montepaschi viola profumo

“A SIENA PURE GLI USCERI DOVREBBERO FINIRE IN GALERA” – UNA SUPERCONSULENZA CHIESTA DALLA PROCURA GENERALE DI MILANO (LA STESSA CHE INGUAIA SALA PER EXPO) IMPALLINA L’ARCHIVIAZIONE DI VIOLA E PROFUMO, CHIESTA DAL PM GRECO PER MPS: I DERIVATI NON POTEVANO ESSERE USATI PER IL LORO AUMENTO DI CAPITALE

Francesco Specchia per Libero Quotidiano

 

L'iceberg della Monte dei Paschi di SienaL'iceberg della Monte dei Paschi di Siena

Il Monte dei Paschi di Siena, come Alitalia e il Pd, ci dà sempre grandi soddisfazioni. Mentre monta la suspense per il prossimo maxiprocesso milanese del 21 febbraio (per falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, 2.600 parti civili, per l' affaire Nomura e Deutsche Bank, Alexandria e Santorini) spunta un documento inoppugnabile che potrebbe far rinviare a giudizio Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, ex ad e presidente del Monte; ed invalidare l’intero aumento di capitale del 2014/2015.

 

FABRIZIO VIOLA MONTEPASCHI FABRIZIO VIOLA MONTEPASCHI

Ergo, la banca non avrebbe potuto chiedere gli aiuti di Stato, i «Monti Bond»; né quindi produrre quel leggendario aumento di capitale di 8 miliardi che spinse i banchieri e il governo Renzi ad un tronfio ottimismo: «Abbiamo salvato il Monte dei Paschi, potete tranquillamente investire », chè, poi, infatti, s’è visto... Il suddetto documento è una consulenza di parte firmata da Roberto Tasca Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari e Francesco Corielli, associato di Metodi Matematici per le Scienze Economiche - tra i migliori periti sul mercato - datata 10 gennaio 2017, ordinata dall’autorevole procuratore aggiunto della Procura Generale Felice Isnardi.

 

Il quale Isnardi, mosso dal dubbio, ha voluto svolgere «ulteriori accertamenti istruttori» sulla posizione di Monte dei Paschi indagata per la violazione della legge231 del 2001, nell’inchiesta che ipotizzava i reati di falso in bilancio e manipolazione del mercato a carico di Viola, Profumo e di altri nove personaggi. Reati per i quali, occhio, nel settembre scorso la stessa Procura di Milano di Francesco Greco aveva chiesto l’archiviazione.

mpsmps

 

Si trattava del caso dei famigerati derivati: 5miliardi che Viola e Profumo curiosamente, contabilizzarono a patrimonio come fossero titoli di Stato. Titoli, però, che la banca, non aveva acquistato e neppure pagato. E senza i derivati contabilizzati a patrimonio la banca avrebbe dovuto chiudere gli sportelli, dato che «togliendo i suddetti 5 miliardi, i profili di rischio Mps sarebbero aumentati del 200%», dice l’avvocato Paolo Emilio Falaschi, difensore di un centinaio di clienti del Monte sotto choc. Epperò, con quei dineri farlocchi si fece l’aumento di capitale di 8 miliardi del2014-2015 «che sapevano non sarebbe servito a nulla».

 

I clienti massacrati chiesero giustizia. Ma la Procura di Milano dopo una lettera del legale di Mps - che attestava che anche fossero quelli stati derivati, i profili di rischio dei clienti non sarebbero stati alterati, e quindi addio ipotesi di falso in bilancio - chiese l’archiviazione. I risparmiatori presentarono opposizione, e il Gip milanese Cristofano fissò l’udienza per discuterne il 15 marzo 2017.

 

bncitl35 alessandro profumobncitl35 alessandro profumo

Sembrava una formalità, difficilmente due Procure si fanno la guerra. Ma la consulenza di Tasca e Corielli rimette tutto in gioco. Difficilissima da decifrare, dalla sua sintassi bancaria si estraggono concetti come: «I derivati relativi alle operazioni Santorini e Alexandria non sono “destinati a coprire da rischio di insolvenza un portafoglio di finanziamenti” bensì corrispondono ad una “vendita” di questa copertura; non potrebbero, quindi, essere inseriti nel perimetro dei derivati di credito compresi nel banking book ai fini di vigilanza. Qualora questa fosse la giustificazione per l’inclusione di tali derivati nel banking book, la stessa sarebbe contraddittoria rispetto ai criteri specificati dalla stessa BMPS».

 

Felice IsnardiFelice Isnardi

Oppure: «La situazionedi BMPS risultava cagionata da fenomeni di cattiva gestione delle attività/ passività o da strategie rischiose, quali devono intendersi l’acquisizione di una banca a prezzi troppo elevati, le perdite sul portafogli crediti, o la sottoscrizione di derivati di credito. In questo caso è chiaro che le previsioni della Commissione Europea potevano essere diverse perché sarebbero state valutate procedure di intervento: «nel normale quadro degli aiuti al salvataggio...nonché misure compensative per limitare le distorsioni della concorrenza». Tutto ciò difficilmente avrebbe condotto «all’autorizzazione all’emissione dei Monti bond».E siattesta che «i profili di rischio aumentarono «di28 volte ». E si prospetta, dagli artt. 22 e 23 della Comunicazione CE (2009/C 10/03) che la banca «dovrebbe essere posta in amministrazione controllata o liquidata in conformità del diritto comunitario e nazionale».

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

 

In soldoni, il documento dà ragione ai risparmiatori, e non alla Procura generale. E non si può dire che ci siano contrasti personali sui consulenti, dato che Tasca e Corielli sono gli stessi periti che la Procura di Milano già utilizza per le vicende Mps. Soltanto che ora sono subentrati nuovi elementi; e, banalmente, sulla base di quegli elementi ai due professori sono state fatte altre domande. Probabilmente quelle giuste.

 

La consulenza è di un’importanza capitale. Di fatto, attesta che la situazione mortifera della banca deriva da scelte manageriali storicamente scellerate: a) acquisto assurdo di Antonveneta; 2) concessioni incredibili di crediti a pioggia a clienti «pregiati» (leggi Sorgenia), soldi a cani e porci; c) inerzia totale sul recupero degli stessi crediti sfociata, appunto, nell’operazione derivati.

 

La banca insomma, era un verminaio già da prima. Ora, scartata -ma non si sa mai- la costituzione ad adiuvandum di Isnardi, se tra un mese il gip Cristofano decidesse di accogliere l’opposizione all’archiviazione, per Viola e Profumo scatterebbe il rinvio e a giudizio. «E si finirebbe per invalidare, dati i bilanci falsati anche l'aumento di capitale del 2014», aggiunge Romolo Semplici, Associazione Buongoverno di Siena, «con tutto ciò che potrebbe conseguire». E cioè una reazione a catena.

 

MPSMPS

La richiesta di amministrazione straordinaria nella quale, acclarato lo stato d’insolvenza dell’istituto, la prescrizione dei reati non decorrerebbe più dalla data del fatto (più di 10 anni fa), ma dal momento della dichiarazione d’insolvenza stessa, cioè da ora. E si aprirebbero scenari di sana galera per tutti i coinvolti in un’ipotetica bancarotta fraudolenta. «Metterebbero ai ferri anche gli uscieri...», è il commento malizioso dei senesi. Sembra una fiction, lo so. Ma gli studi legali, grazie a questa consulenza dal sen fuggita, ci stanno lavorando...

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)