matteo del fante pietro labriola vincent bollore tim

SPEZZA-TIM! VENDUTA L’ARGENTERIA (LA RETE, I RIPETITORI DI INWIT, I CAVI DI SPARKLE), COSA RESTERÀ DELL’EX GLORIOSA TELECOM? L’IPOTESI PIÙ ROBUSTA ERA DI UNA TRIPARTIZIONE: ENTERPRISE E SERVIZI AL FONDO CVC, CONSUMERE A ILIAD E TIM BRASILE SUL MERCATO. MA L’INGRESSO DI POSTE CAMBIA TUTTO: IL GOVERNO RIENTRA NELL’EX MONOPOLISTA NON PER INTERESSI FINANZIARI E ACCUMULARE DIVIDENDI (CHE NON CI SONO), MA PER COMANDARE – IL PASTROCCHIO FIBERCOP E L’INFLUENZA DELLA FRANCOFOBIA DEL GOVERNO...

Estratto dell’articolo di Carlo Tecce per “L’Espresso”

 

MATTEO DEL FANTE

Ohibò. Una volta spezzato in due il corpo già agonizzante della vecchia Telecom, ci si è meravigliati che né Fibercop con la rete rame mista fibra né quel che rimane di Tim scoppiano di salute.

 

Fibercop è davvero un fenomeno prodigioso: in un semestre la società che doveva cablare l'Italia […] ha bruciato l'amministratore delegato Luigi Ferraris, le perizie tecniche allegate ai contratti, la pazienza degli azionisti stranieri che hanno investito per guadagnare bene e presto.

 

pietro labriola 1

Che ne sarà di Fibercop è un tema a lenta cottura, un brasato, che angoscia Palazzo Chigi e non troppo il fondo Kkr che ne detiene la quota più grossa: il governo verrà a salvarci, pensano gli americani.

 

Col tempo scopriremo se hanno ragione. Invece in Tim sono ancora in sollucchero perché, con l'operazione scorporo della rete rame e un po' di fibra rifilata a Fibercop, sono riusciti ad abbattere il debito e il carico di personale.

 

Ieri l'operazione scorporo sembrava un affare per il fondo americano Kkr, oggi potrebbe sembrare un capolavoro di Pietro Labriola gran capo di Tim, domani si teme possa essere, più che sembrare, un corpo già agonizzante spezzato in due, e basta. Con quel che significa.

 

E qui arriva Poste Italiane, che ha appena scambiato una partecipazione con Cassa depositi e prestiti e l'ha fatto per un interesse strategico e industriale non finanziario, cioè per comandare e governare, non per agguantare dividendi (semmai ce ne fossero).

 

VINCENT BOLLORE

Poste ha lasciato a Cdp il suo 3,8 per cento in Nexi pagamenti digitali e si è presa il 9,8 per cento di Tim con un conguaglio di 170 milioni di euro, prezzo scontato all'ultimo per il titolo che si è raffreddato, e adesso ne spieghiamo i motivi.

 

[…] Non si fa particolare menzione di altri due punti essenziali per Tim: venduta la rete in rame e fibra, l'ad Labriola ha venduto i ripetitori di Inwit e i cavi sottomarini di Sparkle; lo stesso Labriola confida di transare quest'anno col governo i canoni non corrisposti nel 1998, la sentenza ha fissato il risarcimento a oltre un miliardo di euro, ma se lo Stato paga subito può sperare in un prezzo di favore.

 

DARIO SCANNAPIECO

Questo è successo nel giro di un semestre, per il prossimo semestre non prendete impegni. Sarà molto intenso.  […] Lo scorporo, con il lancio di una nuova società, non ha certo aiutato.

 

Aggravante uno.

Tim è il principale operatore per la rete fissa col 38 per cento, ma in un anno ha perso l'1,9 e di conseguenza l'ha perso Fibercop che fornisce la rete a Tim. Aggravante due. Entro dicembre l'Antitrust deve stabilire se l'accordo che obbliga Tim a utilizzare Fibercop, circa 2 miliardi annui per 15 anni più 15 rinnovabili, configura una violazione della libera concorrenza.

 

MATTEO DEL FANTE

Il 27 per cento delle sim per traffico voce e dati è di Tim, Vodafone è assai vicina alla vetta, ma entrambe arretrano. L'unica che cresce è Iliad. Però nelle sottocategorie di sim residenziali e prepagate è Wind Tre il campione, mentre Tim è forte con gli abbonamenti.

 

Il mercato già da settimane fa presagire nuovi movimenti attorno a Tim più che il ritorno ai dividendi. Spezzata in due e vuotata l'argenteria, la società di Labriola potrebbe trasformarsi in uno spezzatino. Lo scenario è cambiato drasticamente con Poste Italiane, ma che scenario?

 

A lungo è circolata l'ipotesi, molto robusta, di un ingresso in Tim del fondo britannico Cvc, che già controlla Maticmind al fianco di Cdp, rilevando la partecipazione dei francesi Vivendi. La famiglia di Vincent Bolloré ha fallito la seconda campagna d'Italia e, fra l'ex Telecom e Mediaset, ha disperso circa 4 miliardi di euro, ma è ancora incagliata in Tim con il 23,75 per cento.

 

TIM VODAFONE

Anche gli altri francesi di Iliad hanno volteggiato con insistenza su Tim, stuzzicati dall'occasione di allargare la presenza in Italia. Dunque l'ipotesi spezzatino: un pezzo per Cvc (enterprise, servizi), un pezzo per Iliad (consumer, clienti), un pezzo per il miglior offerente (Tim Brasile).

 

Il titolo in Borsa ha trottato con varie congetture, il governo ha esitato per vari motivi. Il più geopolitico (o francofobico): Vodafone Fastweb è svizzera, Wind Tre è cinese, Iliad è francese, possiamo ritirarci dalla telefonia, che include datacenter e l'archiviazione in cloud, lasciando Tim ai francesi di Iliad che avanzano e ai francesi di Vivendi che mollano?

 

pietro labriola a Italian Tech Week

Allora si è inserita Poste Italiane, che da anni studia combinazioni industriali con Tim. La circostanza per l'ad Matteo Del Fante era propizia perché Cassa depositi e prestiti aveva bisogno di uscire da una Tim privata di ogni tipo di infrastruttura. Poste è attiva già nel mercato delle sim con circa il 4 per cento e il marchio Poste Mobile.

 

Si appoggia a Vodafone, l'accordo è scaduto e potrebbe passare a Tim. Questi sono dettagli. Il governo azionista (35 per cento Cdp, 29 il Tesoro) non ha ridotto la sua quota in Poste per fare cassa subito, ma ha preferito saggiamente conservare i dividendi. Le cedole sono sempre più abbondanti. Quest'anno da 1,4 miliardi. […] 

 

benedetto levi iliad

Ovviamente Poste Italiane, in prospettiva, si pone come guida industriale (le parole si ripetono) per l'ex Telecom. Nel percorso di ingresso non va scartato un coinvolgimento né di un fondo come il britannico Cvc né di un alleato di settore come Iliad, ma non c'è una speciale urgenza.

 

Questo dipende da Labriola e dai suoi collaboratori, in attesa di nuovi azionisti già sbarcati o pronti a sbarcare: che modello di azienda vogliono sviluppare adesso che dovrebbero essere liberi dal peso della rete? Poste può valutare le condizioni migliori per aumentare la quota in Tim e addirittura Vivendi, nonostante le batoste subite, può riflettere e calibrare meglio il suo eventuale addio. Non si deve rinunciare, a proposito di opportunità per citare Del Fante, alla possibilità di sorprendersi. Con una convinzione però, si 2 perdoni se banale: il governo dovrebbe rego- w lare il mercato, non illudersi di plasmarlo a R.

MATTEO DEL FANTE

suo piacimento. Altrimenti finisce con un corpo già agonizzante spezzato in due.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO