STATE BONOMI – IL PATRON DEL FONDO INVESTINDUSTRIAL BONOMI, DA POCO FUGGITO A GAMBE LEVATE DA BPM, ADESSO PUNTA ALLA MITTEL, STORICAMENTE VICINA AL PRESIDENTE DI INTESA ABRAMO BAZOLI

Alessandro Graziani per ‘Il Sole 24 Ore'

Andrea Bonomi, patron del fondo di private equity Investindustrial, punta a un'offerta «market friendly» per diventare il nuovo azionista di controllo della Mittel, la holding di partecipazioni e private equity che da anni gravita sotto l'influenza di Giovanni Bazoli. Il primo obiettivo, oggetto di colloqui riservati in corso nelle ultime settimane, è il pacchetto azionario del 15,3% della Mittel (di cui il 18,5% con diritto di voto) che fa capo alla Carlo Tassara di Romain Zaleski, alle prese con la richiesta urgente di cessione delle partecipazioni chieste dalle banche creditrici.

Nessuna conferma dalle fonti ufficiali dei due gruppi finanziari. Ma, secondo fonti autorevoli contattate da Il Sole 24 Ore, proprio il tema dell'assetto azionario della Mittel sarebbe stato al centro del colloquio riservato che Bonomi ha avuto nella sede di Intesa Sanpaolo due settimane fa (lo scorso 28 marzo, come rivelato dall'agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor). Dopo decenni al vertice, Bazoli da pochi mesi ha abbandonato la carica di presidente della Mittel, adempiendo alla nuova normativa sulle incompatibilità di incarico stabilita dalla legge Monti. E ha «lasciato» la presidenza della Mittel a Franco Dalla Sega, suo fedelissimo collaboratore - chiamato negli ultimi anni a ricoprire l'incarico di segretario del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo (presieduto da Bazoli) e da pochi giorni diventato per il Vaticano super-consulente dell'Apsa.

Che c'entra un investitore di stampo «anglosassone» come Bonomi in un piccolo tempio della finanza cattolica come la Mittel? Assolutamente niente, tanto che negli ambienti finanziari si ipotizza di un interesse di Bonomi per rilevare anche - del tutto o in parte - le altre quote di rilevo della finanziaria bresciana. Si va dal 10,9% in mano alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (che ha come «azionista» di ultima istanza il Vescovo di Trento, assai polemico mesi fa con la scelta della Mittel di investire in una catena di Compro-oro), all'8,8% dell'Istituto Atesino di Sviluppo (fondatore della Banca di Trento, a lungo guidata e poi pilotata nella nella futura Banca Intesa da Beniamino Andreatta). A consolidare la matrice cattolica della Mittel, c'è il 3,75% detenuto dall'Opera Educazione Cristiana tramite La Scuola Spa.

Una platea di azionisti «forti» che ha sempre avuto come unico comune denominatore la figura dell'81enne Giovanni Bazoli che infatti, informalmente, in questi giorni starebbe valutando con gli altri soci se, e a quali condizioni, accettare l'offerta di Bonomi di rilevare il controllo della Mittel. Prima ancora di entrare in ragionamenti relativi al prezzo, la ricognizione di Bazoli sembra tesa soprattutto a verificare quali potranno essere le future ambizioni strategiche della Mittel.

La traumatica uscita di scena dell'amministratore delegato Arnaldo Borghesi - relativa sia a scelte del passato che alle prospettive strategiche - sta obbligando i soci di riferimento a ragionare sulle prospettive della società. Ragionamenti che l'inevitabile messa in vendita della maxi-quota azionaria (15,3%) del finanziere bresciano Zaleski rendono urgenti poichè - dato il rilievo della partecipazione e la scarsa capitalizzazione della società (il 100% vale in Borsa poco meno di 150 milioni) - la monetizzazione frazionata sul mercato è praticamente impossibile.

Proprio la bassa valutazione della società sarebbe alla base dell'interesse di Bonomi, ma anche di altri investitori finanziari, che punterebbe a rilevare il controllo di Mittel rivoluzionandone la mission aziendale. Certo l'interesse non è per il portafoglio partecipazioni, ormai puramente di trading e non più strategico. Quello che un tempo era considerato il «salotto buono» della finanza cattolica, oggi conta su partecipazioni non più «sensibili» (come lo 0,37% di Ubi Banca o lo 0,089% di Intesa Sanpaolo) o l'1,33% del capitale ordinario di Rcs MediaGroup. Una quota che, pur nella sua esiguità, ha consentito negli ultimi decenni a Mittel di esercitare un ruolo di rilevo nella governance dell'editore del Corriere della Sera.

Ma dopo lo scioglimento del patto di sindacato di Rcs - che sulle materie più importanti riservava uguali poteri di voto ai partecipanti a prescindere dalle quote azionarie (eredità della vecchia Mediobanca secondo cui le azioni si pesavano e non si contavano) - la quota di Mittel è diventata marginale. Entro un paio di settimane, Bonomi dovrebbe tornare dall'estero. Ancora pochi giorni per capire se la trattativa riservata con l'entourage di Bazoli andrà in porto oppure no.

 

ANDREA BONOMI MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN Romain Zaleski

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