1. UNIPOL-FONSAI: I RETROSCENA DELLA FUSIONE SU CUI INDAGA LA PROCURA DI MILANO 2. NELLA FUSIONE ORCHESTRATA DALLA MEDIOBANCA DI NAGEL CI SARANNO TANTE COSE DA CAPIRE MEGLIO, COME STA FACENDO LA PROCURA DI MILANO, MA ALCUNI NUMERI SONO CERTI: I TITOLI IN QUESTIONE HANNO GUADAGNATO E DISTRIBUITO DIVIDENDI 3. IL PORTAFOGLIO DI DERIVATI NON SOLO NON ERA UNA CIOFECA, MA GENERA PLUSVALENZE 4. GLI SCENARI PROBABILISTICI DI MARCELLO MINENNA, IL GRANDE ACCUSATORE DELLA CONSOB CAPITANATA DA VEGAS, SONO STATI ARCHIVIATI IN EUROPA CON UN BEL VOTO: 26 A 1

1. UNIPOL-FONSAI/ TUTTI I RETROSCENA DELLA FUSIONE SU CUI INDAGA LA PROCURA DI MILANO

Francesco Bonazzi per Dagospia

 

Dopo la “Scomparsa dei fatti”, di travagliesca memoria, ecco la Scomparsa dei numeri nell’inchiesta Unipol-Fonsai. Numeri della fusione e numeri del portafoglio di derivati della compagnia assicurativa la cui nascita è al centro di un’inchiesta milanese della magistratura e di uno scontro intorno alla Consob.

 

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Giuseppe Vegas

Partiamo dal fondo con una non-notizia che però, di questi tempi, è una notizia. Venerdì scorso, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non risultava indagato nell’inchiesta per aggiotaggio sulla fusione tra l’ex compagnia dei Ligrestos e quella di via Stalingrado.

L’inchiesta del pm Luigi Orsi, si dice, punta anche su Mediobanca e sull’organismo di vigilanza, ma per ora il principale indagato è Carlo Cimbri, ad di Unipol-Fonsai.

 

Alla Consob è stato chiesto di esibire una serie di atti, e ora il pm li sta studiando. E ha ascoltato per mesi anche il dirigente interno Marcello Minenna, grande accusatore della fusione, che sarebbe stato “sgridato” da un superiore, secondo quanto rivela oggi il Corriere della Sera (vedi articolo a seguire).

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas con la moglie Premio Guido Carli Giuseppe Vegas con la moglie

 

Il primo grande interrogativo sulla fusione orchestrata da Nego Nagel e piazzetta Cuccia nel 2012 riguarda il prezzo e i valori dei concambi. Ancora oggi si dice che ci fu un’alternativa a Unipol, ma non è vero. Basta consultare gli archivi della Consob per rendersi conto che la Sator di Matteo Arpe e la Palladio di Roberto Meneguzzo (finito nell’inchiesta sul Mose) non hanno mai presentato neppure l’ombra di un quesito sulla fattibilità dell’operazione senza l’Opa obbligatoria.

 

E infatti, una vera contro-offerta per quel che restava del disastro dei Ligrestos non fu mai presentata. Se non sui giornali. E l’accusa rivolta all’epoca a Unipol, secondo cui “non aveva i soldi per fare l’operazione”, si è smontata da sé.

 

CARLO CIMBRI jpegCARLO CIMBRI jpeg

Il secondo grande interrogativo è se l’operazione su cui oggi tanto ancora si discute sia stata dannosa per i soggetti interessati. Ma a distanza di un paio di anni, nonostante le molte perplessità, tocca ammettere che i 4 titoli coinvolti sono saliti a tre cifre: +190%, ben oltre gli indici generali. E una pioggia di dividendi.

 

Tanto su ‘’Report’’ della scorsa settimana, quanto su alcuni giornali, si è obiettato ancora che “il prezzo non era giusto”. E qui indaga la magistratura, com’è normale che sia, spulciando le carte che Consob le ha dato, mentre rigira da qualche settimana un cosiddetto “Dossier Plinio” che attribuiva a Unipol un valore assai inferiore a quello poi assegnato dagli organismi di vigilanza.

 

CARLO CIMBRI CARLO CIMBRI

E’ una perizia ben fatta, ma si sta omettendo di ricordare che è una perizia di parte. Di parte Ligresti, per l’esattezza. Fatta allo scopo di deprimere un po’ il valore di Unipol alla vigilia dei concambi. Va tutto bene, basta solo non spacciarla come acqua purissima sgorgata dall’Accademia dei Lincei. Il dossier Plinio finito su Rai3 e altrove, all’epoca l’ha pagato don Salvatore, per essere brutali.

 

LUIGI ORSILUIGI ORSI

Per valutare il giusto valore di Unipol è poi centrale scrutare nel suo portafoglio di titoli strutturati. Quanto valevano nel 2012? Con certezza non lo può affermare nessuno. Unipol ne aveva all’epoca per 7,6 miliardi, e “Plinio” dice che avevano un valore negativo”. Cioè, perdevano a mani basse. Sono ed erano simulazioni legittime, ma ecco un fatto ben fermo: al 31 dicembre 2013, al momento di dismettere alcuni derivati, Unipol mette a bilancio 35 milioni di plusvalenze su 1,3 miliardi di vendite. Il valore non era forse così “negativo”.  L’ultimo bilancio lo traccia il Sole 24 Ore ed è aggiornato al 27 maggio scorso: altri guadagni per 82 milioni.

 

E ora veniamo al cuore “scientifico” delle opacità ravvisate nella fusione. E’ costituito dagli “Scenari probabilistici” che proprio l’ufficio guidato da Minenna ha inventato e a lungo testato con successo. Sono stati applicati in vari casi, e hanno anche funzionato, con i loro prendere determinati titoli di Stato a “benchmark” di solidità di un dato portafoglio strutturato. Ma la crisi dei debiti sovrani li ha fatti vacillare paurosamente e non sono stato certo d’aiuto in casi disastrosi come Pop Milano e altri.

ANTONINO LIGRESTI.ANTONINO LIGRESTI.

 

La Consob stessa ha fatto una mezza marcia indietro già la scorsa estate, ammettendo che sono uno strumento fondamentalmente ambiguo e instabile. E forse non è un caso se già due anni fa sono stati bocciati dall’Ue con un voto schiacciante: 26 a 1 (l’Italia). Poi, per carità, tutte le storie possono essere riscritte. Ma qualche numero, e i conflitti d’interessi esplicitati, possono aiutare a riscriverle meglio.

 

 

2. «IL DIRETTORE CONSOB MI CHIESE: STAI PARLANDO CON IL PM?»

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

Una sorta di «controinchiesta» della Consob sul teste principale e sul pm dell’inchiesta milanese sui derivati Unipol e sui concambi della fusione con Fondiaria: ad accreditare questo scenario, addebitandolo al direttore generale Gaetano Caputi, è Marcello Minenna, il funzionario Consob di «Analisi Quantitative» che, in dissenso da un altro ufficio e dall’orientamento del presidente Vegas favorevoli all’operazione, stimava invece 600 milioni di differenza nel valore dei derivati Unipol.

marcello minenna marcello minenna

 

Il 18 ottobre 2013 il pm Luigi Orsi convoca Minenna perché, attendendo dal 4 luglio 2012 che Consob risponda alla richiesta di informazioni sulla progettata fusione Unipol-gruppo Ligresti, da alcune intercettazioni romane sul porto di Ostia aveva captato «all’interno della Consob un contrasto tra Vegas e Minenna». Il funzionario risponde sulla complicata situazione matematica, nei termini che lo scorso 23 maggio, insieme ad altri elementi e in particolare alle parole dell’ex commissario Consob Michele Pezzinga, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati (per l’ipotesi di aggiotaggio) del n.1 di Unipol, Carlo Cimbri, e a una richiesta alla Consob di esibire atti.

 

Roberto Meneguzzo Giorgio Drago Roberto Meneguzzo Giorgio Drago

Ma alla fine Minenna racconta il particolare che, se vero, sarebbe piuttosto antipatico già solo per i rapporti istituzionali tra l’Autorità che vigila sui mercati finanziari e la Procura: il direttore generale Consob «Caputi mi ha chiesto — afferma Minenna al pm Orsi — se io la conoscessi e la frequentassi. In particolare all’inizio mi fu chiesto se io avessi avuto anche informalmente una sua nota a Consob del luglio 2012, e poi se io la conoscessi e la frequentassi. Ho risposto no a queste domande».

 

ROBERTO MENEGUZZO ROBERTO MENEGUZZO

A detta di Minenna, peraltro, in corrispondenza con le proprie perplessità contabili su Unipol, «è stata creata dal direttore generale» Caputi «una situazione lavorativa non serena attraverso l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti miei e del mio stretto collaboratore Paolo Verzella per docenze e convegni senza le dovute presunte autorizzazioni, nel quale si ipotizza addirittura il mio licenziamento», accusa che per lui è «infondata alla luce della prassi della Consob» e contro la quale dice di aver reagito al Tar.

 

MICHELE PEZZINGA MICHELE PEZZINGA

Minenna, infine, lamenta di essere stato messo nel mirino dentro Consob dopo l’articolo nel quale l’11 dicembre 2012 i giornalisti Pons e Puledda sostenevano che Consob stava registrando nei derivati Unipol 200-300 milioni di sopravvalutazione. Pochi mesi fa il Corriere ha rilevato come Consob, usando poteri di legge sull’aggiotaggio, in segreto si fosse fatta dare dal pool reati economici guidato in Procura dall’aggiunto Greco (all’insaputa del pm Orsi) i tabulati telefonici dei giornalisti.

 

Ora Minenna spiega che fu convocato il 4 febbraio e «mi fu chiesto dei miei rapporti con i giornalisti». A salvarlo, una fortuna: non poteva essere lui la fonte «come è riscontrabile dal fatto che all’11 dicembre 2012 non avevo ancora le carte e certo non sapevo che su quei derivati potessero spuntare minusvalenze da 200-300 milioni».

Luigi Ferrarella

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…