tim vincent bollore pietro labriola

VIVENDI VA ALLA GUERRA CONTRO TIM – COME AMPIAMENTE ANNUNCIATO, LA SOCIETÀ DI BOLLORÈ PASSA ALLE VIE LEGALI DOPO LA DECISIONE DEL CDA DI TELECOM DI ACCETTARE L’OFFERTA DI KKR PER LA RETE CON UN VOTO IN CDA, SENZA CONVOCARE L’ASSEMBLEA – “RITIENIAMO CHE LA DELIBERAZIONE SIA ILLEGITTIMA E COMPORTI LA RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI DI TIM CHE HANNO VOTATO A FAVORE DELL'OPERAZIONE. UTILIZZEREMO OGNI STRUMENTO LEGALE A NOSTRA DISPOSIZIONE PER CONTESTARE QUESTA DECISIONE E TUTELARE I SUOI DIRITTI E QUELLI DI TUTTI GLI AZIONISTI…

VINCENT BOLLORE

VIVENDI,'LA DECISIONE DEL CDA DI TIM È ILLEGITTIMA'

(ANSA) - "I diritti degli azionisti di Tim sono stati violati" e "la decisione del cda è illegittima", così Vivendi commenta la vendita della rete a Kkr. Vivendi "utilizzerà ogni strumenti legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti" scrive in una nota.

 

Vivendi "si rammarica profondamente" che il Consiglio di Amministrazione di Tim, abbia accettato l'offerta di Kkr per l'acquisto della rete di Tim, "senza prima informare e chiedere il voto degli azionisti di Telecom Italia, contravvenendo così alle regole di governance applicabili".

 

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

"Le motivate richieste di Vivendi, espresse attraverso molteplici comunicazioni al Consiglio di Amministrazione, ai Sindaci e all'Autorità di vigilanza del mercato (Consob), volte a tutelare tutti gli azionisti e ad impedire una situazione così pregiudizievole, sono state completamente ignorate", continua la nota di Vivendi.

 

"Il Consiglio ha privato ciascun socio del diritto di esprimere il proprio parere in assemblea, nonché del connesso diritto di recesso per i soci dissenzienti" scrive ancora il socio francese. Vivendi ritiene che, in conseguenza di tale violazione dello statuto sociale e del regolamento OPC, la deliberazione adottata oggi dal Consiglio di Amministrazione sia illegittima e comporti la responsabilità degli amministratori di Tim che hanno votato a favore dell'operazione.

 

I PRINCIPALI AZIONISTI DI TIM - PIETRO LABRIOLA

Nella nota si legge anche che: "Cinque pareri pro veritate hanno confermato che la cessione dell'intera rete infrastrutturale di Telecom Italia comporta una evidente modifica dell'oggetto sociale di Tim che avrebbe necessitato una preventiva modifica dello statuto della società, decisione di competenza dell'Assemblea straordinaria".

 

Per il socio francese infine: "la decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione di Tim è viziata anche dal mancato rispetto delle norme in materia di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, in virtù della partecipazione con poteri decisionali del ministero dell'Economia e delle Finanze, controllante di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. che è parte correlata di TIM. Vivendi rammenta che, nel respingere il richiamo di Vivendi sul rispetto della procedure parti correlate, il presidente di Tim ha affermato per iscritto che l'offerta riguarda solo il fondo KKR il quale avrebbe il controllo esclusivo sulla società della rete di trasmissione italiana".

 

RETE A STELLE E STRISCE

Estratto dell’articolo di Manuel Follis per “La Stampa”

 

henry kravis

Nessun rinvio, nessuna assemblea. Il cda di Tim ha approvato la cessione della rete a Kkr per 18,8 miliardi, valore che potrebbe arrivare a 22 miliardi. Come da attese, il via libera è arrivato a maggioranza con il voto favorevole di 11 consiglieri e quello contrario di tre membri del board (Giovanni Gorno Tempini non era presente in quanto presidente di Cdp) e come da attese Vivendi, primo azionista con il 24%, ha annunciato azioni legali. Al di là dei numeri, che hanno sicuramente importanza, si tratta della prima grande operazione finanziaria che avviene sotto il governo di Giorgia Meloni.

 

PIETRO LABRIOLA

Un'operazione sulla quale l'esecutivo ha giocato un ruolo di primo piano, visto che il Mef parteciperà alla cordata insieme a Kkr con un impegno fino a 2,5 miliardi, e che probabilmente farà anche discutere politicamente visto che un asset importante come la rete di accesso passa a un fondo americano, pur con il previsto «presidio politico».

 

L'offerta vincolante valorizza Netco (la futura società della rete) 18,8 miliardi di euro, meno delle indiscrezioni che ipotizzavano 20 miliardi, ma prezzo che all'avverarsi di alcune condizioni(tra cui una fusione con Open Fiber) potrebbe arrivare fino a 22 miliardi.

 

L'offerta parallela fatta da Kkr per Sparkle (esclusa da Netco) non è stata ritenuta congrua e per questo il cda verificherà la possibilità di ricevere una proposta migliore entro il 5 dicembre. Il cda ha anche preso atto del piano alternativo presentato da Merlyn che però non è stato ritenuto «in linea con il piano di delayering della società» presentato nel luglio 2022.

 

TIM SPARKLE

Tornando all'offerta di Kkr, un aspetto importante riguarda la mancata convocazione di un'assemblea per sottoporre l'operazione agli azionisti. Il board ha infatti deliberato che la decisione sull'offerta fosse «di competenza esclusiva consiliare» e ha quindi dato mandato all'ad Pietro Labriola, «di finalizzare e sottoscrivere i contratti vincolanti relativi all'offerta». […]

 

Questa scelta però, secondo Vivendi, «ha privato ciascun socio del diritto di esprimere il proprio parere in assemblea, nonché del connesso diritto di recesso per i soci dissenzienti».

 

PIETRO LABRIOLA

I francesi hanno ribadito quanto «espresso attraverso molteplici comunicazioni al cda, ai sindaci e alla Consob» e cioè che l'operazione avrebbe dovuto essere approvata da un'assemblea straordinaria e che sia mancato «il rispetto delle norme in materia di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate», visto che il Mef farà parte della cordata con Kkr ed è anche il principale azionista di Cdp che possiede il 10% di Tim.

 

Per questi motivi, Vivendi ritiene che la deliberazione del cda «sia illegittima e comporti la responsabilità degli amministratori di Tim che hanno votato a favore dell'operazione» e utilizzerà «ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti».

 

Completamente diversa la visione dell'ad Labriola. «Due anni di lavoro a testa china si chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo», ha spiegato il manager. «Non è la conclusione del nostro percorso - ha aggiunto - ma un nuovo inizio». […]

PIETRO LABRIOLA TIM

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…