renzi - telecom - bollore

CHIAMATELA TELECOM FRANCE 2 – GIRANO BELLE VOCI IN BORSA, TIPO CHE BOLLORÈ HA GIÀ IL 25% E NIEL IL 20% DI TELECOM ITALIA – NIEL PRENDE POSIZIONE IN VISTA DI UNA LUNGA BATTAGLIA E CERCA APPOGGIO NEGLI HEDGE FUND - PATUANO CON NIEL? - IL GOVERNO HA MANI LEGATE

1.TELECOM, LA BORSA SCRUTA LE MOSSE DI NIEL

Da “il Giornale

NIELNIEL

 

Quella che inizia oggi dovrebbe essere la settimana dello show down istituzionale per il magnate francese Xavier Niel, da poco arrampicatosi con un blitz al 15% di Telecom Italia attraverso opzioni e derivati. Il papà di Free è atteso domani in Consob, che vuole vedere chiaro dentro al castello di posizioni costruito dall' uomo d' affari francese e sull' obiettivo della sua «scalata». Sarebbe poi previsto un incontro tra alcuni emissari dello stesso Niel e i vertici di Cdp, l' ad Fabio Gallia e il presidente Claudio Costamagna.

 

In sostanza il braccio armato economico del governo Renzi ,appena utilizzato su Saipem. Tornano, infatti, le voci di un possibile impegno della Cassa anche in Telecom , complice il carattere strategico della rete a banda larga. «Il governo non è preoccupato. Certo, osserva con attenzione quello che sta succedendo ma allo stato non mi sembra ci siano specifici motivi di allarme. Quella che conta non è la bandierina, ma il piano industriale che c' è dietro», ha messo le mani avanti il ministro della Sviluppo economico, Federica Guidi con il Corriere.

NIEL HOLLANDE HIDALGONIEL HOLLANDE HIDALGO


L'attenzione della Borsa già questa mattina sarà comunque puntata a intercettare i segnali di guerra tra l' outsider Neil e Vivendi, attuale primo socio e «padrone di casa» di Telecom con il 20%. Il gruppo presieduto dal finanziere Vincent Bollorè, che è anche grande socio di Mediobanca, ha già ribadito la «strategicità» dell' investimento in Telecom e, secondo voci, potrebbe presto arrotondare l' impegno pur restando sotto al 25%, così da evitare l' Opa. Lo stesso potrebbe fare Niel, che a breve potrebbe salire al 20%.

 

 

2. NIEL CONTRO BOLLORÉ CERCA L' AIUTO DEI FONDI PER CONTROLLARE TELECOM

Francesco Spini per “la Stampa

 

Il blitz con cui il miliardario francese Xavier Niel ha fatto irruzione in Telecom Italia, prenotando il 15,1% del capitale assume sempre più i contorni di una vera e propria scalata.

xavier niel delphine arnaultxavier niel delphine arnault


Secondo diversi osservatori il castello di opzioni e derivati con cui Neil ha preso posizione sarebbe velocemente convertibile in azioni. In particolare il 5,1% isolato in un «total return equity swap» una volta esercitato consentirebbe di ottenere in breve tempo la convocazione di un' assemblea che scatenerebbe una guerra all' ultimo voto tra Vivendi e Niel per nominare i nuovi vertici. E il patron di Iliad ha già dato prova in partite precedenti di avere un buon seguito di fondi hedge.


A questo punto sul mercato già si ragiona su quali potrebbero essere gli schieramenti. Esercizio non facile, visto che Niel, che settimana prossima sarebbe atteso in Consob, non ha ancora spiegato il suo progetto.


Ieri sono circolate anche ipotesi secondo cui alla regia del raid di Niel - che secondo le stesse indiscrezioni avrebbe contatti con l' ad di Telecom, Marco Patuano - ci sarebbe addirittura la Cdp pronta ad affiancare il francese in un secondo momento nell' azionariato. Fonti vicine alla Cassa hanno bollato la cosa come «fantafinanza».

XAVIER NIEL E SARKOZYXAVIER NIEL E SARKOZY


Di fatto la partita in corso ha riacceso d' improvviso i fari su un gigante, Telecom Italia, che sembrava aver perso allure. Invece, sotto la regia di Matthieu Pigasse, influente banchiere di Lazard a Parigi e da sempre consigliere del patron di Iliad, Niel avrebbe considerato i diversi motivi per intervenire sulla società non più inchiodata come un tempo sulla questione del suo pur ingente debito.
 

Per Niel invece il gruppo italiano potrebbe essere terreno fertile per importare il suo modello low cost di «quadruple play», pacchetti integrati tra servizi voce, dati tra fisso e mobile, attraverso cui veicolare contenuti televisivi. Un mestiere che in patria Neil porta avanti attraverso offerte assai competitive. Un business giovane, che in Italia non vede ancora una declinazione in un gruppo integrato (a lungo si è favoleggiato di un' integrazione tra Telecom e Mediaset), ma viene offerta attraverso accordi commerciali con Sky, Mediaset e Netflix.

xavier nielxavier niel

 

Un altro motivo di interesse per Telecom deriva dalla probabile prossima ondata di fusioni e acquisizioni nel settore. Da tempo Orange ha mostrato interesse per il gruppo italiano. La fusione però troverebbe un ostacolo proprio nella Vivendi di Vincent Bollorè che al governo avrebbe garantito di mantenere Telecom indipendente. C'è poi la partita in Brasile, recentemente riaperta da LetterOne, il fondo del russo Fridman che punta ad aggregare Tim Brasil con la concorrente Oi.

 

 

3. IL GOVERNO PRONTO AD USARE I POTERI ANTISCALATA

Alessandro Barbera per “la Stampa

 

BOLLORE HAVASBOLLORE HAVAS

Come accade puntualmente alla vigilia delle grandi guerre di finanza, attorno ai destini della preda Telecom circolano voci di ogni tipo. Quelle più incontrollate riguardano i numeri della scalata: Vivendi - che ha dichiarato di possedere il venti - sarebbe già al venticinque per cento del capitale. Xavier Niel - che a sua volta ha dichiarato il quindici - avrebbe in realtà rastrellato fino a un quinto delle quote.


Poi ci sono le interpretazioni sulle reali intenzioni dell' imprenditore francese. C' è chi sostiene che Niel si sia mosso in assoluta solitudine, abbia fiutato l' affare, ma ora sia pronto a scendere a patti con il patron di Vivendi Vincent Bolloré. C' è chi vede dietro l' ombra di Niel quella degli spagnoli di Telefonica, chi quella del governo italiano il quale, attraverso il presidente di Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, tenterebbe così di tenere a bada il vero raider di questa partita, ovvero Bolloré.

bollore article bollore article


«Nessun attivismo di questo tipo», smentiscono con fermezza da Cdp e Palazzo Chigi. Una cosa è certa: attorno al destino dell' ex monopolista pubblico il governo si gioca suo malgrado una partita piuttosto delicata.


Il mondo della telefonia in Europa sta entrando in una fase di grandi consolidamenti: basti dire che ancora oggi nel vecchio continente si contano un centinaio di operatori nazionali contro i cinque statunitensi. La mancata separazione della rete di telefonia dall' azienda Telecom - una vicenda che qualche anno fa per poco non mandò in crisi il secondo governo Prodi - pesa come un macigno sui destini di una scalata sulla quale formalmente il governo non avrebbe molto da dire.

 

Nessuno ha dimenticato che il progetto dell' ex consigliere di Renzi Andrea Guerra era quello di far entrare Cdp nell' azionariato di Telecom, e portarla così in dote ad un progetto paneuropeo, come ad esempio una fusione a tre con Orange e Deutsche Telekom.

bouquet et claudio costamagna 637x0 1bouquet et claudio costamagna 637x0 1


Lo scarno comunicato diffuso venerdì da Palazzo Chigi è però anche la dimostrazione che il governo ha in qualche modo le mani legate: non può chiamare in causa i poteri speciali anti-scalata, perché non sono stati attivati contro Telefonica, né contro Vivendi, e non c' è ragione per farlo contro il terzo incomodo francese.

 

Altra cosa sarebbe se Niel ambisse a concludere un' operazione mordi e fuggi, magari cedendo le quote a un concorrente cinese o russo. Tutti gli indizi dicono che questa partita sarà lunga, ma si giocherà ancora una volta dentro i confini europei.
 

 

 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)