TELEFONICA A GAMBA TESA CONTRO LA FUSIONE TELECOM-H3G - CDP USERÀ METROWEB PER PRENDERSI LA RETE

1. TELECOM ITALIA: CDP PUNTA SU METROWEB PER INGRESSO IN NEWCO RETE
Radiocor - C'e' anche Metroweb Italia, la societa' controllata da F2i (con il 53,8%) e dal Fondo Strategico Italiano (46,2%) di Cdp, nella grande partita del riassetto di Telecom. Il piano, secondo quanto risulta a Radiocor, prevede che la societa' specializzata nella banda larga ultraveloce rappresenti parte dell'investimento del Fondo strategico nella newco in cui Telecom eventualmente conferira' la rete fissa scorporata e che verrebbe quotata a Piazza Affari.

Al momento, in assenza di decisioni ufficiali, si tratta soltanto di un progetto che, per essere implementato, dovra' soddisfare tutti i soggetti coinvolti ? dal Fondo strategico a F2i fino alla stessa Telecom - sia sulle valutazioni, sia sulla ripartizione dei debiti sia sulle tempistiche di realizzazione. Le stime che circolano sul mercato per la rete parlano di un equity value di 4 miliardi circa (14 miliardi di enterprise value e 10 di debito): il conferimento di Metroweb Italia, il cui valore e' stimato in quasi 400 milioni, varrebbe dunque poco meno del 10%.

L'operazione, per agevolare le valutazioni, potrebbe anche avvenire in una fase successiva allo sbarco in Borsa della newco (in cui Fsi potrebbe sottoscrivere una quota), prendendo come riferimento proprio le quotazioni sul listino.


2. TELECOM-3 ITALIA, GLI SPAGNOLI A GAMBA TESA CONTRO LA FUSIONE
Rosario Dimito per "Il Messaggero"

Su 3 Italia e lo scorporo della rete deciderà il cda Telecom di domani, fissato per le 9,30 a Torino. E l'esito è aperto specie per quanto riguarda le nozze con i cinesi fortemente osteggiate da Telefonica, primo azionista di Telco. Il comitato formato dal presidente esecutivo Franco Bernabè, Julio Linares, Gabriele Galateri ed Elio Catania, riunitosi anche ieri pomeriggio a Milano, avrebbe concluso il suo mandato ricevuto dal board dell'11 aprile di valutare se aprire il negoziato col più piccolo operatore mobile.

Ma i saggi avrebbero convenuto di non fare alcuna proposta concreta al cda, nel senso di raccomandare o meno la fusione con 3, condizionata da Hutchison Whampoa all'assunzione della leadership azionaria del gruppo delle tlc. Questo, probabilmente, per evitare di formalizzare una spaccatura con Linares, il ceo degli spagnoli che formalmente avrebbe eccepito che la fusione fra Telecom e 3 Italia metterebbe a rischio il controllo della rete mobile, l'altro asset strategico per l'Italia oltre alla rete fissa.

Il comitato insomma preferisce una posizione diplomatica anche perché di dati certi sulla controparte non ce ne sarebbero: 3 approva i conti 2012 entro il 30 giugno, perciò sarebbe stato possibile ricostruire solo una situazione patrimoniale proforma sulla base dei numeri comunicati da Goldman agli advisor di Telecom.

DIVERGENZE SULLE SINERGIE
Per questo dovrebbero essere Credit Suisse per il comitato, Rothschild e Cmc Capital per il cda a illustrare il risultato dell'istruttoria confezionata da cui emergerebbe una forte divaricazione sul valore delle sinergie potenziali prodotte dalla fusione: oltre 1 miliardo, secondo la proiezione fatte da Goldman, meno di 500 milioni secondo le ipotesi dei consulenti dell'incumbent.

E il balletto dei numeri dipenderebbe da dove allocare i risparmi rispetto alle torri, alla parte commerciale, ai punti vendita e alle tecnologie. Per tutte queste ragioni la palla verrà messa sul tavolo dei consiglieri che rappresentano i principali azionisti.

Riguardo alla rete, invece, si procede per tentare di condividere il term sheet fra Telecom e Fsi in un'operazione che prevederebbe l'ipo della newco. «Il primo passo spetta a Telecom - ha spiegato ieri l'ad della Cassa depositi, Giovanni Gorno Tempini - C'è una serie di decisioni che spetta alla società, se procedere a uno scorporo della rete o a una sua societarizzazione». Gorno ha però sottolineato: «Noi siamo interessati».


3. TELECOM, CDP RILANCIA SULLO SCORPORO
Antonella Olivieri per il "Sole 24 Ore"

Bocche cucite, ma il comitato Telecom chiamato a valutare se ci sono le condizioni per avviare una trattativa con H3G su 3 Italia è arrivato a una conclusione. Il comitato presieduto da Franco Bernabè e partecipato da Julio Linares (Telefonica), Gabriele Galateri (presidente Generali), Elio Catania (indipendente in quota Intesa) e Luigi Zingales (consigliere espresso dai fondi) porterà domani in consiglio il proprio orientamento, ma toccherà poi al board decidere.

Si sa che la posizione di Telefonica, primo azionista Telco seppure con poteri limitati, è stata molto critica fin dall'inizio sulla possibile integrazione con il quarto operatore mobile, come pure del resto la compagnia spagnola sarebbe fredda sull'ipotesi di scorporo della rete. Si sa anche che i numeri usciti dalla due diligence preliminare sono stati accolti con diffidenza nell'azionariato di riferimento.

Se questo sia sufficiente a scoraggiare in assoluto il prosieguo delle trattative, oppure se si deciderà di approfondire ancora il tema, è da vedere. Ma difficilmente potrebbero essere accettate le condizioni di base poste dal gruppo di Hong Kong che, a stare alle voci, avrebbe valutato l'asset italiano intorno ai 2 miliardi, candidandosi tramite acquisti successivi ad assumere il ruolo di primo azionista di Telecom.

Secondo alcune indicazioni, dai numeri emersi difficilmente si giustificherebbe uno scambio azionario che porti H3G ad avere più del 3-4% del capitale dell'incumbent. E d'altra parte - ma non sarebbe questo l'obiettivo del gruppo cinese - per il settore la soluzione più logica sarebbe la spartizione di 3 Italia, come era stato fatto ai tempi con Blu.

Collegato in qualche modo all'opzione 3 è il dossier sulla rete d'accesso. Un anno fa, quando si era iniziato a ragionare sulla possibilità di scorporare l'infrastruttura in una newco, il documento di studio preparato dagli uffici interni non contemplava l'eventualità della cessione della maggioranza del capitale, anche perchè la rete è l'unico asset fisico di valore a garanzia dell'ingente debito di Telecom. Ma per questioni legate alla golden share, se si andasse a un'integrazione con 3 Italia alle condizioni di Hong Kong, sarebbe probabilmente inevitabile perdere il controllo della rete.

Cdp, che è l'interlocutore istituzionale con il quale sono in corso contatti da tempo, resta in attesa di una decisione ufficiale sul tema. «Noi siamo sempre interessati - ha ribadito l'ad della Cassa, Giovanni Gorno Tempini - ma il primo passo tocca a Telecom». Vuole scorporare la rete? Vuole societarizzare l'infrastruttura? Quando ci sarà una delibera consiliare in questa direzione, si avranno i riferimenti certi sui quali ragionare.

La bozza di accordo che la settimana scorsa era stata sottoposta al vaglio della Cdp, in questo senso, secondo Gorno, «non è rilevante». Peraltro Gorno, come già il presidente Franco Bassanini, ha riconfermato che l'interesse è per l'infrastruttura, e non altro, in coerenza con l'investimento già fatto in Metroweb. Le regole del Fondo strategico, che sarebbe lo strumento attivabile, delimitano il perimetro di un eventuale intervento, comunque per una quota di minoranza.

Al cda di domani, spostato da Torino a Milano, dovrebbe esserci anche un passaggio sul progetto di scorporo. Non la valutazione dell'asset, ai fini societari, che richiede un lavoro certosino, bensì il perimetro della rete da conferire, comunque il tratto che va dalla centrale fino all'utente. Al l'ordine del giorno c'è poi, in primis, l'esame della trimestrale. Il consensus degli analisti indica ricavi di gruppo in calo dell'8% a 6,8 miliardi con l'Ebitda in flessione del 9% a 2,7 miliardi.

Intanto Ti media, dopo il distacco da La 7, ha diffuso i dati trimestrali. Sul risultato, in perdita per 123,8 milioni, incide un fattore di discontinuità, legato alla vendita dell'emittente televisiva, per 122,1 milioni. I ricavi delle attività rimanenti - i mux e Mtv - calano a 24,5 milioni da 27,6 milioni.

 

Bernabe e marco patuano ALIERTA GORNO TEMPINI metroweb logo LI KA SHINGJULIO LINARESGABRIELE GALATERI DI GENOLA

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)