CE L’HAI LA COCA? NO A CASA MIA CUCINA SAVIANO - PRESENTAZIONE ROMANA DI “ZERO ZERO ZERO” CON POLIZIOTTI IN ALLARME, QUATTRO FOTOGRAFI MESSI IN GABBIA, APPENA UN CENTINAIO DI FANS, L’EDITORE FELTRINELLI, MARIA LATELLA IN ROSSO E LA TOBAGI CHE TIENE IL MICROFONO - PER AVVICINARSI A SAVIANO E’ FACILE: BASTA SCUCIRE 18 EURO PER IL SUO NUOVO LIBRO

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Del Bacco per Dagospia
Testo di Francesco Persili per Dagospia

«Scrivere di coca è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni e non ne puoi più fare a meno. Sei addicted». Come Roberto Saviano, che detesta la droga per ragioni che attengono al suo «senso dell'onore quasi da legionario» ma sceglie, «come il capitano Achab con Moby Dick», di seguire «la sua ossessione» per guardare il mondo attraverso «la ferita aperta» della cocaina nel suo nuovo libro (ZeroZeroZero, Feltrinelli).

Una discesa nel regno della polvere sulle piste di "Bianca Neve, la più bella del reame", l'ingrediente che tutti vogliono «come fosse farina di qualità, la migliore qualità di farina: 000». Ecco spiegato il titolo dell'inchiesta-reportage in forma di romanzo (anche se non c'è nessun personaggio di fantasia) che esce oggi, a 7 anni di distanza dal bestseller Gomorra.

Tutti attendono Saviano al varco della "seconda opera" che sarà pubblicata in 18 Paesi ma che intanto viene presentata in anteprima notturna alla libreria Feltrinelli di via Appia Nuova dallo scrittore napoletano chez Benedetta Tobagi. In mezzo alla folla di pischelli, che si sono inflitti un'ora e mezza di fila e un supplemento di attesa al termine dell'incontro per incassare l'autografo sul libro dalla loro "rockstar letteraria", ci sono anche la giornalista e conduttrice Sky Maria Latella e l'editore Carlo Feltrinelli.

«La cocaina è la risposta esaustiva al bisogno più impellente dell'epoca attuale: l'assenza di limiti», scandisce Saviano, che veste il solito sorriso schivo da jazzista su camicia bianca e jeans. Tra sociologismi assortiti («dentro un granello di polvere ci trovi lo spirito del tempo"), suggestioni pasoliniane con tutta la retorica di chi scortica la realtà per far vedere, ci si accomoda sulla nave-madre del libro per cui la coca non è solo «benzina dei corpi» ma «petrolio bianco» delle organizzazioni criminali, e si finisce sulle rotte di una rete globale.

«Il mondo è come un corpo unico da irrorare costantemente con il flusso di cocaina». II boss che a New York istruisce gangster di ogni parte del mondo è un uomo d'onore italiano. Una mappa di nuove geografie criminali e una storia che porta in Messico. Il Big Bang che ha generato il "nuovo cosmo" è partito da qui. 1989, Acapulco. Mentre con la caduta del Muro di Berlino si seppelliva il passato, i narcos più potenti pianificavano il futuro del pianeta. «Ciò che viviamo oggi, l'economia che regola le nostre vite, è determinata più da quello che Felix Gallardo e Pablo Escobar decisero e fecero negli anni Ottanta, che da ciò che decisero Reagan e Gorbaciov». Amen.

La coca non è più solo «bene-rifugio», «merce» ma diventa una «cartina di tornasole del turbo-capitalismo contemporaneo». O meglio, «narcocapitalismo». Non solo omicidi e stragi ma affari e politica. Dividendi e azioni. Banche. Al tempo della crisi il business criminale della coca genera profitti, mette sotto scacco gli istituti di credito e trasfigura le democrazie. La polvere bianca illude e delude, divide et impera. Ordina, ma soprattutto, domina.

352 miliardi di dollari: i guadagni del narcotraffico sono superiori ad un terzo della perdita del sistema bancario denunciato dal Fondo Monetario Internazionale nel 2009. La verità by Saviano? «I centri del potere finanziario mondiale sono rimasti a galla con i soldi della coca». I sistemi di controllo fanno acqua da tutte le parti. A tal proposito soccorre il caso Lucy Edwards, la donna che girava tutto il mondo raccontando come contrastare il riciclaggio, che, però, in segreto, riciclava.

Si segue questo fiume sotterraneo di operazioni torbide e trasferimenti illeciti per finanziare campagne elettorali e scalate. Si scava dentro «la filosofia dell'infelicità, alla base di qualsiasi potere» e si incontrano pusher che si comportano come «farmacisti» e broker, come "Bebè e Mario", che costruiscono con facilità operazioni finanziarie enormi spostando per il mondo ingenti quantità di materia bianca come se fossero con un joy-stick davanti ad un video.

Si fa tappa a Londra e New York, «le due più grandi lavanderie di denaro sporco» e si arriva a Roma, «invasa oggi dal riciclaggio del narcotraffico». Ma lo scrittore napoletano è convinto che «presto le cose cambieranno». La via maestra? La legislazione e «la cultura antimafia», che c'è in Italia, «la più forte che esista al mondo».

Il pensiero corre al recente incontro con Bersani, e alle voci su un possibile ruolo di ministro in un esecutivo guidato dal segretario Pd ma Saviano ci tiene a liberare il campo dagli equivoci: «Non è il mio mestiere avere un ruolo istituzionale, sento che il mio territorio resta quello di raccontare».

Ecco, il «corridore di storie» che non diserta il ruolo di narratore civile, e tra l'aforisma di una poetessa bulgara, Blaga Dimitrova («Nessuna paura che mi calpestino. Calpestata, l'erba diventa un sentiero»: dalla coca all'erba, e vabbè...) e una carezza ai cani antidroga («figure che incarnano regola e coraggio»), ammette di aver guardato «dentro l'abisso a fondo al punto che adesso è l'abisso a guardare dentro di me».

«Quando ho scritto Gomorra pensavo di poter tornare indietro. Ma non è così. Ho la testa settata sulle ombre», rivela lo scrittore che sfoglia «I racconti di Kolyma» di Varlam Šalamov sui gulag e ricorda la parola "laogai", già declinata da un altro suo nume tutelare, Harry Wu, in tv con Fazio, per dire che anche leggere è un atto pericoloso: c'è il rischio di conoscere storie.

Storie come quella di Christian Poveda, un giornalista che ha pagato con la vita la sua voglia di capire, e raccontare. «La speranza viene sempre dal lettore», sospira lo scrittore napoletano e non si accorge della frase di Camus che campeggia su una parete alle sue spalle. «Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino» Conoscere vuol dire costruire nuova vita, iniziare a cambiare.

«Quello che ho scritto è diventato pericolosissimo perché qualcuno ha creduto alle parole». Mentre si cerca «la quadratura del cerchio politico e il business criminale divora la Grecia, invade la Spagna e il Portogallo», Saviano continua ad assolvere il compito di raccontare. E a seguire la sua ossessione. La stessa del capitano Achab. Solo che è la coca, la sua Balena Bianca.

 

 

Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Roberto Saviano Pubblico per Saviano Maria Latella

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, IL PREMIER CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)