1- “L’INVIDIA DEL PENE” SCOMBUSSOLA GLI OCCHI DEI VISITATORI DELLA GALLERIA BORGHESE 2- NEL MAZZO DELLE STATUE DELLA COLLEZIONE BORGHESE, COMPRATE 203 ANNI FA DA NAPOLEONE BONAPARTE, E “RESTITUITE” DAL LOUVRE PER QUATTRO MESI A ROMA, TRA UN CAPOLAVORO REPLICA E UNA REPLICA CAPOLAVORO, SBUCA LA FAMOSA STATUA DELL’ERMAFRODITO CHE SI ALZA IL PEPLO E LO SCODELLA BELLO DRITTO, COME CERTI TIPINI FINI CHE SI APRONO L’IMPERMEABILE DAVANTI ALLE RAGAZZINE CHE ESCONO DALLE SCUOLE 3- E PIZZI NON SI E’ LASCIATO SFUGGIRE IL CATTOLICISSIMO MINISTRO DEI BENI CULTURALI LORENZO ORNAGHI, IMBARAZZATO MICA POCO, DAVANTI ALLA STATUA DEL CAZZO DRITTO

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

DAGOREPORT

Metti una sera a Roma con i francesi: venerdì, quando mezza città faceva finta di essere andata via con la scusa del ponte dell'8 dicembre, i veri vip stavano nella capitale per andare prima alla Galleria Borghese e poi a Palazzo Farnese.

PAOLETTA UGOLINI FEDERICA TITTARELLI CERA

C'era stato un prologo nella mattinata, quando, a villa Medici, Anna Coliva e Adriana Asti erano state insignite del titolo onorifico di "Officier des artes et des lettres": due rappresentanti del mondo dello spettacolo e dei beni culturali che vantano numerosi sostenitori in Francia. Con Luciana Castellina superstar. Quasi come Frederic Mitterrand.

Nel pomeriggio, show nella Galleria Borghese. Per ammirare le statue della famiglia Borghese (e il mitologico petto della Coliva) hanno sgomitato Francesco Bellavista Caltagirone (munito di Beatrice Parodi), Emmanuele Emanuele, Mario d'Urso. Insomma, la mejo gioventù. Con Emanuele che ha cazziato brutalmente Alain Elkann: "Ma come, tu che sei amico di Mitterrand, non me l'hai nemmeno presentato?" Con il neo ministro italiano, Lorenzo Ornaghi, impegnato a farsi notare. Gazzoni Frascara, invece, non ha bisogno di presentazioni. LUIGI FICACCI ANNA COLIVA E ROBERTO CAPUCCI

 

Altro giro, a Palazzo Farnese. Ornaghi e Mitterrand, insieme al manager dell'Auditorium Carlo Fuortes, apparecchiano per i giornalisti una "dichiarazione congiunta" per far sapere che in entrambi i paesi la gente ama la musica. Dopo questa esplosiva notizia, si aprono le danze mangerecce: il capo di gabinetto del Mibac Salvatore Nastasi vede il misero pasto e opta per un sano ristorante, mentre arriva la coppia formata da Simonetta Matone e Emilio Albertario. La più bella francese della serata? Una storica dell'arte, Annick Lemoine, occhi azzurri e capelli neri.

2- BONAPARTE, BONA A TUTTO
Nicoletta Castagni per l'Ansa

Non una mostra, ma una ''restituzione'', il ritorno a Roma dopo 203 anni dei marmi antichi della Collezione Borghese, acquistati da Napoleone nell'intento di legittimare agli occhi del mondo l'appena acquisito potere imperiale. Esposizione memorabile, 'I Borghese e l'Antico' allestisce per la prima volta (ricollocate dove erano in origine) ben 65 delle oltre 600 sculture di epoca romana, da due secoli nucleo centrale delle raccolte archeologiche del Louvre.

Presentata alla stampa, la mostra e' il frutto di tre anni di intensa collaborazione tra il museo romano e il Louvre, che, senza richiedere controparti, ha acconsentito a privarsi per quattro mesi di moltissimi e celeberrimi capolavori di arte classica. Di ''impresa folle'' ha parlato la direttrice della Galleria, Anna Coliva, curatrice della rassegna con Marina Minozzi e i francesi Marie-Lou Fabrega Dubert e Jean-Luc Martinez (tutti e due del Louvre), la quale, soprattutto negli ultimi mesi, ha dovuto affrontare non pochi ostacoli per la movimentazioni di statue alte anche tre metri, eseguita con perizia e tecniche secolari.

La mostra, fin dal primo colpo d'occhio, e', oltreche' bellissima, di grande valore storico e fa tornare alla mente l'invettiva di Antonio Canova che, a cospetto di Napoleone, oso' parlare di ''incancellabile vergogna''. Di fronte a un'offerta che non poteva essere rifiutata di ben 15 milioni di franchi, il principe Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, cedette infatti all'imperatore i pezzi piu' rilevanti della sua collezione, avviata dal Cardinal Scipione agli inizi del XVII secolo e considerata la piu' ricca e prestigiosa di sempre.

Quella cifra colossale non fu mai corrisposta, Camillo ricevette da Napoleone soltanto i primi quattro milioni e fu almeno moralmente costretto a integrare con nuovi acquisti quella ''vendita sciagurata''. Napoleone, ha sottolineato la Coliva, voleva con ogni mezzo ammantarsi dei simboli del potere e dopo le grandi conquiste militari non intendeva farsi mancare quelle della bellezza e della cultura.

Prima aveva fatto suo il mondo egizio, quindi le sue mani si erano posate sui capolavori dell'archeologia custoditi nella ''Villa piu' bella del mondo'', portati via in un susseguirsi di spedizioni che avevano messo a rischio la stessa incolumita' delle sculture. Alcune rimasero irrimediabilmente danneggiate, come il Gladiatore, subito restaurato, ma per tal motivo, giudicato dagli esperti del Louvre inamovibile.

Anche il Seneca, la Cerere, la colossale Giunone non sono stati concessi in prestito, ha spiegato Marina Minozzi, per le medesime ragioni conservative. Ma nel complesso il Louvre e' stato generoso. Ecco, nel pieno rispetto filologico dell'allestimento settecentesco, il meraviglioso Vaso Borghese al centro della sala che ospita anche il magnifico Mercurio tra Livia e Tridate e l'altrettanto straordinario Ares Borghese tra Adorante e Pertinace.

Ricostruita la sala dell'Ermafrodito, con il famoso Ermafrodito dormiente restaurato da un giovanissimo Bernini, l'Ermafrodito Stante e Castore e Polluce. Spettacolare la Sala egizia, dove sono tornati il Moro (a lungo a Versailles), la Zingara, Iside, realizzate in marmi policromi. Come i due Camillo che ora tornano a guardare la Paolina di Canova, insuperata Venere Vincitrice.

 

PER DI QUA VISITA ALLA MOSTRA VISITA ALLA MOSTRA TRE LADIES TRE ANNA COLIVA ESTHER MARINARO CRIMI FEDERICA TITTARELLI CERASI SUONATRICE D ARPA SANDRA CARRARO SALVO NASTASI ROBERTO DAGOSTINO CON MARISELA FEDERICI E GIANNA TERZI DI SANTAGATA ROBERTO D'AGOSTINO CON L ERMAFRODITO PIETRO VALSECCHI CAMILLA NESBIT

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