TELECOM NON BALLA LA SAMBA – L’ANTITRUST BRASILIANA CHIEDE LA DISCESA DI TELEFONICA O LA VENDITA DI TIM BRASIL – MUCCHETTI: “ATTENZIONE AL PATERACCHIO” DIETRO A UN EVENTUALE SPEZZATINO SUDAMERICANO

Carlotta Scozzari per Dagospia

Come ampiamente previsto, nella notte, è arrivato l'aut aut dell'Antitrust brasiliana, il Cade, a Telecom Italia: se si vuole evitare la multa, va venduta la controllata Tim Brasil. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha, infatti, deciso di infliggere una sanzione di 15 milioni di reais (circa 5 milioni di euro) a Telefonica per avere aumentato, attraverso Telco, la scatola che controlla la società italiana di telecomunicazioni al 22,4%, la partecipazione in Telecom Italia, ritenendo l'operazione in contrasto con gli accordi del 2010 che prevedevano la separazione delle due società concorrenti sul mercato brasiliano della telefonia mobile.

Da ricordare che il gruppo spagnolo guidato da Cesar Alierta, nel paese, possiede Vivo, mentre quello italiano controlla Tim Brasil. Anche quest'ultima società è stata multata direttamente dal Cade per un milione di reais (circa 330 mila euro).

"Telecom Italia venda Tim Brasil o Telefonica esca da Telecom Italia", ha sintetizzato Vinicius Marques de Carvalho, presidente dell'antitrust brasiliana, sottolineando come le due cose insieme non possano stare. Per il presidente del Cade, non vi è, infatti, alcun aspetto degli accordi siglati nel 2010 sulla separazione tra Vivo e Tim che dia margine per legami più stretti tra i concorrenti. "Ogni modifica della quota di Telefonica in Telecom Italia potrebbe minare l' equilibrio del mercato", è la previsione alla base del verdetto.

E adesso come si muoverà Telecom Italia, che nei giorni scorsi ha più volte ribadito la "strategicità" della controllata Tim Brasil a meno che non giungano offerte a cui proprio non si possa dire di no (e non pare proprio, al momento, questo essere il caso)? La questione sarà senz'altro al centro del consiglio di amministrazione, già cominciato e destinato a durare ore e ore.

In consiglio si farà il punto anche in vista dell'assemblea del 20 dicembre che dovrà decidere sull'azzeramento dell'attuale board, come richiesto dal socio al 5% Marco Fossati, da giorni ormai in polemica con Telco e soprattutto con il suo primo azionista Telefonica. Determinante, per capire come si orienterà il voto, sarà l'affluenza dei fondi all'assise, dal momento che non è poi così difficile, almeno sulla carta e al netto dei vari conflitti di interesse, mettere in minoranza la holding che controlla Telecom con poco più del 20 per cento.

Intanto, dopo la decisione del Cade, il battagliero Fossati ha di nuovo alzato la voce chiedendo "un intervento immediato e risolutivo da parte delle autorità di controllo italiane al fine di riconoscere il controllo di fatto di Telco su Telecom Italia, come già fatto dalle autorità brasiliane, con tutte le relative conseguenze giuridiche e finanziarie". Fossati, dopo il pronunciamento dell'antitrust brasiliana, sostiene che "le conseguenti soluzioni imposte dal Cade a Telefonica non possono essere a detrimento e danno di Telecom Italia". In altri termini, per l'ex mister dado Star, "la soluzione non può e non deve essere la vendita, obbligata, di Tim Brasil, ritenuta strategica dallo stesso management di Telecom Italia".

"E' ormai evidente - ha rincarato la dose il senatore del Pd Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria, che da giorni segue con attenzione la vicenda - che la cessione di Tim Brasil non corrisponde agli interessi dell'azienda Telecom Italia ma a quelli di un suo azionista e concorrente qual è Telefonica. Ma attenzione alle furbate. Sento dire di una fusione tra Vivo, la filiale brasiliana di Telefonica, e Tim Brasil con la conseguente cessione di parti della combined entity agli altri operatori del grande paese sudamericano. Sarebbe uno spezzatino a prezzo vile. Se l'operatore pubblico locale ne avesse un vantaggio - ha messo in guardia Mucchetti - il Cade potrebbe avallare il pateracchio".

Per i piccoli soci di Asati, la decisione del Cade "non fa che confermare ulteriormente quanto avviene in Italia ovvero il controllo diretto di Telefonica su Telecom Italia tramite Telco". Perciò, l'associazione di piccoli azionisti e dipendenti "richiede alla Consob di emettere immediatamente un decisione analogo che sancisca formalmente un dato di fatto e imponga o il consolidamento del debito di Telecom Italia in Telco oppure lo scioglimento immediato dei patti Telco e quindi l'attribuzione ai singoli azionisti di Telco delle rispettive quote di Telecom Italia". Asati chiede inoltre al cda di Telecom in corso che "non venga assolutamente toccato nessuna ipotesi di ventilata vendita di Tim Brasil".

 

 

tim logo tela telecom tim brasil PATUANO MARCO FOSSATI FOTO ANSA TELECOM c c fa a ca dd

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...