
“SONO ESCLUSI COMUNISTI, FANCAZZISTI E PERSONE CON PROBLEMI DI ORIENTAMENTO SESSUALE" – BUFERA SULLO CHEF STELLATO PAOLO CAPPUCCIO PER UN ANNUNCIO PUBBLICATO SU FACEBOOK CONSIDERATO DISCRIMINATORIO – IL MESSAGGIO È STATO ELIMINATO DOPO LE POLEMICHE E IL CUOCO SI È DIFESO SPIEGANDO CHE: “ERO ESASPERATO DOPO L’ENNESIMA ESPERIENZA NEGATIVA. NON NE POSSO PIÙ DI COLLABORATORI CHE SI METTONO IN MALATTIA, BRUCIANO IL PESCE O NON LAVORANO. HO DIRITTO A SCEGLIERE CHI ENTRA NELLA MIA CUCINA. HO AMICI GAY, NON È QUELLO IL PUNTO..."
Estratto da www.tgcom24.mediaset.it
Paolo Cappuccio, chef stellato e volto noto della ristorazione d’élite italiana, è finito al centro di una polemica virale per un post pubblicato sul proprio profilo Facebook. L'annuncio, destinato alla selezione di personale per un hotel in Val di Fassa, ha sollevato critiche per i suoi toni considerati discriminatori.
Nelle righe del messaggio, poi rimosso, lo chef escludeva candidati "comunisti", "con problemi di orientamento sessuale" e "fancazzisti". Non è la prima volta che Cappuccio si esprime in questi termini: già nel 2020 era stato segnalato un suo annuncio per la stagione estiva a Caorle, dai toni altrettanto offensivi. Anche in quell’occasione, gli utenti social avevano denunciato la natura discriminatoria del messaggio.
UN POST DIVENTATO UN CASO NAZIONALE
Il messaggio, pubblicato l’8 luglio su Facebook, cercava uno chef, tre capi partita e un pasticcere per la stagione invernale. Lo stipendio proposto andava dai 2.000 ai 4.000 euro. Tuttavia, a far discutere non è stato l’aspetto economico, bensì il tono e le esclusioni contenute: "Sono esclusi comunisti/fancazzisti. Master chef del cazzo ed affini. Persone con problemi … di orientamento sessuale".
Il post è stato rapidamente rimosso, ma ormai era già stato diffuso in rete. A contribuire alla viralità sono stati diversi commenti di utenti e giornalisti. Il giornalista Luca Bottura ha ironizzato sul tono “illeggibile”, mentre Simone Alliva ha sottolineato i profili discriminatori, definendo il contenuto “una violazione delle leggi sul lavoro”.
La difesa dello chef: "Uno sfogo, non un attacco"
Cappuccio non ha negato l'autenticità del post, ma ha cercato di contestualizzarne il contenuto. Ecco come si è difeso parlando con il Corriere della Sera: "Ero esasperato dopo l’ennesima esperienza negativa. Non ne posso più di collaboratori che si mettono in malattia, bruciano il pesce o non lavorano. Ho diritto a scegliere chi entra nella mia cucina". Lo chef ha anche tentato di chiarire il passaggio sull’orientamento sessuale: "Ho amici gay, non è quello il punto. Ma se sul posto di lavoro si ostenta in modo eccessivo, si creano problemi nella brigata. Voglio solo che ci sia rispetto e disciplina". […]