LE TASSE DI GOOGLE «SPARITE» FRA IRLANDA, OLANDA E BERMUDA - ARPE E I 42 MILIONI DI SATOR IMPEGNATI NELLA BATTAGLIA SU FONSAI - LA7, NOVARI PROVA A CONVINCERE LI KA SHING - WARREN BUFFETT METTE NEL MIRINO I GADGET DELLA ORIENTAL TRADING COMPANY - POPOLARE DI SPOLETO SEMPRE PIÙ GIÙ - UN ESPERTO DEL TRIBUNALE PER PARMALAT-LACTALIS USA - MPS, TEMPI SUPPLEMENTARI PER LE TRATTATIVE CON I SINDACATI…

1- ARPE E I 42 MILIONI DI SATOR IMPEGNATI NELLA BATTAGLIA SU FONSAI
Corriere della Sera - (f.mas.)
Sette mesi di battaglia, di scontri in punta di diritto e a colpi di comunicati ma anche di raccolta di capitali, per il fondo Sator di Matteo Arpe impegnato a contrastare l'operazione di aggregazione di Fonsai con Unipol. In Arepo pr - veicolo costituito per contrastare la fusione tra Fonsai e la compagnia assicurativa delle coop orchestrata da Mediobanca e Unicredit per salvare il gruppo della famiglia Ligresti - la cassaforte lussemburghese Sator sarl ha immesso in due tranche 42,5 milioni di euro:

l'ultima è stata versata il 31 luglio scorso, per 19,5 milioni, ed è servita a sottoscrivere la quota di competenza nell'aumento di capitale Fonsai da 1 miliardo. Una mossa obbligata per il fondo dell'ex amministratore delegato di Capitalia, altrimenti destinato alla diluizione. A marzo la dotazione di capitale di Arepo pr - come riportava ieri l'Ansa - era di 23 milioni. Quanti dei 42,5 milioni siano stati effettivamente impiegati nella contesa Fonsai non è chiaro perché Arpe non ha mai fatto sapere i valori di carico delle azioni: ad oggi il pacchetto del 3% vale comunque 28 milioni circa. E il suo futuro è legato al successo dei piani degli avversari.

2- TI MEDIA, NOVARI PROVA A CONVINCERE LI KA SHING
Il Sole 24 Ore
- Mai come in questi giorni sembra occupata la linea telefonica tra Milano, sede di 3 Italia, e Hong Kong, dove c'è il quartier generale della casa madre Hutchison Whampoa. Vincenzo Novari, Ad della società telefonica nata nel 1999 con il lancio dell'Umts, punta infatti a fare un'offerta per TiMedia: sia per gli asset televisivi (La7 e Mtv) sia per i multiplex. E per arrivare a questo obiettivo Novari sarebbe in pressing. Avrebbe infatti ingaggiato i due consulenti finanziari di cui più si fida il magnate di Hong Kong Li Ka Shing, presidente di Hutchison Whampoa: cioè Hsbc e Goldman Sachs.

Ma il via libera all'operazione tarda ad arrivare da Hong Kong. E per questo motivo Novari avrebbe chiesto una proroga a Telecom Italia rispetto alla scadenza per le offerte su TiMedia, prevista per il 19 novembre. Ma perché una società telefonica controllata da un gruppo cinese dovrebbe rilevare una tv italiana? Il vero tesoro restano i multiplex, che potrebbero essere convertiti anche per uso telefonico. (C.Fe.)

3-IL «GURU» BUFFETT INCURIOSITO DAI GADGET
Il Sole 24 Ore -
Il suo fiuto è leggendario e la sua fama è universale. Nessuno mette in dubbio le sue scelte e ogni anno qualche super-ricco per avere il privilegio di cenare (e scambiare qualche opinione) con lui sborsa qualche milioncino di dollari. Si parla ovviamente dell'Oracolo di Omaha, al secolo Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del pianeta, e fondatore della holding Berckshire Hataway. Tanto per fare qualche esempio Buffett recentemente ha rilevato la chimica Lubrizol, una quota di Ibm, le ferrovie Burlington Northern Santa Fe, ha abbandonato le scommesse sui bond municipali Usa.

La sua filosofia si basa su alcuni semplici principi tra cui «non perdere mai denaro» e acquistare sempre titoli a meno del loro valore effettivo. Ora Buffett ha messo gli occhi sul venditore di gadget, bomboniere e articoli per la casa Oriental Trading Company, che distribuisce i suoi prodotti via catalogo e via web. Quindi dopo banche, assicurazioni, treni, computer, ora si dovrà puntare su articoli un po' più frivoli. Sarà un segno di qualche cambiamento epocale? (B.Ce.)

4- POPOLARE SPOLETO E LE PAGELLE DI MOODY'S
Sole 24 Ore - Più giù, sempre più giù. Per la Popolare di Spoleto non c'è tregua. Di recente è toccato a Moody's bocciare per l'ennesima volta il rating dell'istituto portandolo a B3 da Ba2. Spazzatura era, spazzatura rimane. In peggio. A preoccupare gli analisti quella massa di crediti deteriorati o dubbi che ammontano a giugno del 2012 a 306 milioni, saliti di altri 25 milioni dal dato relativo alla fine di dicembre 2011.

In pratica, rappresentano una quota pari a oltre il 10% degli impieghi dell'istituto. Unite a questo un Tier 1 (il patrimonio di base sulle attività a rischio) gracile al 7,5%, l'ispezione Bankitalia, le incognite sul futuro assetto azionario e su chi potrà sottoscrivere l'aumento di capitale, e non c'è da stupirsi che la pagella segni profondo rosso. (Fa.P.)

5- LE TASSE DI GOOGLE «SPARITE» FRA IRLANDA, OLANDA E BERMUDA
Corriere della Sera -
Gli editori (e i governi) scalpitano contro Google. Soprattutto in Francia, in Germania e in Italia, dove la questione di far pagare al motore di ricerca il «prelievo» delle notizie che poi pubblica sui suoi siti si sta facendo strada. Nel frattempo il gruppo di Mountain View tratta fiscalmente i suoi profitti con abilità: su 12,5 miliardi di euro di ricavi imputati alla sua sede in Irlanda solo una ventina di milioni vanno in tasse.

La ricostruzione è dell'Irish Times, che ha mostrato come Google abbia concesso in licenza il suo software a una controllata locale, Google Ireland Holdings, che ha la sua base fiscale a Bermuda. A sua volta la filiale di Dublino ha concesso la licenza sulla medesima tecnologia a una società olandese che l'avrebbe poi a sua volta rigirata a Google Ireland Ltd, dove finiscono tutti i profitti generati dal gruppo fuori dagli Stati Uniti.

Ma questi soldi tornano sotto forma di royalties alla controllata olandese che li trasferisce - di nuovo tramite Google Ireland Holdings - nelle Bermuda dove non sono previste tasse sulle aziende. E, secondo la legislazione irlandese, sui profitti trasferiti a un altro paese Ue non si pagano tasse. Alla fine di questo giro su entrate stimate in 12,5 miliardi, Google avrebbe denunciato utili pre-tasse per 24 milioni.

6- UN ESPERTO DEL TRIBUNALE PER PARMALAT-LACTALIS USA
Corriere della Sera - (f.mas.) Chi l'avrebbe mai detto che Parmalat si sarebbe ritrovata, anche sotto la nuova compagine francese, ad essere esaminata da un esperto nominato dal tribunale? Eppure è ciò che sta accadendo in questi giorni. Entro il 15 novembre il commercialista Roberto Guiotto, 45 anni, partner di studio associato a Parma, dovrà esaminare la discussa operazione di acquisizione di Lactalis Usa per 957 milioni di euro da parte del gruppo di Collecchio, controllato all'83% dallo stesso colosso francese, Lactalis, che è proprietario anche della società americana.

Guiotto è l'esperto nominato dal tribunale civile di Parma presieduto da Roberto Piscopo, su richiesta della stessa Parmalat, come curatore speciale per valutare i termini dell'acquisizione del gruppo americano, messa in dubbio da alcuni azionisti di minoranza.

L'azione del tribunale civile, richiesta dal fondo Amber - che nel consiglio di amministrazione esprime il consigliere Umberto Mosetti - e diretta a sollecitare un'ispezione della società ex articolo 2409 del codice civile, si somma all'indagine penale, finora senza indagati, aperta dai pm parmigiani Lucia Russo e Fabrizio Pensa con l'ipotesi di appropriazione indebita aggravata: l'obiettivo è verificare se il prezzo pagato dalla Parmalat controllata dai francesi per acquisire dagli stessi francesi le attività americane sia stato congruo e se il comportamento del consiglio di amministrazione presieduto da Franco Tatò e guidato da Yvon Guerin sia stato corretto. In ballo ci sono gli 1,4 miliardi di liquidità raccolta dall'ex commissario straordinario e poi amministratore delegato, Enrico Bondi, con le cause al sistema bancario legato al crack di Calisto Tanzi del 2003.

Soldi che dovevano servire per l'espansione del gruppo o per il ristoro degli ex obbligazionisti diventati azionisti e non per ripagare - secondo le interpretazioni dell'operazione Usa - i debiti contratti da Lactalis per scalare Collecchio. La memoria dell'esperto dovrà essere depositata entro il 15 novembre in vista delle udienze già fissate per il 27 e il 29 novembre alle quali - come già lo scorso 26 ottobre - parteciperà l'intero board di Parmalat, a cominciare proprio da Tatò e Guerin. Che dovranno essere sentiti, insieme con il collegio sindacale.

7- MPS, TEMPI SUPPLEMENTARI PER LE TRATTATIVE CON I SINDACATI
Corriere della Sera - (f.mas.)
Tempi supplementari nella dura trattativa tra Mps e i sindacati dei bancari, dopo la rottura sul piano industriale che prevede 2.300 esternalizzazioni, ma sul destino del contratto incombe il rischio di un approdo nelle aule di giustizia. Ieri l'amministratore delegato del Monte, Fabrizio Viola, in una lettera ha detto che la banca riaprirà le discussioni, «pur non essendovi tenuta», per il rinnovo del contratto integrativo aziendale.

Il tavolo si riaprirà lunedì 12 e durerà un mese. Lo scontro nasce dal fatto che da ieri la banca ha disdettato il precedente integrativo: una mossa «politicamente sconcertante» per i sindacati e «non in regola con le prassi negoziali esistenti nel settore, e che ovviamente sarà sottoposta agli avvocati del sindacato per verificarne l'accettabilità a livello legale». Viola è determinato a recuperare redditività attraverso il taglio dei costi, anche senza accordo con i sindacati. Perché è in gioco «il destino della banca».

 

Matteo Arpe AD Sator e Paolo Madron Direttore Lettera 43VINCENZO NOVARI ISABELLA VOTINO E LUISA TUDINI BUFFETT gates Giovanni Antonini Banca Popolare di SpoletoI FONDATORI DI GOOGLE SERGEI BRIN E LARRY PAGE lAd di Lactalis Jean Marc Bernier GRUPPO LACTALISLactalisSede MPSMPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO