C’È DEL MARCINKUS NELLA SPARIZIONE DI EMANUELA ORLANDI - UN NUOVO “ROMANZO” RICOSTRUISCE LA SPARIZIONE DELLA 15ENNE, “FINITA IN UN GIOCO (ANCHE EROTICO) PIÙ GRANDE DI LEI”

Francesco Cevasco per il "Corriere della Sera"

 

È un’emozione forte già prima di arrivare alla prima pagina; una fascetta rossa con una scritta bianca «strilla» in maiuscolo: «La verità sulla fine di Emanuela Orlandi». Un millimetro sotto c’è la copertina del nuovo romanzo di Paolo Pietroni, Io sono un angelo nero (Barion editore, pp. 514,e 19).

 

paolo pietronipaolo pietroni

Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, è sparita, trentuno anni fa. Il manifesto incollato sui muri di Roma diceva che aveva 15 anni, era alta un metro e 60, aveva capelli lunghi neri e lisci, indossava pantaloni jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica.

 

La verità su questa ragazzina non l’hanno scoperta (o non l’hanno voluta scoprire) la magistratura vaticana, quella italiana, i servizi segreti vaticani e quelli italiani. Ora Pietroni dà conto in questo romanzo di personali ricerche e propone una tesi molto precisa... (Pietroni è persona affidabile: a 9 anni faceva già un giornalino chiamato «il Pappagallo»; a 23 anni, diplomato all’Accademia dei Filodrammatici, faceva l’attore; poi ha capito che era meglio fare il giornalista e ha inventato dodici nuove testate; ha fatto anche uno scoop sui campi paramilitari fascisti; ha scritto svariati libri, compreso, con lo pseudonimo di Marco Parma, Sotto il vestito niente — tanto bello il libro quanto brutto il film di Carlo Vanzina — eccetera).

 

paolo pietroni io sono un angelo nero romanzo su emanuela orlandipaolo pietroni io sono un angelo nero romanzo su emanuela orlandi

Però è pur sempre un romanzo, dicevamo, quindi opera di fantasia. Sì, però Pietroni è ostinato e tenace: insiste che è arrivato (vicino) alla verità. E, allora, prima di parlare del suo romanzo — come sarebbe giusto in queste pagine — parliamo della sua verità. È una verità che gli ha raccontato una fonte attendibile, un uomo di Chiesa. Che gli ha testimoniato di un altro uomo di Chiesa che ha visto una foto della ragazzina insieme con un altro (si fa per dire) uomo di Chiesa (quel «galantuomo» di Paul Marcinkus, ufficialmente allora arcivescovo; in realtà più dedito a giochi finanziari, forse anche erotici; e per distrarsi da soldi e sesso anche al gioco del golf).

 

Insomma, ci sarebbe, c’è, un padre domenicano di Santa Maria delle Grazie, a Milano, dove vive il Cenacolo di Leonardo. (Sappiamo che l’Ultima Cena ha ispirato dietrologie inaudite). Quel religioso ha rivelato — senza svelare i segreti del Sacramento della Confessione — che la piccola Emanuela è stata vittima di un «gioco» più grande di lei; un gioco che all’inizio sembrava innocente, un’avventura da ridere, ma che alla fine è diventato una trappola (forse) mortale.

 

paolo pietroni paolo pietroni

Nell’intrigo entrano, anche se di tangente, organizzazioni cattoliche che in confronto la massonica P2 è un gioco da ragazzi: i Legionari di Cristo e l’Armata Bianca della Madonna. Ci sarebbe anche una fotografia (Marcinkus ed Emanuela insieme) che confermerebbe il gioco prima innocente, poi complicato, poi torbido, poi letale in cui la piccola Emanuela sarebbe caduta. Innocente nella tela del Ragno Cattivo. Ma tutto questo è un romanzo, vero?

 

Quindi parliamo del romanzo. Per prendere una boccata d’aria fresca uscendo da quel Morbo che una certa Chiesa diffonde (o speriamo diffondeva, grazie papa Francesco della tua guerra contro il Male che c’è anche nella tua parrocchia), per prendere una boccata d’aria, dicevo, parliamo del libro di Pietroni come «oggetto» letterario. Un noir di 514 pagine spaventa soltanto a vederlo.

 

Apparentemente pesa come una bistecca fiorentina; in realtà è leggero come un’ala di pollo. Pietroni (essere umano) è complicato come un labirinto, ma in questo libro scrive con l’arte di un bambino che ha perso la verginità ma non ha perso la sua ingenua capacità di guardare il mondo — e le vicende che osserva — con il desiderio e il talento di capire, di svelare agli altri e a se stesso quello che ha scoperto.

 

emanuela orlandi emanuela orlandi

Il libro, la storia che racconta: prendete una rivista, «Mystère», e il suo direttore, che investiga e si chiama Paolo come Pietroni; prendete una giornalista, Marie Gilles, che si avvicina a scoprire il mistero di Emanuela Orlandi; prendete la stessa giornalista che scompare (sequestrata? volontariamente dissolta nel nulla?); prendete i servizi segreti dei Legionari di Cristo e dell’Opus Dei; prendete un alto prelato che dalla sua ricca villa di Castel San Pietro in Svizzera muove, gioca a muovere, pedine torri cavalli alfieri regine e re, che arrivano fino in Vaticano;

 

prendete preti venduti, laici corrotti, donne appassionate, donne alter ego di se stesse; imbroglioni travestiti da persone per bene, finti scienziati delinquenti; prendete i mitici Bonobo, le scimmie più vicine a noi esseri umani ma che vivono meglio di noi perché il loro sesso è gioia anziché complicazione; prendete marescialli carabinieri investigativi intelligenti; prendete editori interessati ai soldi ma non soltanto; prendete seminaristi che chissà che fine hanno fatto; prendete donne che amano le donne; prendete la gente che scompare: in Italia scompare una persona ogni 24 ore... Frullate e viene fuori questo noir.

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDImarcinkus-wojtylamarcinkus-wojtylaMARCINKUS MARCINKUS EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....