
C’È ANCHE IL SANGUE ITALIANO SUL FRONTE DEL DONBASS – IL 34ENNE ANTONIO OMAR DRIDI E IL 25ENNE MANUEL MAMELI SONO STATI UCCISI IN BATTAGLIA DAI RUSSI: SI ERANO ARRUOLATI COME VOLONTARI NELLA LEGIONE INTERNAZIONALE, PER COMBATTERE A FIANCO DELLE TRUPPE DI KIEV – ENTRAMBI RISULTAVANO “DISPERSI IN AZIONE” DA MARZO, MA I LORO COMMILITONI HANNO CONTATTATO L'AMBASCIATA ITALIANA E HANNO CONFERMATO CHE SONO MORTI SOTTO I BOMBARDAMENTI – SONO SETTE I NOSTRI CONNAZIONALI UCCISI FINORA NELLA GUERRA SCATENATA DA PUTIN…
Estratto dell’articolo di Irene Famà per "la Stampa"
I compagni di trincea ucraini li chiamavano eroi. Come tanti Robert Jordan in Per chi suona la campana, partiti da lontano per combattere una guerra che non gli apparteneva. A casa si erano lasciati alle spalle l'angoscia di chi non comprende il richiamo delle armi. Agli occhi di molti resta una scelta da mercenari, di chi va incontro a un destino che non fa sconti.
[...] Manuel Mameli, venticinque anni, aveva lasciato Selargius, nel Cagliaritano, per unirsi volontario alla Legione internazionale e combattere i russi sul fronte ucraino. Così Antonio Omar Dridi, trentaquattro anni, che aveva salutato la famiglia a Palermo per stare al fianco delle forze armate di Kiev.
Manuel risultava scomparso dal 18 maggio, Antonio dal 27 marzo. Poi i loro commilitoni hanno contattato l'ambasciata italiana e le famiglie: sono morti in battaglia.
Manuel è stato colpito da un drone durante un attacco vicino a Pokrovsk, città dell'Ucraina orientale, regione di Donetsk. Cinque i morti, un volontario italiano ferito. Quella è una zona di combattimento ora sotto controllo russo e non sarà facile recuperare il corpo del venticinquenne.
Manuel, per ora, è considerato «missing in action», «disperso in azione». E le istituzioni militari ucraine ancora non possono dare conferma dell'accaduto.
Antonio, invece, si era rifugiato in un bunker, almeno così raccontano fonti della Legione internazionale. Poi i bombardamenti, i crolli, le esplosioni, le schegge. E sulla pagina Facebook di Memorial - International Volunteers for Ukraine, l'organizzazione internazionale che coordina i volontari stranieri impegnati nel conflitto, viene postato un messaggio: «Aiutaci ad onorarlo affinché non venga dimenticato. Il nostro amato fratello italiano Antonio Omar Dridi è morto sul campo di battaglia. Onore, gloria e gratitudine».
Nella piazza centrale di Kiev, piazza Indipendenza, c'è una distesa di bandiere blu e gialle e foto dei caduti: è il luogo del ricordo, della memoria, del dolore e della lotta. [...]
Cinque bandiere tricolore in ricordo degli italiani morti al fronte, presto diventeranno 7. E il 9 maggio, quando di Antonio si erano già perse le tracce, durante una cerimonia i suoi commilitoni hanno messo anche la sua foto, in abiti da soldato. «In Italia aveva una vita normale, come tutti noi. Eppure ha lasciato la sua zona di comfort per contribuire alla vittoria del popolo ucraino», dice un militare. Un altro, con il volto coperto, aggiunge: «Questi sono italiani che per questo Paese hanno dato tutto».
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Intanto in Russia sono stati condannati 97 foreign fighter provenienti da 27 Paesi diversi, accusati di combattere con le forze armate ucraine. Secondo il comitato investigativo russo, in Ucraina hanno imbracciato le armi oltre 3.300 persone che arrivano da una settantina di posti differenti: 902 sono stati perseguiti come mercenari, altri 695 sono stati dichiarati latitanti.
I combattenti italiani morti sul fronte ucraino salgono a sette. La prima vittima nell'aprile del 2022, a un mese dall'inizio della guerra, è Edy Ongaro, 46 anni, originario di Portogruaro (Venezia). Nome da battaglia "Bozambo", è stato colpito da una bomba a mano nel Donbass. A settembre dello stesso anno è la volta di Benjamin Giorgio Galli, ventisettenne originario di Varese.
Passa un mese e nel Donetsk rimane ucciso Elia Putzolu, anche lui ventisette anni, nato a Roma e cresciuto in Toscana. E ancora. Nel novembre 2024 viene data la notizia della morte di Angelo Costanza, 42 anni, di Favara ma residente in Belgio, che si era arruolato nell'esercito ucraino: a tutt'oggi sulla sua sorte resta un punto interrogativo perché secondo alcune fonti sarebbe stato catturato.
Lo stesso mese muore Massimiliano Galletti, 59 anni, il soccorritore rimasto ferito settimane prima dalle schegge di un colpo di Rpg: non era un foreign fighter, ma svolgeva servizio volontario di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante da Kiev.