ashley graham

“LA CELLULITE? MI FA ANCHE UNA PUNTA DI LIBIDINE!” CALIFANO L’HA SDOGANATA E OGGI GLI UOMINI DICHIARANO DI NON ESSERE INFASTIDITI DALL’EFFETTO BUCCIA D’ARANCIA, COMBATTUTA DAL 90% DELLE DONNE – LA MODELLA CURVY ASHLEY GRAHAM: “NON MI VERGOGGNO DI MOSTRARE I BUCHI SULLE GAMBE"

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Simonetta Sciandivasci per la Verità

 

Al pelo superfluo è successo e continua a succedere: ogni tanto s' indice una battaglia contro la sua rimozione, per il risparmio di energia e denaro e per il guadagno di un' estetica emancipata da canoni sessisti.

 

Libero pelo in libera donna. Alla cellulite, sebbene combatterla sia quasi impossibile, non si consacra pari crociata. Certo, ogni tanto spunta qualche pubblicità progresso di marchi fintamente pentiti di aver perpetrato un' immagine della donna con la silhouette perfetta, ma è poca roba. Lisciare la buccia d' arancia è una missione ancora non solo socialmente accettata, ma persino invogliata: sugli eserciti che ogni anno vi si arruolano, le pseudo femministe tacciono o obiettano parecchio flebilmente.

 

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Può darsi che sia perché la cellulite è insopportabile per le donne molto più che per gli uomini, la qual cosa ci direbbe che l' invito di Paola Turci a Sanremo, Fatti bella per te, è stato accettato (e pure da prima della canzone) e anche che nei canoni estetici messi all' indice perché maschilisti, esiste un significativo zampino femminile. Da diversi anni, allo stemperarsi del clima, non appena la prova costume diventa improrogabile esame di Stato (aprile-maggio), le riviste patinate insinuano il dubbio che l' ossessione per gli inestetismi della ritenzione idrica sia delle ragazze e non dei ragazzi, dei quali riportano dichiarazioni piuttosto inaspettate:

 

ashley graham per v magazine by mario sorrenti  8ashley graham per v magazine by mario sorrenti 8

«Ci sono altri punti di interesse», «Cellu che? Non ho capito di cosa stiamo parlando» (Giovanni e Stefano, Cosmopolitan, aprile 2017); «Avete mai sentito un venditore di una macchina dire al compratore che il cruscotto non è esattamente in fibra di carbonio? No, mai giusto? Perché, vedete, una volta che abbiamo deciso ciò che vogliamo, i dettagli di imperfezione ci interessano poco: la vostra cellulite l' abbiamo notata, ma non la vediamo» (Guy Pizzinelli, Style.it, maggio 2011).

 

MASCHI Le dichiarazioni estemporanee non vi convincono? Ci sono i numeri: l' istituto Swg, specializzato in ricerche di mercato, già agli albori degli anni Zero (2002) rilevò che 40 uomini su 100 (su un campione di 300 uomini tra i 18 e i 74 anni) non consideravano la buccia d' arancia un grave difetto e che il 62% di tutti i partecipanti al sondaggio erano convinti che le donne faticassero a capire il gusto maschile.

 

Nel 2013, Donna Moderna riportava il parere di Roberto Pani, psicanalista e professore di Psicologia clinica all' università Alma Mater studiorum di Bologna, secondo il quale i maschi rintracciano addirittura il segno della femminilità nella cellulite, perché tipica del corpo delle donne: pertanto, i loro estrogeni la registrano come fosse un segnale, «ehi, qui c' è una femmina».

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Nulla di tutto questo, però, prevale sul desiderio di sfoderare cosce e glutei tonici, marmorei, lisci.

 

ORGOGLIO Ashley Graham, stupenda modella taglia forte, a gennaio ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto delle sue chiappe con la cellulite in primo piano, ma già lo scorso anno ne aveva postata una di lei in bici a cosce nude. Didascalia: «Mi alleno, faccio del mio meglio per mangiare bene, mi piace la pelle che ho e non mi vergogno di mostrare i buchi sulle gambe.

 

Non dovreste vergognarvi neanche voi!». Qualche mese prima era stata falcidiata dagli insulti per via di un altro scatto nel quale appariva dimagrita: era corsa al riparo dicendo che si trattava di un effetto dato dalla posa e comunque che sì, lei seguiva una dieta sana ma non per dimagrire, per rimanere in forma.

 

SALUTISMO Spesso, il salutismo è un trucco che maschera l' ossessione per l' aspetto, rendendola etica e, quindi, irriconoscibile. Nella sostanza, tuttavia, non cambia molto: ci si continua a martoriare di palestra, trattamenti estetici, diete snervanti e a porsi obiettivi mutuati da prototipi umanamente irraggiungibili, solo che lo si fa (meglio: si dice di farlo) in nome della salute e non dell' avvenenza.

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MARKETING È in questa tendenza che s' inscrive l' insistenza con cui il marketing dei prodotti contro la cellulite la descrive come una malattia e non come un semplice inestetismo. Il concetto di malattia di oggi è senza dubbio più esteso rispetto a quello ottocentesco - in virtù del quale, un malato era qualcuno in pericolo di vita -, ma questa estensione ha dato anche margine a «creare a tavolino malattie inesistenti: la cellulite è l' ultima invenzione», diceva qualche anno fa, su Oggiscienza, l' epistemologo Gilberto Corbellini, docente di Storia della medicina all' università La Sapienza di Roma.

 

Nella comunità scientifica vale la perfetta definizione di Jmp de Godoy: «La non-malattia più investigata». Quasi il 90% della popolazione femminile mediterranea presenta, su cosce e glutei, a partire dall' età prepuberale, la fatidica buccia d' arancia. I consigli per eliminarla, sradicarla, nasconderla si moltiplicano in un vasto mare in cui nuotano, senza controllo, informazioni scientifiche e invenzioni arbitrarie.

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CINICA Per questa ragione (e perché fa bene il suo mestiere), Cristina Fogazzi, più nota al pubblico come Estetista cinica (star dei social network diventata, nell' ordine, presenza fissa di molte trasmissioni tv, autrice di manuali di grande successo, imperatrice assoluta della cosmesi dalla parte delle donne normali, fustigatrice delle propagande di miracoli estetici), ha deciso di intraprendere una guerra all' ultimo fake e ristabilire un ordine nel convulso arrabattarsi delle donne per eliminare, da gambe e fondoschiena, qualsiasi traccia di cattiva alimentazione, stress, sedentarietà, sovrappeso, circolazione singhiozzante.

 

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Nel suo Guida cinica alla cellulite, scritto insieme al dottor Enrico Motta ed edito lo scorso anno da Mondadori, la Fogazzi non solo racconta dettagliatamente cos' è la cellulite, da cosa può dipendere e come si può curare, ma smonta gli errori che hanno contribuito a farne uno spauracchio contro cui la maggior parte delle diete e degli accorgimenti sono inutili, quando non controproducenti. Un esempio? La corsa, se praticata male quindi senza curarsi troppo dell' impatto dei piedi con il suolo, può peggiorare la circolazione e quindi stimolare la proliferazione del nemico.

 

DIAGNOSI La cellulite, allerta Cristina Fogazzi (nel suo libro ma pure nei numerosi suoi video che trovate su Youtube), va innanzitutto riconosciuta: è un passaggio che diamo per scontato e che, invece, è fondamentale. Come? Il primo indizio sono le caviglie gonfie a sera, dopo una giornata trascorsa soprattutto in piedi. Non volete aspettare 12 ore?

 

Mettetevi davanti allo specchio per 1 minuto e mezzo, immobili: se le gambe si tingono di viola, ci sono buone probabilità che siate, contro la vostra volontà, entrate nel club. Fate fatica a darvi dei pizzicotti nell' interno cosce? È un altro segnale da non sottovalutare.

 

Tuttavia, ribadisce, sottolinea, evidenzia, si sgola l' Estetista cinica, niente di tutto questo è sufficiente per autodiagnosticarvi la «non malattia più investigata»: rivolgetevi a un esperto endocrinologo o angiologo che sia, prima di correre in farmacia a devolvere il vostro 60% in prodotti che, con grande probabilità, non vi daranno altro risultato che la delusione. Una delusione alla quale, incredibilmente, sembra molto difficile rinunciare, ogni anno.

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