccomanni e Letta lasciando il suo precedente lavoro al Fondo monetario internazionale.

Al taglio del cuneo fiscale è destinato l'ammontare dei risparmi - è scritto nel testo della legge - al netto "delle risorse da destinare a programmi finalizzati al conseguimento di esigenze prioritarie di equità sociale e di impegni inderogabili". Dietro il bizantinismo si nasconde il pasticcio italiano, e a Cottarelli la frase è apparsa subito degna di curiosità, con un vago senso di allarme.

"Al netto di esigenze prioritarie", significa che quei denari potrebbero finire ad alimentare la spesa corrente. E insomma così la spending review "si trasforma in una semplice partita di giro", sintetizza malizioso Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia, l'infaticabile oppositore di Saccomanni. E dunque, dicono che il commissario Cottarelli abbia forzato i limiti del mistero contenuto in quelle poche righe, al punto che i suoi timori e le sue riserve nei confronti dei suoi stessi committenti, i politici e il governo, piccole deità della dissipazione economica, hanno adesso acquisito un'incantata e terribile concretezza.

L'uomo dei tagli vive una solitudine forse senza speranza, sebbene queste tristezze non intacchino la serenità del suo smalto gioviale, ed è forse indeciso se adeguarsi o meno alle spire contraddittorie della politica, lui che, nel suo studio di Via XX Settembre, per settimane brandiva con orgoglio le deliberazioni del Consiglio dei ministri, accompagnandole, con entusiasmo effimero, a considerazioni intorno agli obiettivi del suo lavoro, così diversi da quelli del predecessore Enrico Bondi: "Con i soldi risparmiati abbasseremo le tasse - diceva - e renderemo più pesanti le buste paga". Adesso quelle stesse parole suonano come un'angosciata protesta, un impeto di ribellione, malgrado al ministero dell'Economia spieghino che "si tratta di segnali da dare all'Europa e nulla è davvero deciso".

 

COTTARELLI LURCH FAMIGLIA ADDAMS GIORGIO SQUINZI E CECCHERINI A BAGNAIA GIORGIO SQUINZI LETTA E SACCOMANNI images TITTI E RENATO BRUNETTA PUBBLICATO DA ZUCCONI ENRICO BONDI

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”