
BUONE NOTIZIE PER GLI AUTOMOBILISTI DAL PIEDE PESANTE: IL 60% DEGLI AUTOVELOX È FUORI NORMA E LE MULTE SONO A RISCHIO DI ANNULLAMENTO - LA CASSAZIONE RITIENE NECESSARIO UN DECRETO DI OMOLOGAZIONE DEI DISPOSITIVI DA PARTE DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE, GUIDATO DA SALVINI - LO SCAZZO TRA ANCI E MINISTERO: IL LEADER DELLA LEGA HA CHIESTO ALL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI D’ITALIA, PRESIEDUTA DA GAETANO MANFREDI, UN CENSIMENTO DEI DISPOSITIVI. L'ANCI HA RISPOSTO CHIEDENDO NORME CHIARE PER L'OMOLOGAZIONE...
Estratto dell'articolo di Alessio Ribaudo per il "Corriere della Sera"
Un botta e risposta istituzionale: da un lato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dall’altro Gaetano Manfredi, presidente dell’Associazione nazionale comuni d’Italia (Anci). In mezzo, il «caso» degli autovelox: indispensabili per la sicurezza stradale, ma senza un decreto d’omologazione da 33 anni. Requisito che la Cassazione ritiene imprescindibile per rendere valide le multe per eccesso di velocità. Tanto da ribadirlo in diverse pronunce che hanno cassato i verbali.
In questa impasse i ricorsi continuano a fioccare, alcuni Comuni hanno spento gli apparecchi e il Viminale ha chiesto ai prefetti di difendere i verbali con documenti tecnici mai arrivati prima ai giudici.
matteo salvini - piano industriale fs - foto lapresse
Per risolvere il caso, lo scorso marzo, il Mit aveva spedito a Bruxelles uno schema di decreto che di fatto «sanava» tutti i dispositivi approvati dopo il 13 agosto 2017. Dopo l’anticipazione del Corriere e le polemiche sorte, il Mit lo scorso 24 marzo lo ha ritirato: «Servono approfondimenti».
Salvini ha, quindi, chiesto all’Anci un censimento dei dispositivi in uso ai Comuni per capire se e come riscrivere la norma ritirata. Poi ha sollecitato i dati con una missiva. Martedì l’Anci li ha consegnati: tra i rilevatori fissi solo il 40,6 per cento è stato approvato dopo il 2017; tra i mobili la quota scende al 32,8 per cento. Se per ipotesi il testo ritirato fosse riproposto, sei apparecchi su dieci tra i fissi e sette su dieci tra i mobili andrebbero spenti in attesa della procedura per omologarli.
Su tutto grava un’incognita: alcune associazioni di consumatori, come Globoconsumatori, si dicono pronte a ricorrere sino alla Suprema Corte per ribadire che tutti gli apparecchi devono essere omologati e non solo quelli approvati prima del 2017.
«Auspichiamo che si possa arrivare quanto prima alla definizione del quadro normativo di riferimento — aveva scritto martedì Gaetano Manfredi a Matteo Salvini — per dare risposta agli operatori di polizia stradale e agli utenti, tenuto conto delle esclusive finalità di sicurezza stradale».
gaetano manfredi - assemblea anci
Tutta la vicenda nasce nel 1992, quando l’articolo 142 del Codice della strada impose che i rilevatori fossero approvati e «debitamente omologati». Però, il decreto attuativo in cui si sarebbe dovuto stabilire chi e come avrebbe dovuto, nella pratica, omologarli non arrivò mai e, per oltre tre decenni, ci si è affidati a circolari che equiparavano di fatto le procedure.
[...] Per questo, finché un nuovo decreto non vedrà la luce, ogni verbale per eccesso di velocità rischia l’annullamento. Di fatto resta in vigore la stretta varata nel 2024: presegnalazione fra uno e quattro chilometri, taratura annuale certificata, divieto di rilevazione sotto i 50 km/h nei centri abitati. Il termine per adeguarsi scade il 12 giugno: chi non lo farà dovrà spegnere i dispositivi. Per le nuove installazioni, servirà il via libera del prefetto, dimostrando, a esempio, un picco d’incidenti gravi negli ultimi cinque anni [...]
matteo salvini congresso regionale lega lombarda foto lapresse
gaetano manfredi - assemblea anci
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