
“BIBI” VIENE MESSO ALL'ANGOLO DAI SUOI GENERALI E DA TRUMP – PER IL CAPO DI STATO MAGGIORE ISRAELIANO, EYAL ZAMIR, LO STATO EBRAICO È “VICINO” A RAGGIUNGERE TUTTI GLI OBIETTIVI MILITARI CHE SI ERA DATO A GAZA E “OGNI ULTERIORE ATTIVITÀ MILITARE METTE A RISCHIO LA VITA DEGLI OSTAGGI” – IL “CALIGOLA DELLA CASA BIANCA”, DOPO AVERE AFFIANCATO NETANYAHU CONTRO L’IRAN, ORA PRETENDE CHE SIGLI UN CESSATE IL FUOCO CON HAMAS: “FATE UN ACCORDO A GAZA, RIPORTATE A CASA GLI OSTAGGI” – MA INTANTO IL PREMIER ISRAELIANO EMETTE UN ORDINE DI EVACUAZIONE NEL NORD DELLA STRISCIA…
Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per "la Repubblica"
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse1
L'Idf è «vicina» a raggiungere tutti gli obiettivi militari che si era data a Gaza e ogni ulteriore attività militare nella Striscia mette a rischio la vita degli ostaggi.
Il briefing che il capo di Stato maggiore Eyal Zamir ha fatto ieri sera al gabinetto di sicurezza del governo israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu è un altro tassello nel puzzle che spinge buona parte di Israele a sperare che un nuovo cessate il fuoco a Gaza sia possibile in tempi rapidi, nonostante le operazioni continuino e sia stato emesso un ordine di evacuazione per il nord della Striscia.
«Le parole di Zamir hanno peso visto che è stato fra coloro che hanno spinto per attaccare l'Iran», ha scritto su Haaretz il corrispondente militare Amos Harel.
La riunione fra il governo e i militari – il cui contenuto era stato anticipato già ieri mattina dalla stampa israeliana – è avvenuta a poche ore dalla partenza di Ron Dermer per Washington. Il braccio destro del primo ministro sarà in America per pianificare la visita di Netanyahu a Trump, che dovrebbe avvenire nelle prossime due settimane.
benjamin netanyahu nella striscia di gaza
[…] Al momento Israele continua a chiedere il disarmo totale di Hamas e l'esilio dei leader del gruppo ancora in vita: a queste richieste si aggiungerebbe quella della liberazione di un numero consistente di ostaggi sin dall'inizio del cessate il fuoco. Si tratta di domande – con l'eccezione di quella sull'esilio, su cui un compromesso sarebbe già stato raggiunto – a cui Hamas ha finora risposto in modo negativo: ma l'indebolimento provocato dai venti mesi di attacchi israeliani e dall'uscita di scena dell'alleato iraniano potrebbero ora cambiare l'equazione.
La voce più forte in favore del cessate il fuoco è quella dell'uomo che ha preso la partita direttamente nelle sue mani, Donald Trump. «Fate un accordo a Gaza, riportate a casa gli ostaggi», ha scritto il presidente americano sui social network sabato notte, dopo che venerdì aveva parlato di un «accordo possibile entro una settimana».
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
Trump è poi tornato a criticare il processo per corruzione a cui è da più di due anni sottoposto Netanyahu definendolo (sempre sui social network) «caccia alle streghe politica» che interferisce sul processo per il cessate il fuoco. Netanyahu «sta negoziando un accordo con Hamas, che includerà la restituzione degli ostaggi. Com'è possibile che il primo ministro di Israele possa essere costretto a stare seduto in un'aula di tribunale tutto il giorno, per nulla?», ha scritto.
Già la scorsa settimana, il presidente americano aveva chiesto l'annullamento del procedimento, con un'ingerenza che ha innervosito molti qui in Israele, nonostante la popolarità di cui gode. Il processo ha subito molteplici rinvii in queste settimane a causa della crisi con l'Iran e prima ancora della situazione a Gaza: ieri il tribunale ha accettato di annullare i due giorni di testimonianza del primo ministro che erano previsti per questa settimana.
BENJAMIN NETANYAHU AL MURO DEL PIANTO PREGA PER TRUMP DOPO L ATTACCO AMERICANO ALL IRAN
Di un possibile accordo è tornato a parlare lo stesso Netanyahu in un incontro con gli uomini dello Shin Bet, il servizio segreto interno. «Molte opportunità si sono aperte grazie a questa vittoria. Prima di tutto, liberare gli ostaggi», ha detto riferendosi alla campagna contro l'Iran. […]
[…] anche ieri sera, per il terzo giorno consecutivo, gruppi di coloni israeliani sono tornati a usare la violenza in Cisgiordania. Tre feriti a Hizma, villaggio palestinese non lontano da Gerusalemme, quando i coloni hanno attaccato case palestinesi. […]