mustier

“SONO PIU’ ITALIANO DI TANTI ITALIANI, BASTA CON LE PARANOIE SUI FRANCESI” – JEAN PIERRE MUSTIER, AD DI UNICREDIT, PARA’ E SCARAMANTICO: “GENERALI DEVE RESTARE ITALIANA E TOCCA A MEDIOBANCA GARANTIRLO” – “NON MI FAREI PREPARARE IL PARACADUTE DA MESSINA” – E TRA LE RIGHE DICE CHE POSTE ITALIANE NON AVEVA CHANCE SU PIONEER

 

Francesco Spini e Marco Zatterini per la Stampa

 

JEAN PIERRE MUSTIERJEAN PIERRE MUSTIER

«Le Generali devono restare italiane». L' indiscrezione più rumorosa di Piazza Affari, quella che immagina i transalpini di Axa calare alla conquista della compagnia di Trieste con l' aiuto di Unicredit, si sente anche al ventottesimo piano della Torre di piazza Gae Aulenti. Jean Pierre Mustier, il francese che guida la banca, non riesce proprio a digerirla. «Basta con queste paranoie», reagisce con voce ferma, subito prima di definirsi «più italiano degli italiani», soprattutto quando si tratta di difendere il Paese.

 

Rifiuta ogni «teoria del complotto», giura che «di francese ho solo il passaporto». Nel fare questo, muove le mani e mostra una coppia di gemelli a forma di peperoncino. Paiono cornetti portafortuna. Come se, in sei mesi qui da noi, avesse imparato anche l' arte antica della scaramanzia.

 

TORRE UNICREDITTORRE UNICREDIT

Il top manager è mattiniero. Lavora agli ultimi ritocchi sull' intervento per l' assemblea di oggi, quando dovrà convincere gli azionisti a votare il maxi aumento di capitale da 13 miliardi necessario per rafforzare le prerogative di leader europeo della sua banca. «Parlerò in italiano, ci sarà bisogno della traduzione...», scherza.

 

Classe 1961, nato a Chamalierès in Alvernia, Mustier dovrà anche persuadere tutti di essere davvero il garante dei gioielli nazionali e non la lunga mano degli altri. Come temono in molti, nella capitale finanziaria come in quella politica del Bel Paese.

 

Monsieur Mustier, che cosa succede oggi?

«Con il nuovo piano Unicredit volterà pagina, risolverà il problema dei crediti deteriorati e avrà risorse per crescere. Il nostro è un piano credibile, gli investitori lo hanno capito: quello che diciamo, facciamo. Così i mercati si sono espressi in queste settimane. Basta guardare l' evoluzione del titolo dopo la presentazione di dicembre».

pioneerpioneer

 

Quando partirà l' aumento?

«Posso dire che sarà pronto prima del pagamento del bond Unicredit previsto per il 10 marzo».

 

Che aria tira sull' operazione?

«C' è interesse di molti investitori istituzionali, europei e americani. In queste settimane ne ho incontrati oltre 200. Il momento è favorevole: la prospettiva di un rialzo dei tassi e dell' inflazione ha fatto tornare l' interesse sul settore bancario. Inoltre, finito l' effetto referendum, il rischio percepito sull' Italia è diminuito: pesa positivamente la sostanziale continuità del governo. Il piano da 20 miliardi per le banche rende il settore finanziario italiano particolarmente interessante agli occhi di chi investe».

donnet mustier bolloredonnet mustier bollore

 

Qualche banca internazionale potrà cogliere la palla al balzo e diventare vostro azionista?

«Avremo solo investitori finanziari. Il nostro è un piano di crescita organica. Non abbiamo intenzione di trasformarlo in qualcosa di diverso».

 

Lei è a Milano da sei mesi. Quante telefonate ha ricevuto dai politici?

«Tanti contatti di presentazione. Interazioni normali col ministero dell' Economia e Bankitalia. Telefonate e incontri di cortesia. Mai pressioni o tentativi tesi a influenzarmi».

PIAZZA AFFARI BORSA MILANOPIAZZA AFFARI BORSA MILANO

 

Eppure, da che ha venduto Pioneer ai francesi di Amundi le parole di preoccupazione, nei palazzi della politica, si sono sprecate. Cosa risponde?

«Voglio dirlo una volta per tutte: basta con questa paranoia, le teorie complottiste sono del tutto fuori luogo. Pioneer? Con la vendita ad Amundi, Unicredit ha guadagnato il 50% in più di quanto avrebbe incassato cedendo la controllata al fondo anglosassone di private equity Warburg Pincus e agli spagnoli del Santander».

 

Un matrimonio che lei ha bloccato sull' altare.

«Pioneer sarebbe comunque finita in mani straniere, ma Unicredit avrebbe guadagnato 1,3 miliardi in meno. In più abbiamo salvato numerosi di posti di lavoro: Amundi assumerà 300 persone per gestire le nuove attività a Milano. Sono convinto che, al contrario, una cordata italiana avrebbe dovuto tagliare posti di lavoro per creare sinergie».

donnet prima e dopodonnet prima e dopo

 

Morale?

«Di questo affare hanno beneficiato i nostri clienti, gli azionisti, l' Italia. Cos' altro potevamo volere?».

 

L' accusano di essere una sorta di "longa manus" del nuovo potere francese. Che ribatte?

«Non vivo in Francia da quando avevo 21 anni. Attuali collegamenti con la Francia? Zero. Ho un passaporto francese, ecco tutto. Per il resto ho abitato in Giappone, a Hong Kong, negli Stati Uniti, a Londra. Qual è il mio interesse? Sviluppare e gestire Unicredit, una delle due sole banche paneuropee. Se seguissimo la logica delle nazionalità, in Germania potrebbero chiedersi perché mai la terza banca tedesca sia in mano agli italiani...».

 

Ma si parla della sua amicizia con Donnet, ad delle Generali ed ex manager di Axa, di presunti rapporti con Bolloré...

BOLLORE BERLUSCONIBOLLORE BERLUSCONI

«Sono amico di tutti e di nessuno. Finiamola con le teorie del complotto. Sento tanti commenti sui francesi e pochi su quanto l' Italia sia un grande Paese, che ha il giusto modello per il 21º secolo, grazie al suo tessuto imprenditoriale flessibile, adatto alle sfide imposte dai cambiamenti repentini. Io promuovo l' Italia in ogni incontro a cui partecipo. Non sento tutti gli italiani fare altrettanto, così si parla tanto dei francesi e sfugge qual è il vero problema che abbiamo».

 

Qual è?

«Le società hanno bisogno di capitali. Il rapporto tra la capitalizzazione di Borsa e il Pil in Italia è la metà della Germania. Deve crescere. Ma con la fusione tra London Stock Exchange e Deutsche Boerse, Borsa Italiana - che fa parte di Londra - rischia di risultare ancora meno rilevante in una piattaforma più grande. Questi sono i problemi concreti da affrontare, non i francesi. Sono discorsi di gente che pensa come nell' 800, a cui sfuggono i veri temi su cui si gioca il futuro. Io, questi temi, li conosco. La verità è che in questo sono più italiano di molti italiani».

alberto nagel vincent bollorealberto nagel vincent bollore

 

Se ne deduce che non sa nulla dell' affare Mediaset-Bolloré?

«Esatto. Il mio team è advisor di Mediaset, ma non ho alcun coinvolgimento personale nella vicenda».

 

Vorrebbe aumentare la quota Unicredit in Mediobanca?

«Considero Mediobanca parte della "famiglia", è un po' la nostra 15 a banca. Ma non abbiamo interesse ad accrescere la quota. Come azionisti italiani riteniamo che Mediobanca abbia due ruoli. Da un lato è una realtà importante per il Paese e deve sviluppare le attività in questo senso. Dall' altro è l' entità che controlla le Generali».

 

Quindi?

«Per noi come "gruppo italiano", e per me come "cittadino italiano", le Generali sono cruciali perché il Paese ha bisogno di avere un assicuratore forte e indipendente. Le Generali devono restare italiane, Mediobanca ha il compito di preservarne l' indipendenza».

carlo messina   carlo messina

 

Nella partita di Alitalia siete al fianco di Intesa Sanpaolo. Che ruolo giocherete in futuro?

«Un' economia trainata dall' export come quella italiana deve avere un forte vettore nazionale. Il settore aereo è sotto pressione ma lavoreremo a una soluzione. Siamo azionisti indiretti, perché abbiamo convertito il debito in capitale. L' obiettivo di lungo termine è stare al fianco di Alitalia ma come finanziatori. Non è il nostro compito essere azionista d' una compagnia aerea».

 

Lei è un paracadutista: si farebbe preparare il paracadute da Carlo Messina, l' ad di Intesa?

padoan montepaschi padoan montepaschi

«Scherza? Le regole sono chiare: mai farsi preparare da altri il kit di lancio! Se invece mi vuole chiedere se ho buoni rapporti con Messina la risposta è sì. Con Intesa Sanpaolo abbiamo una buona interazione, non potrebbe essere altrimenti: per supportare il sistema delle imprese servono più concorrenti e in salute».

 

Cosa ne pensa dello Stato azionista del Monte dei Paschi?

«Ora Siena ha un futuro, questa è una splendida notizia per il Paese, quindi anche per la nostra banca. Perché ciò che va bene per l' Italia, va bene per Unicredit».

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...