1. BATTO BATTENDO LA TASTIERA DEL COMPUTER: LE CASE CHIUSE RIAPRONO SU INTERNET 2. 9 MILIONI DI ITALIANI, IL 70% SPOSATI, FREQUENTANO PROSTITUTE CHE SI PUBBLICIZZANO NEI CIRCA 100 SITI DEDICATI, DA ITALIACALDA.COM A PICCOLETRASGRESSIONI.IT 3. COME LE DUE MINORENNI DEI PARIOLI: FINITE IN UNA RETE DI SFRUTTATORI, DOPO ESSERSI MESSE DISINVOLTAMENTE SU BAKEKAINCONTRII.COM: “L’ABBIAMO DECISO DA SOLE” 3. SUL WEB DI TUTTO, DI PIÙ: MADRI E FIGLIE DISPOSTE A UN RAPPORTO A TRE. PRETI A CACCIA DI ALTRI PRETI. RAGAZZINE PRONTE A VENDERSI PER UN IPHONE. GIGOLÒ A TARIFFE ALTISSIME. ETERO CHE PER POCHI EURO DICONO SÌ AGLI INCONTRI GAY. UN ESERCITO VIRTUAL-REALE CHE STA ERODENDO IL MONDO DELLA PROSTITUZIONE SU STRADA

1. LE CASE CHIUSE RIAPRONO SU INTERNET
Antonella Piperno per "Panorama"

Mettiamola così, senza falsi pudori: se siete maschi e siete a vostro agio con sigle come Bj e Vu, fate probabilmente parte di quei 9 milioni di italiani, il 70 per cento dei quali sposati, che stando alle ricerche frequentano prostitute. La dimestichezza con il gergo (Bj sta per blow job, il rapporto orale, Vu per velocità urbana, cioè la tariffa, con gli euro espressi in chilometri) indica che prediligete le lucciole 2.0, quelle cioè che offrono prestazioni a casa loro (le girl) o in trasferta (le escort) pubblicizzandosi nei circa 100 siti dedicati, da Italiacalda.com a Piccoletrasgressioni.it.

Un esercito virtual-reale che sta erodendo il mondo della prostituzione su strada, con apprezzamento degli uomini i quali, è stato calcolato, cliccano sui computer d'Italia 50 mila volte al giorno, alla ricerca di merce che li stuzzichi. Pronti anche a recensire i prodotti, come se fossero auto o telefonini, su forum specializzati come Itescort.it, o Gnocca forum, dove il cliente «Flauto magico» si è inventato «Google gnocca, primo test sulle ragazze pay dei siti». Ha trionfato una studentessa molto ambita: «Per prendere l'appuntamento ho penato manco fosse il primario di Villa...».

L'offerta è sicuramente vasta: nella ricerca «A.A.A. Tuttiacasa.it», Mirta Da Pra, responsabile del progetto prostituzione e tratta del gruppo Abele, segnala che oggi tra il 30 e il 70 per cento delle prostitute (la percentuale varia da comune a comune) si è trasferito dalle strade agli appartamenti.

Le stime parlano di decine di migliaia, nessuno finora le ha sistematicamente contate, tranne Onelio Francioso che per il suo Meretrix prostituzione e case chiuse nell'era di internet (Aliberti editore, 173 pagine 14 euro) ne ha censite 80 mila. Un numero quasi certamente sottostimato dal momento che Panorama (vedere l'articolo a pagina 63) ne ha contate circa 10 mila nelle sole 20 piccole città oggetto dell'inchiesta.

Tutte felici e contente per lo status online che, oltre a svincolarle dai protettori, arriva a garantire anche 20 mila euro al mese. Tutte? Non esattamente: «Nel web c'è un 20 per cento di straniere vittime della tratta che dallo sfruttamento in strada è passato a quello al chiuso» spiega Da Pra, con analoghe privazioni della libertà e sottomissione alle sorveglianti tenutarie di case, come le cosiddette «cafetinas» che vigilano sulle brasiliane.

Le minorenni straniere sfruttate, secondo Ecpat Italia (End child prostitution pornography and trafficking), sono tra 7 mila e 11 mila, le «bamboline» alle quali si stanno sventatamente accodando anche centinaia di italiane, in cerca di facili guadagni.

Come le due minorenni romane della triste vicenda dei Parioli: finite in una rete di sfruttatori, dopo essersi messe disinvoltamente su Bakekaincontrii.com. «L'abbiamo deciso da sole, scialla» (che in gergo giovanilista sta per tranquillo) ha spiegato ai magistrati una delle due, come se avesse venduto libri usati al mercatino. Una ipersessualizzazione precoce davanti alla quale gli inglesi pensano semplicemente di adeguarsi: John Ashton, direttore del dipartimento di salute pubblica del ministero della Salute britannico (vedere anche l'articolo a pagina 66), ha appena invocato un dibattito nazionale per abbassare a 15 anni l'età del sesso legale.

Paradossalmente in sintonia con Mirko Ieni, uno degli adulti accusati di sfruttare le baby escort dei Parioli, che con i magistrati si è difeso così: «L'Italia è un Paese bigotto e non accetta questi giochini». Bigotti o no, gli esperti di temi adolescenziali sono preoccupati. Secondo la terapeuta Maria Rita Parsi, le teenager si vendono con leggerezza perché, latenze affettive a parte, internet le sta spingendo a considerare il corpo come virtuale, altra cosa rispetto a loro: «Usarlo per soldi non le coinvolge emotivamente». Scialla...

Il fenomeno è diffuso se perfino su un sito asettico come Alfemminile.com in un forum Attanasia, 20 anni, chiede alle utenti come giudichino che per racimolare qualche soldo per le vacanze abbia risposto all'annuncio di «un manager distinto e serio». Operazione «poco sgradevole», tanto che oggi «per soddisfare qualche sfizio» la ripete saltuariamente. Plauso generale («Ragazze, abbiamo la patata, sfruttiamola») e coming out di una diciassettenne: «L'ho fatto anch'io, tre volte. Ho smesso perché l'ultimo era un vecchio grassone che mi ha fatto skifo».

Le ragazzine si vendono per «gli sfizi». Ma mettere i corpi online sta diventando per le adulte anche un mezzo per fronteggiare la crisi: accanto a sudamericane, ragazze dell'Est e asiatiche, segnala Pia Covre, rappresentante del comitato per i diritti civili delle prostitute, che si batte perché il «sex work» venga riconosciuto come lavoro con partita Iva, stanno aumentando le italiane: ieri il 10 per cento, oggi il 30. «Chi ha perso il lavoro in fabbrica, chi deve pagare le cartelle dell'Equitalia, neolaureate disoccupate. Molte pensano di tirare su qualche euro e poi smettere, senza valutare le insidie di internet, la cui memoria non cancella nulla».

La grande offerta intanto ha fatto scendere le tariffe: il minimo di 100 euro a rapporto (il massimo è 500 con punte di 1.000 e più per le top) ora si è ridotto, segnala Covre, a 70. Sempre meglio del sesso da strada, dove la crisi ha fatto precipitare a 10 euro una prestazione orale. I nuovi ingressi di italiane part time sono confermati anche da Roberto Pellati, titolare di Pablitoescort.com, che accoglie i nuovi clienti con il glossario gergale Troiapedia, un Wikipedia in versione sex worker.

Racconta che, se ieri su 50 annunci uno era di una neofita, ora la proporzione è di 5 su 50, anche ultraquarantenni. Nonostante la crisi i titolari dei siti (forti di una sentenza della Cassazione che legittima l'attività diretta a pubblicizzare inserzioni di persone) se la passano molto bene, visto che spesso i domini sono registrati in paesi esteri a bassa tassazione. Un annuncio semplice costa 100 euro al mese, ma Francioso, che per il suo Meretrix ne ha censiti un'ottantina, sostiene che quelli al top come Arcaton.com ne chiedono anche 400.

Che lievitano se si sceglie pure il banner con l'immagine in movimento. Arcaton è considerato la vetrina migliore dalle escort top, quelle in vendita con lingerie di lusso e annunci discreti, che mai si sognerebbero di indossare guêpière da mercatino o di compilare inserzioni crude come le colleghe dei siti gratuiti, pieni di «menù» dettagliati, a cominciare dal «massaggio prostatico». Lo scrittore ha intervistato 500 prostitute e sostiene che «la maggioranza lo fa non per necessità, ma per migliorare il proprio stile di vita» e racconta di un'italiana che ha intrapreso la carriera sulle orme di un'amica che in un mese si era comprata l'auto.

Autoimprenditrici del sesso via web difficilmente recuperabili, soprattutto per la difficoltà di intercettarle. Caritas, gruppo Abele, Cnca e Associazione on the road nel 2012 sono riusciti infatti a contattare 23.878 persone sfruttate in strada, però solo 2.936 di quelle che si vendevano indoor. I risultati del progetto Fuoriluogo sono ancora più inquietanti: su 3.078 prostitute del web a cui sono stati offerti servizi sanitari e protezione sociale, solo quattro alla fine sono tornate sulla retta via. Fin qui le prostitute. E le peculiarità dei clienti del web? Di tutte le età e propensi, come quelli on the road, a non usare il profilattico (sette su 10 sono disposti a pagare di più) segnala il gruppo Abele, che a gennaio organizzerà il convegno «Il cliente questo conosciuto».

Tendenti «a considerare i servizi sessuali come merce da ecommerce» analizza Francesco Carchedi, sociologo della Sapienza impegnato in una ricerca sui forum che analizzerà la trasformazione del rapporto tra cliente e prostituta del web. Mentre Giorgia Serughetti, ricercatrice sociale dell'Università Bicocca, che per il suo Uomini che pagano le donne.

Dalla strada al web, i clienti nel mercato del sesso contemporaneo (Ediesse edizioni) ha studiato 14 mila recensioni di escort, spiega: «In strada è tutto più diretto. Il web, con i nomi finti, i personaggi della geisha o della dominatrice, ha trasformato il rapporto tra prostituta e cliente in un'apprezzata performance teatrale. Con codici che rafforzano la finzione del piacere reciproco». Tutto finto, ma i clienti ci credono. Tanto che sui forum si vantano un po' tutti: «Si vedeva che godeva».


2. PECCATORI DI PROVINCIA - ETERO E OMOSESSUALI, UOMINI E DONNE, MAGGIORENNI E TEENAGER: VIAGGIO IN 20 CITTÀ MEDIO-PICCOLE, ALLA SCOPERTA DEL NUOVO SESSO ALL'ITALIANA
Carmelo Caruso, Claudia Daconto, Gianluca Ferraris, Zornitza Kratchmarova, Giorgio Sturlese Tosi, Elena Testi per "Panorama"

Madri e figlie disposte a un rapporto a tre. Preti a caccia di altri preti. Donne «in cerca di marito» che nell'attesa si offrono a pagamento. Ragazzine pronte a vendere il loro corpo per un iPhone. Gigolò di professione a tariffe altissime. Eterosessuali che in cambio di pochi euro dicono sì agli incontri gay. Transessuali ammiccanti che sfoderano l'«arma segreta» in favore di obiettivo.

E poi pervertiti, ninfomani, feticisti, amanti del sadomaso e chi più ne ha più ne metta. Risultato: un esercito di almeno 10 mila professioniste (e professionisti) del sesso a pagamento. E una platea di clienti sterminata seppure impossibile da censire. È la radiografia della provincia italiana: quello che molti immaginavano ma che nessuno, finora, aveva provato a quantificare. Così, dietro i casi shock delle grandi città raccontati dai quotidiani, come le baby prostitute dei Parioli a Roma o i centri massaggi di Milano, si svela una periferia con tanti vizi e poche virtù.

Basta scorrere alcuni dei principali siti di incontri per imbattersi in un'infinità di annunci che non lasciano spazio all'immaginazione. Panorama lo ha fatto, passando al setaccio 20 capoluoghi medio-piccoli, da Aosta ad Agrigento. Quelli dove risiede oltre la metà della popolazione italiana. E dove il mercato del sesso pare vada a gonfie vele. Tanto più che la nostra indagine non prende in considerazione la prostituzione da marciapiede, i centri benessere più o meno promiscui, i club privé, i siti per sole escort di alto bordo e gli annunci pubblicati dalla carta stampata.

I dati, insomma, sono certamente approssimati per difetto. Ma già così offrono uno spaccato piuttosto sconcertante. Qualche esempio? Cuneo, stando ai numeri, è la capitale del sesso di provincia con un rapporto fra annunci online e popolazione pari al 3,2 per cento e una prostituta virtuale ogni 16 uomini maggiorenni. Segue, staccatissima, Treviso (1,48 per cento e una donna ogni 39 uomini), mentre la terza piazza del podio la occupa Lecce (1,22 per cento e una donna ogni 41 uomini).

Le tre cittadine più puritane, almeno secondo il web, sono invece Aosta, Livorno e Caserta. Piacenza vince la medaglia d'oro per numero di transessuali, 78, mentre la nicchia dei gigolò conferma il testa a testa fra Cuneo e Treviso, con la prima che vince 93 a 87. Numeri a parte, il tenore degli annunci sembra essere lo stesso un po' ovunque. Foto estremamente esplicite e specialità descritte nei minimi dettagli, anche se spesso l'italiano zoppica. Il prezzo, invece, non compare quasi mai, a volte sostituito da metafore come mancia, apprezzamento, regalino: la trattativa è privata, s'immagina.

Tra le donne vanno forte massaggiatrici e studentesse pronte a tutto, comprese quelle disposte a preliminari non protetti, come Luna, 25 anni, di Imperia: «Su richiesta suono il flauto senza custodia» scrive. Tra i gay c'è chi si spaccia per vergine, come un anonimo 22enne di Ferrara «in cerca di uno scopamico». Abbondano anche le richieste particolari e quelle scabrose. C'è il contadino che vuole accoppiarsi esclusivamente con «altri colleghi agricoli» e il professionista che pretende incontri sui camion, o quello che «riceve» solo nei bagni dei fast food.

Chi ama farsi legare e picchiare e chi si eccita osservando le necessità fisiologiche del partner occasionale. Sempre gettonatissime le lesbiche, meglio se in coppia. Se poi sono sorelle, come Beatrice e Lisa di Desenzano, i clic aumentano parecchio. E a proposito di clic, la conferma che il mercato del sesso online non teme crisi arriva dai numerosi annunci civetta, dai prestiti personali alla vendita di auto usate, che sbucano tra le offerte a luci rosse per guadagnare un po' di visibilità. E chissà che in provincia, tra un incontro clandestino e l'altro, qualcuno non sia riuscito a combinare anche qualche buon affare.

 

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