VITA, OPERE E SOPRATTUTTO MIRACOLI DELL’AVVOCATO GUIDO ROSSI, IL “GENIO CON LA FACCIA DA MACELLAIO” (COPY FELTRI) CHE SALTA DALLA SINISTRA ALLA CONFINDUSTRIA, DAL CALCIO ALL’ILVA

guido rossi guido rossi

Ugo Bertone per “il Foglio

 

Il suo nome è spuntato a sorpresa, in coincidenza dell’ultimo disperato tentativo della famiglia Riva di scongiurare l’amministrazione straordinaria e la conseguente dichiarazione di insolvenza di Ilva spa, colosso ferito dell’acciaio italiano. Ma i miracoli il più delle volte non riescono. Anche se a provarci è nientemeno che Guido Rossi, censore implacabile del capitalismo selvaggio e dei moderni predatori in grisaglia, ma anche estrema risorsa per i capitalisti nostrani da mezzo secolo.

 

Ci sarebbe anche lui dietro la lettera al commissario Piero Gnudi con cui Claudio Riva, rappresentante della holding di famiglia, ha proposto “uno schema di intervento pubblico-privato” per scongiurare il peggio, compreso il rischio di altri guai giudiziari, bancarotta fraudolenta inclusa. Ma l’estremo tentativo non ha fermato il tribunale fallimentare di Milano. Forse l’impegno del professor Rossi finisce qui.

 

lapr guido rossi 11lapr guido rossi 11

Oppure proseguirà per individuare i punti deboli di quello che molti giudicano “un esproprio” subìto dai Riva, in nobile gara contro l’amico Francesco Greco, il più famoso ed esperto procuratore italiano in materia di reati economici. Non è la prima volta, del resto, che la strada di Guido Rossi (affiancato per l’occasione da una nutrita pattuglia di legali) si incrocia con i destini dell’Ilva. Correva il 1996 quando Emilio Riva fece ricorso a lui per l’arbitrato con l’Iri, riuscì a strappare un cospicuo sconto sul prezzo d’acquisto al presidente del Consiglio Romano Prodi, deciso a chiudere la storia dell’acciaio di stato.

guido rossi mani alzate lapguido rossi mani alzate lap

 

E così invece degli 800 miliardi di lire pattuiti a saldo dell’ultima tranche dell’operazione, Riva ne pagò solo 180, sottraendo dal totale “il costo necessario per adeguare gli impianti alle normative ambientali”, motivazione paradossale alla luce degli sviluppi. Ma lasciamo l’Ilva al suo destino, concentriamoci su di lui, Rossi Guido, classe 1931, ancora in grado di occupare la scena, dividendosi tra le pillole di saggezza distribuite nelle riflessioni domenicali sul Sole 24 Ore e l’assistenza ai clienti che, quando le cose si fanno difficili per davvero, non riescono a fare a meno delle sue intuizioni e della sua regìa. Anche a 83 anni compiuti, continua a ricevere i Vip nello studio di via Sant’Andrea.

 

mondiali06 melandri guido rossi lapmondiali06 melandri guido rossi lap

Dura, ininterrotto dai tempi della Milano da bere e di Tangentopoli, quel flusso discreto su cui vigila Francesca Lucchi, avvocato di vaglia che è anche la signora Rossi nonché la madre dei suoi due figli. Intanto lui scrive, per il quotidiano della Confindustria, righe velenose contro “il capitalismo autoritario che ha avuto la meglio su quello liberaldemocratico, tradito ormai dalla globalizzazione del mercato e da uno sviluppo tecnologico dirompente”. Il modo per reagire? Rifarsi allo spirito del Manifesto di Ventotene, dice in un suo fondo domenicale, unico modo per riavviare il processo storico contro le diseguaglianze e i privilegi sociali.

 

banch ilva banch ilva

Senza mostrare alcun entusiasmo per l’avanzata di Alexis Tsipras in Grecia; ai suoi occhi di uomo di sinistra, spaventa per la “totale adesione anche delle estreme destre populiste e antieuropee”. Non lo soddisfa la formula Podemos e nemmeno il “Yes we can” di Barack Obama. Con gli amici mena vanto per non essersi mai illuso sulle ricette anti recessione del presidente Usa.

 

“Potrei oggi confermare – ha scritto nel novembre scorso – una mia personale opinione, espressa nel corso della nona edizione dei Nobel colloquia il 2 dicembre 2009, alla quale ero stato invitato, per valutare la politica economica di Obama, dopo un anno dalla nomina. I premi Nobel presenti, da Solow a Maskin, a Merton, a Becker, diedero i pieni voti favorevoli all’Amministrazione Obama, soprattutto per le sue operazioni di salvataggio del sistema bancario. Come riportato dai mass media l’unica pesante bocciatura fu la mia”.

 

EMILIO RIVA - ILVAEMILIO RIVA - ILVA

Il motivo? “La politica americana si è spostata alla protezione del capitalismo finanziario invece che operare a sostegno del capitalismo di produzione. Il risultato è stato un aumento delle diseguaglianze che dalla società americana si sono sparse nel mondo a seguito di una globalizzazione senza regole e di una innovazione tecnologica fuori controllo”.

 

Insomma, come Piketty, anzi prima di Piketty come senz’altro gli piace far notare, attento a cogliere i segnali di malessere dell’economia globale più che a interessarsi della politica italiana, sempre più disertata dai tempi in cui fu senatore per la Sinistra indipendente (tra il 1987 e il 1992).

 

FABIO RIVA  E GIROLAMO ARCHINAFABIO RIVA E GIROLAMO ARCHINA

D’altronde, se un tempo il Professore pensava che la salvezza italiana non potesse che passare dall’esempio della democrazia liberale d’oltreoceano, oggi l’illusione è caduta. “La corruzione s’è inserita nella legalità, dal punto di vista economico in particolare attraverso le varie componenti del debito pubblico dei vari paesi. Negli Stati Uniti il fenomeno ha una sua profonda legittimazione giuridica nell’interpretazione delle citate decisioni della Corte suprema del primo fondamentale emendamento della Costituzione americana, dove è garantita ai cittadini la libertà di opinione e di espressione (speech) politica”.

 

La frase di compendio secondo la decisione McCutcheon è che: “Corporations are People and Money is Speech”. Anche questo spiega la distanza che lo separa dalla politica. L’ultima volta che si è speso per una campagna elettorale è stata per l’architetto Stefano Boeri (fratello di Tito, neo presidente dell’Inps), battuto alle primarie milanesi da Giuliano Pisapia, collega più che amico.

 

GIULIANO PISAPIA E STEFANO BOERIGIULIANO PISAPIA E STEFANO BOERI

Per Boeri giocava l’amicizia con l’architetto Maria Cristina Dameno Boeri, più nota come Cini Boeri, designer e progettista della sua villa alla Maddalena, una delle tante case collezionate in una vita di ricche parcelle e di solidi bonus accumulati alla guida di Telecom Italia, Montedison e così via, non ultima l’esperienza di commissario della Federcalcio che ha fatto di lui, fotografato con la Coppa del Mondo in mano nello stadio di Berlino, l’avvocato più famoso ma anche il più odiato dai tifosi della Juventus, precipitata in B e privata dello scudetto a favore dell’Inter, per cui palpita il cuore del Professore.

 

Durò poco, per l’ostilità dei poteri forti del pallone, la professione non ne patì: al momento di difendersi contro la Consob in tribunale, i vertici di Ifi (oggi Exor), hanno fatto ricorso a un suo parere pro veritate.

 

CONSOB CONSOB

“Come manager – dice di lui l’economista d’impresa Marco Vitale – è giudicato un uomo dai tempi corti. E’ vero perché in realtà non è un manager ma un professionista”. E che professionista: a un mese dallo scoccare delle sue 84 primavere (il 16 marzo) Guido Rossi, a detta di chi lo frequenta, resta un mostro di lucidità e di cultura.

 

enrico cuccia x enrico cuccia x

Come fu fino all’ultimo Enrico Cuccia, altro gigante della City meneghina che detestava – cordialmente ricambiato – l’avvocato Rossi, il quale poteva lavorare una volta per lui, l’altra contro senza soggezione alcuna nonostante dovesse il suo decollo professionale alla protezione di Adolfo Tino, allora presidente di Mediobanca, il quale, impressionato da alcuni articoli pubblicati dal giovane docente, lo volle con sé alla fine degli anni 50. Si fa prima a citare sulle dita di una mano le pochissime partite finanziarie in cui non abbia avuto un qualche ruolo, magari difendendo quei patti di sindacato che da studioso condanna.

 

Ancor meno numerose le sconfitte patite sul campo dal “genio con la faccia da macellaio”, lo definì con tocco altrettanto geniale Vittorio Feltri, rilevando che il Professore sta a sinistra perché “lì le strade sono in discesa e Rossi non prende mai le strade impervie”. Salvo poi aggiungere che “non dirò mai una parola storta su di lui perché la storia della sua famiglia zoppa mi incanta e commuove: figlio di un’impiegata (modesta) del comune di Milano che l’ha saputo educare come chiunque di noi sogna di educare la prole. Il padre non l’ha mai riconosciuto ma gli ha fornito i mezzi per laurearsi. Mai soldi furono spesi meglio”.

vittorio feltrivittorio feltri

 

La sua fama di fenomeno comincia al Ghisleri, collegio di Pavia, officina di cervelli poveri ma ambiziosi, dove un po’ gareggia un po’ fa comunella con il futuro Kaiser Franz, al secolo Franco Tatò, che si laurea in Filosofia con una tesi su Max Weber. Rossi, invece, primeggia a Giurisprudenza tant’è che, ricorda un compagno di corso, “era lui a insegnare ai professori, non viceversa”. L’elenco degli incarichi, delle vittorie e delle alterne fortune è sterminato e probabilmente è destinato ad allungarsi.

 

Anche se, ahimè, è debole. L’età porta con sé gli acciacchi, specie dopo i danni rimediati, mesi fa, in una caduta a Parigi: deve rinunciare alle lunghe nuotate nella piscina olimpionica della villa sui colli piacentini e limitare i weekend nell’amata Venezia, altra dimora da favola. Lo spirito, però, è quello di sempre: disincantato, indipendente e senza sudditanze psicologiche, cinico il giusto quando si tratta di difendere il cliente, lucidissimo e trasparente quando si tratta di dettar dottrina o di innovare i codici (a lui si deve, tra l’altro, la legge antitrust italiana).

FRANCESCO MICHELIFRANCESCO MICHELI

 

Appassionato e competente in materia d’arte, come confermano i tesori alle pareti della casa di piazza Castello, più ricca di opere d’arte di un buon museo: Canaletto e Tintoretto oltre ad alcune pregevoli tele di Carrà, compresa la famosa “I funerali dell’anarchico Galli”. “E’ uno straordinario conoscitore”, dice di lui il finanziere Francesco Micheli grande esperto dei mercati dell’arte.

 

Umberto Eco Umberto Eco

“I conoscitori sono tanti – dice – ma ha un dono di natura allenato con la frequentazione assidua di rassegne e musei in tutto il mondo. Negli anni, ha impreziosito una collezione unica, accolta nella galleria dello studio e nelle sue case”. Oltre a una sterminata biblioteca d’arte che rivaleggia con quella del vicino del piano di sotto che è nientemeno che Umberto Eco. Trovatelo un condominio con un “quoziente intellettuale” più el

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...