AMMA MIA! - IN TRENTAMILA IN FILA DALLA SANTONA INDIANA CHE ABBRACCIA TUTTI: NIENTE PREGHIERE O DOTTRINE, È LA RELIGIONE DEL ‘VOLEMOSEBBENE’

Cristiano Gatti per "Il Giornale"

Un abbraccio salverà il mondo. O almeno lo guarirà un po' .Ne è sicura questa amabile signora indiana di sessant'anni, mistica e pacioccona, saggia e consolatrice. A occhio e croce non è la sola a crederci: nei capannoni della Fiera di Malpensa sono più o meno trentamila. In tre giorni, da sabato a questa sera, si sono ritrovati per ritrovarsi. Poche parole di pace, di serenità, di armonia: poi tutti in fila per l'attimo supremo, un contatto fisico che scalderà l'anima per un anno intero, fino al prossimo convegno.

Nella sala d'aspetto del dentista o allo sportello delle Poste l'attesa monta in rabbia e pulsione omicida, qui aspettano l'abbraccio in letizia e beatitudine. Ticket alle sette e abbraccio alle quindici, o giù di lì. Hanno il loro biglietto in mano, siedono ordinati e tranquilli, qualcuno gira per i tavolini dei gadget e dei santini, fino a quando non arriva il proprio turno. Guardandoli, le reazioni possibili sono due: ma guarda quanto bisogno di trascendenza, ma guarda quanti fessi ci sono in giro. Ognuno giudica secondo coscienza.

Lei, imperturbabile e amorevole, abbraccia ciascuno di loro come fosse il primo e l'unico. Si fa presto a dire, ma non è così facile: Amma, nome che singolarmente ricorda la prima persona molto rafforzata del verbo amare, ha abbracciato in vita sua trentatré milioni di persone. Iniziò da bambina, nel suo villaggio indiano, lei chiamata ad accudire sette fratelli per la malattia della mamma, eppure così generosa e sensibile da stringersi ai derelitti di tutte le specie.

Abbraccio dopo abbraccio, eccola qui, alla guida di una multinazionale dell'amore e della solidarietà («Embracing the World», molto ascoltata in sede Onu) che ha costruito 45mila case per senzatetto, ha fornito assistenza medica a due milioni e mezzo di persone, si è pietosamente sporcata le mani in ospedali, ospizi, orfanotrofi, scuole e favelas, ha diffuso istruzione, ha curato ferite, ha salvato l'ambiente, perché la ragione sociale è tante cose assieme per uno scopo alto, servire l'uomo, salvare il mondo.

La vedo al centro del palco, mai una smorfia o un cedimento: solo sorrisi e comprensione. L'abbraccio dura qualche secondo, lungo come il sempre e il tutto di cui gli umani hanno bisogno. È un lavoro massacrante, un lavoro da artrite anchilosante, da scoliosi deformante, da epicondilite cronica, ma Amma ama e non se ne accorge. Comincia alle dieci di mattina, smette intorno alle quattro del pomeriggio, giusto il tempo di rifocillarsi un minimo, quindi riprende in serata con poche e profonde parole, prima dei nuovi abbracci. L'altra sera l'ultimo alle 3,40. Poi finalmente è andata dormire.

Non allo Sheraton, ma su un materassino dei tanti messi a disposizione dei devoti sotto un grande stand, genere palestra post-calamità. Fuori, parcheggi intasatissimi e file di camper con targhe da tutta Europa. Atmosfere del genere si respirano al Palalido con il Dalai Lama, o al Palasharp tra i gruppi di Medjugorje.

Qui ci sono nonne e fidanzatini, famiglie e comitive, rasta e alternativi. C'è il popolo che fa yoga e mangia ayurvedico, ma c'è anche il ceto medio impiegatizio. Tutte le età, maschi e femmine, eccentrici e banali, beati e dannati. C'è chi viene cogliendo in pieno il senso, c'è chi confonde un po' le cose e coltiva speranze segrete di guarigione, c'è chi semplicemente cerca qualcosa di più e di meglio.

Evasione dalla crisi? Qualcosa incide, ma neppure tanto: Amma viene in Italia da ventotto anni, durante il suo giro europeo, ci è venuta in epoche dure e in epoche facilone, ma sempre con lo stesso seguito di accalorata ascesi. Amma predica tolleranza e buoni sentimenti. Umanesimo assoluto del tipo niciano e socratico, «diventa ciò che sei», «scopri te stesso».

Soprattutto, non si pone in alternativa alle religioni, né tanto meno aspira a guidare una setta: di estrazione induista, chiude le diatribe con una frase sola, «Abbiamo tutti un solo Dio, stupido chi pensa che il proprio sia migliore». È tutto abbastanza chiaro, ma resta il grande interrogativo: perché l'abbraccio? Cosa c'è in questo abbraccio? Solo il trasporto del primo gesto istintivo di solidarietà?

Rapido sondaggio in sala. Emiliano, origini sarde e residenza a Lucerna, educatore sociale in una scuola: «Vengo qui a incontrarmi con me stesso, nella calma totale. L'abbraccio? Mi sento bene. Mi fa bene. Durante l'anno non lo aspetto: soltanto, me lo auguro».

Maria, milanese, ex parrucchiera, vedova e ora nonna a tempo quasi pieno: «Da anni vengo all'abbraccio di Amma. Non si può spiegare che cosa trasmette: ognuno sente qualcosa di personale. È la pace, è l'amore assoluto. Ti apre la mente e ti fa sentire cambiata. Nessuno deve pensare che siamo vittime di fanatismi e di dipendenza. Amma non lo vuole, nel modo più assoluto. Il suo messaggio è bellissimo: il maestro è dentro di te».

Altri respirano meglio. Altri sentono Dio. Altri fanno pace con l'universo. Altri trovano la forza per sopportare meglio la pesantezza di questa fase storica. Tutto in un abbraccio. È possibile? È spiegabile? Fosse un branco di esaltati, di stralunati attivisti in preda a qualche fumo pesante, tutto sarebbe paradossalmente più logico. Ma questa gente è la gente che tutti i giorni frequenta uffici, scuole, fabbriche.

È la stessa che si incontra sui marciapiedi e nei bar, nelle campagne e in metropolitana. Amma non vuole, proprio non vuole sentirsi definire come Gandhi, Mahatma, eppure per questa moltitudine assorta lei è comunque la Grande Anima. Un segno dei tempi? Una reazione ai valori stanchi e fasulli del cinismo, dell'arrivismo, del consumismo, dell'edonismo, di tutti gli ismi che in quest'ultima epoca ci hanno asciugato i sogni?

Chi può dirlo. Loro ci credono, in qualcosa bisogna credere. Non fanno male a nessuno, pensano solo bene. Quello che trovano qui in un abbraccio, non è però molto diverso da quello che si trova da secoli nel silenzio di una chiesa, o immersi in un bosco, o seduti su uno scoglio. Non è la stessa cosa, dicono. Inutile parlarne. Ogni viaggio verso l'alto ha il suo tragitto: qualche volta, passa dalle braccia forti di un'anima leggera.

 

AMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANAAMMA LA SANTONA INDIANA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO