omeopatia

OMEOPAZZIA! - TRA UN ANNO LA VENDITA DI PRODOTTI OMEOPATICI SARÀ SUBORDINATA ALL’AUTORIZZAZIONE DELL’AIFA - LA PRIMA CONSEGUENZA E’ CHE SI PASSA DAI 9 MILA ‘FARMACI’ DISPONIBILI OGGI A UN MASSIMO DI 3 MILA

Michele Bocci per “La Repubblica”

 

Meno preparati omeopatici a disposizione degli italiani, spese in aumento per le aziende produttrici con rischio di crisi per le più piccole. La rivoluzione nel mondo della medicina non convenzionale nata in Germania alla fine del Settecento è iniziata e nel giro di qualche mese ci sarà un crollo delle tipologie di sciroppi e granuli in vendita in farmacie ed erboristerie.

 

OMEOPATIA 3

Si passerà dalle circa 9mila specialità disponibili all' inizio di quest' anno a un massimo di 3mila per la fine del 2018, quando sarà concluso l' iter delle autorizzazioni, e sempre che tutti i prodotti per i quali è stato chiesto il via libera lo ottengano. Sì, perché, dal primo gennaio 2019 potranno essere venduti solo i rimedi omeopatici inseriti in un apposito prontuario stilato dall' Aifa.

 

Una prima conseguenza è che già adesso sono stati tolti dal commercio molti prodotti: secondo alcune stime ne sono rimasti in circolazione circa 6mila. Si vedrà più avanti se la novità ridurrà la diffusione in Italia dell' omeopatia, che negli anni più recenti ha assistito a un calo delle vendite dei suoi rimedi. Del resto accanto ai tanti che assicurano di trarre benefici da questa disciplina, ci sono molti scettici, che ricordano come non abbia basi scientifiche convincenti.

OMEOPATIA 2

 

Quello che sta accadendo è la conseguenza di un riconoscimento che aveva fatto cantare vittoria ai produttori e ai sostenitori dell' omeopatia. Con una legge del 2016 si è infatti deciso che anche questi preparati, fino ad ora messi in vendita liberamente, debbano avere l' Aic, autorizzazione all' immissione in commercio da parte dell' Aifa, l' Agenzia del farmaco. Proprio come succede per i medicinali allopatici, ma in forma più semplificata.

 

La norma prevedeva che entro il 30 giugno le imprese omeopatiche presentassero i dossier per i prodotti dei quali volevano l' autorizzazione. Ebbene i fascicoli consegnati ad Aifa sono circa 3mila. Gli altri preparati sono stati esclusi, perché poco redditizi.

Del resto la registrazione è costosa. In questa prima fase si è deciso di farla pagare alle imprese mille euro ma in futuro si salirà sui 10-20mila a dossier.

 

OSCILLOCOCCINUM OMEOPATIA

Oltretutto bisogna rinnovare la richiesta ogni 5 anni e se ci sono dei cambiamenti nelle componenti del rimedio omeopatico, o anche delle modifiche societarie di chi lo produce, vanno pagate integrazioni da 1.500 euro alla volta. Questo ha costretto i produttori a selezionare, decidendo cosa meriti gli investimenti necessari per l' Aic ed eliminando quello che viene venduto poco.

 

«È stata una norma europea a imporre all' Italia di agire in questo modo - spiega il direttore dell' Aifa Mario Melazzini - Tra l' altro è andata in proroga per anni. Adesso ci siamo e noi abbiamo rinforzato l' ufficio valutazioni medicinali, che ha pianificato il lavoro in modo da dare il via libera ai dossier entro il termine previsto dalla legge, cioè il 31 dicembre 2018». Non è facile stimare a quanti preparati sarà data l' autorizzazione. Comunque, vista la natura dell' omeopatia, eventuali esclusioni non saranno legate alla pericolosità di effetti collaterali o all' inefficacia dei prodotti.

 

OMEOPATIA

«Più che altro si guarderà se i dossier sono a posto dal punto di vista formale», spiega ancora Melazzini. Mentre l' agenzia del farmaco ha già iniziato a valutare e autorizzare i primi prodotti, le aziende italiane sono preoccupate. «Abbiamo dovuto sostenere onerosi investimenti per adeguarci alle richieste di Aifa», dice il presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga, sottolineando come le aziende omeopatiche hanno dimensioni inferiori rispetto alle aziende farmaceutiche.

 

«Il decreto Tariffe della ministra Lorenzin del febbraio 2016 stabilisce tariffe assolutamente improponibili. Si tratta dell' ennesima mossa che va a penalizzare l' industria nazionale, lasciando invece carta bianca alle aziende straniere che, in Europa, sottostanno a regole e condizioni economiche meno stringenti». Le tariffe per registrazioni e variazioni sono considerate troppo alte. Già ora hanno costretto molte realtà a ritirare tanti prodotti dal mercato, più avanti ci potrebbe essere «la chiusura della produzione e la perdita di posti di lavoro».

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…