
IL CINEMA DEI GIUSTI - CI ERAVAMO APPENA LIBERATI DEL BIOPIC DI BOB DYLAN... CHE ARRIVA QUELLO SU BRUCE SPRINGSTEEN - MA TRA I DUE FILM NON C'E' BATTAGLIA: SE AMATE "IL BOSS" NON LO PERDERETE DI SICURO - IN "LIBERAMI DAL NULLA" VIENE RACCONTATO SPRINGSTEEN, ALL'EPOCA 30ENNE, COME UNA SPECIE DI ANIMA TORMENTATA CHE TORNA AL PAESELLO NEL NEW JERSEY E DEVE AFFRONTARE GLI ASPETTI PIÙ DARK DEL SUO PASSATO, CHE FANNO DA DETONATORE PER LA COSTRUZIONE DEL DISCO "NEBRASKA" - JEREMY ALLEN WHITE SI ATTEGGIA UN PO’ TROPPO, MA CANTA E SUONA BENE... - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
jeremy allen white nei panni di bruce springsteen
Ci eravamo appena liberati del biopic di Bob Dylan che arriva quello su Bruce Springsteen. Diciamo subito che rispetto alla vita dei primi anni ’60 di Bob Dylan, e di un mondo musicale ricchissimo di quel tempo, da Pete Seeger a Joan Baez, quella del Boss nei primi anni ’80 alle prese con la creazione e le incisioni di “Nebraska”, il suo grande album personale acustico uscito nel 1982, che racconta il film di Scott Cooper “Springsteen: Liberami dal nulla”, non c’è battaglia.
Del resto non c’è proprio battaglia tra lo scontro tra il folk e il rock anni ’60 e il rock che torna al folk blues degli anni ’80 in cerca di purezza e di matrici culturali. Però è oltremodo interessante il fatto che tra la prima grande stagione di Dylan ancora poco più che ventenne si passi a Springsteen poco più che trentenne in cerca di ispirazione. La storia, certo, non racconta molto. I maldipancia di una rockstar in cerca di qualcosa di più personale delle hit che richiede l’etichetta.
bruce springsteen jeremy allen white
Stavolta però la rock star, il Boss, interpretato da un Jeremy Allen White che tutti abbiamo amato nelle tre stagioni di “The Bear”, meno bello e meno macho del Bruce Springsteen originale, è una specie di anima tormentata che torna al paesello nel New Jersey e deve affrontare gli aspetti più dark del suo passato, il rapporto col padre ubriacone e violento di origine irlandese, un grande Stephen Graham specializzato in questi ruoli, sembra un Francesco Di Leva irlandese, che tormenta la mamma adorata, Gaby Hoffman.
Al tempo stesso ha una fidanzata caruccia, la barista bionda Faye Romano, interpretata da Odessa Young, con figlia piccola, che capisce anche il poco attaccamento della star, ma che è utile per tirar fuori qualche canzone, e un manager fedele e generosa, il Jon Landau di Jeremy Strong, che lo supporta di fronte a qualsiasi stravaganza sapendo che è il suo artista.
jeremy allen white bruce springsteen 3
La parte migliore, forse perché non la sapevo, è la costruzione del disco e delle canzoni prendendo ispirazione dai caposaldi, John Lee Hooker, Sam Cooke, Little Richard, ma anche da due film di culto, “Badlands” di Terrence Malick con Martin Sheen e Sissy Spacek, uscito dieci anni prima, nel 1972, ma costruito su un delitto del 1950, e “The Night of the Hunter”, il capolavoro di Charles Laughton con Robert Mitchum che terrorizza i due bambini in fuga.
La paura dell’adulto, le scelte sbagliate, la violenza, la provincia da cui fuggire, funzionano da detonatore per la costruzione del disco, che Springsteen vorrebbe realizzare nella sua stanza da letto con un registratore. Diciamo che non c’è molto da raccontare. Quello che vediamo è un Bruce Springsteen tormentato, meno politico, più artistico del previsto, che deve elaborare un’infanzia infelice e la violenza di un paese da sempre diviso salvato dal blues e dal rock, oltre che dal cinema.
jeremy allen white bruce springsteen 2
Ma se amate il Boss, se aspettate la versione da quattro dischi di “Nebraska” piena di extra e outtakes, se ne volete sapere di più su come dalla costruzione del disco acustico nacquero pure un successo epocale come “Born in the USA”, considerato quasi un pezzo di scarto, e altri pezzi famosi, non lo perderete di sicuro.
Jeremy Allen White, a volte, si atteggia un po’ troppo da Springsteen, ma canta bene le sue canzoni e suona bene l’armonica e la chitarra. E’ più che credibile. Odessa Young viene mollata nel paesello e continuerà a far la barista, ma almeno ha un lungo pezzo chiarificatore prima della fine del film. In sala dal 23 ottobre.