CAPODANNO COL BOTTO A TAIWAN – L’ESERCITO CINESE LANCIA RAZZI VICINO ALL’ISOLA, DURANTE IL SECONDO GIORNO DI ESERCITAZIONI MILITARI NEL PACIFICO. TAIPEI HA RILEVATO 130 AEREI E 22 NAVI MILITARI IN 24 ORE: È IL NUMERO PIÙ ALTO DALL’OTTOBRE 2024 – QUESTA VOLTA NON SI TRATTA SOLTANTO PROVE DI ACCERCHIAMENTO, MA ANCHE DI MANOVRE MIRATE A SCORAGGIARE INTERVENTI ESTERNI: XI JINPING, SOTTO PRESSIONE PER LE PURGHE E I TRADIMENTI TRA I SUOI MILITARI, VUOLE APPROFITTARE DELLA TENSIONE CON IL GIAPPONE E DELLA VENDITA DI ARMI AMERICANE PER 11 MILIARDI, PER DARE UN SEGNALE ALLA SUA OPINIONE PUBBLICA (BOMBARDATA A SUA VOLTA DALLA PROPAGANDA DEL REGIME)
CINA SPARA RAZZI DURANTE ESERCITAZIONE INTORNO A TAIWAN, 130 AEREI VICINO L'ISOLA
ESERCITAZIONI MILITARI CINESI INTORNO A TAIWAN
(ANSA-AFP) - La Cina ha lanciato stamattina razzi nello Stretto di Taiwan, durante il secondo giorno di esercitazioni militari con fuoco vivo intorno all'isola.
I giornalisti presenti a Pingtan, l'isola cinese più vicina alla terraferma di Taiwan, hanno visto una salva di razzi esplodere in aria lasciando scie di fumo bianco.
Taiwan da parte sua ha riferito oggi di aver rilevato 130 aerei e 22 navi militari cinesi attorno all'isola in 24 ore. Si tratta del numero più alto di velivoli cinesi segnalati in un solo giorno dal 15 ottobre 2024.
ESERCITAZIONI MILITARI CINESI INTORNO A TAIWAN
La Cina ha dato il via stamattina a una seconda giornata di esercitazioni a fuoco vivo intorno a Taiwan, volte a simulare un blocco dei porti chiave dell'isola autonoma e attacchi a obiettivi marittimi.
Le esercitazioni di guerra di due giorni, nome in codice 'Justice Mission 2025', sono iniziate lunedì e sono state criticate da Taipei come "intimidazione militare" da parte di Pechino.
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 1
L'Esercito popolare di liberazione (Epl) cinese ha dichiarato che stamattina "le forze di terra del Comando del Teatro orientale dell'Epl hanno condotto esercitazioni di fuoco a lungo raggio nelle acque a nord dell'isola di Taiwan e hanno ottenuto gli effetti desiderati".
L'ultima dimostrazione di forza segue una massiccia serie di vendite di armi a Taipei da parte degli Stati Uniti - il principale sostenitore della sicurezza di Taiwan - e i commenti della premier giapponese Sanae Takaichi secondo cui l'uso della forza contro Taiwan potrebbe giustificare una risposta militare da parte di Tokyo.
TEMPTATION ISLAND - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Pechino ha avvertito ieri che "forze esterne" che armassero Taipei "spingerebbero lo Stretto di Taiwan in una pericolosa situazione di guerra imminente", ma non ha menzionato direttamente alcun Paese. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha affermato che qualsiasi tentativo di fermare l'unificazione della Cina con Taiwan è "destinato al fallimento". Pechino rivendica l'isola come parte del suo territorio sovrano e si è rifiutata di escludere un'azione militare per impossessarsene.
Cina, contrastiamo con forza la vendita Usa di armi a Taiwan
(ANSA-AFP) - Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha dichiarato che Pechino "contrasta fermamente" le vendite di armi su larga scala degli Stati Uniti a Taiwan, mentre le sue forze armate cinesi hanno dato il via oggi a una seconda giornata di esercitazioni a fuoco vivo intorno all'isola.
XI JINPING CON I SOLDATI CINESI
"In risposta alle continue provocazioni delle forze indipendentiste a Taiwan e alle vendite di armi su larga scala degli Stati Uniti a Taiwan, dobbiamo ovviamente opporci con fermezza e contrastarle con forza", ha detto Wang in un discorso tenuto a Pechino. Qualsiasi tentativo di ostacolare l'unificazione della Cina con Taiwan "si concluderà inevitabilmente con un fallimento", ha aggiunto il capo della diplomazia di Pechino.
Il cappio al collo di Taiwan
Estratto dell’articolo di Giulia Pompili per “il Foglio”
donald trump e xi jinping meme by edoardo baraldi
Ieri, a sorpresa, la Repubblica popolare cinese ha dato il via a una mobilitazione navale, aerea e della Forza missilistica per un’esercitazione militare attorno all’isola di Taiwan dal nome in codice esplicito, “Missione di giustizia 2025”.
E’ l’ennesima escalation della leadership di Pechino, che ha aumentato la pressione militare su Taiwan e contro chi vorrebbe proteggere l’indipendenza de facto dell’isola: il Giappone della prima ministra Sanae Takaichi, ma anche le Filippine e soprattutto – secondo i media cinesi – la Casa Bianca di Donald Trump, che nonostante l’appeasement nei confronti del leader Xi Jinping il 18 dicembre scorso ha autorizzato una vendita record di armamenti a Taipei da quasi 11 miliardi di dollari.
xi jinping e vladimir putin - parata militare a mosca per il giorno della vittoria
[…] L’analista K. Tristan Tang, uno dei fondatori del Taiwan Defense Studies Initiative, ha scritto che, sebbene “il linguaggio utilizzato nelle dichiarazioni ufficiali rispecchi in gran parte quello delle precedenti operazioni militari su larga scala dell’Esercito popolare di liberazione contro Taiwan”, c’è una differenza significativa che riguarda l’“esplicita menzione della deterrenza e del contenimento multidimensionali lungo la linea esterna”, che nel linguaggio politico-militare significa impedire l’accesso a uno spazio più ampio e su più livelli.
Secondo diversi analisti militari non si tratta più soltanto di prove di accerchiamento, ma di manovre mirate a scoraggiare qualsiasi intervento esterno. Il colonnello Shi Yi, portavoce del comando del Teatro Orientale, lo ha detto chiaramente: “Questo è un serio avvertimento alle forze separatiste che sostengono l’indipendenza di Taiwan e alle forze di interferenza esterne”. […]
Il leader Xi Jinping, che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare enormi problemi all’interno dell’Esercito popolare di liberazione, tra purghe e tradimenti, sa che questo è un momento propizio per aumentare la pressione e rendere Taiwan politicamente inoffensiva agli occhi dell’opinione pubblica, contando sul fatto che Trump vuole un accordo commerciale, non uno scontro.
Questo ammorbidimento, però, non piace a una parte dell’elettorato trumpiano. Steve Yates, tornato analista della Heritage Foundation e sostenitore di Trump, ha scritto ieri su X che la situazione è “fuori controllo a questo punto. Una coercizione non provocata di un nodo vitale delle catene di approvvigionamento globali, per non parlare di 23 milioni di buoni vicini e attori responsabili. Prima o poi i veri leader del mondo dovranno smettere di trattare questo comportamento e quel governo come se fossero normali”.
All’azione muscolare, cioè quella militare, la leadership cinese ne sta promuovendo anche una mediatica: articoli, grafiche, locandine propagandistiche. L’Esercito popolare di liberazione ha pubblicato sul social cinese Weibo un video in cui si vede un drone volare sul Taipei 101, la torre simbolo della capitale taiwanese – secondo molti esperti un video creato con l’IA – accompagnato dal commento: possiamo arrivare in qualunque momento.
Il Global Times, quotidiano in lingua inglese del Partito comunista cinese, è stato costretto a spiegare il significato simbolico e politico dell’illustrazione diffusa dalla Guardia costiera cinese, in cui Taiwan è circondata da una corda rossa da ormeggio, “simbolo di sovranità, unità nazionale e futura riunificazione”, che rappresenta la volontà della Cina di contenere e “stringere” le forze indipendentiste taiwanesi.
Le esercitazioni servono a far parlare della potenza di fuoco cinese, ma anche a mandare un messaggio capace di convincere l’opinione pubblica usando soprattutto i social network, e di raggiungere quindi la maggioranza delle persone che si informa prevalentemente lì.
Ieri Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri, ha pubblicato su X, social censurato in Cina, un video con una didascalia falsa: “Tutti i paesi che hanno relazioni diplomatiche con la Cina riconoscono Taiwan come parte della Cina”.
Non è vero: molti paesi, compresi gli Stati Uniti, intrattengono relazioni informali molto fruttuose con Taiwan e adottano un’interpretazione più sfumata del riconoscimento. […]
LE NAVI CINESI ACCERCHIANO TAIWAN E FORMANO UN CUORE
L’altro ieri, in un’intervista alla Tass, anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha confermato l’allineamento di Mosca a Pechino e ha detto che “riconosce Taiwan come parte integrante della Cina e si oppone a qualsiasi forma di indipendenza dell’isola”. Il rischio è che lentamente il messaggio cinese sulla legittimità delle proprie rivendicazioni possa davvero sedimentarsi nell’opinione pubblica occidentale, così come è accaduto con quello russo sull’“abbaiare della Nato” ai suoi confini.
Xi alza la pressione militare su Taiwan Per gli Usa lo spettro di un nuovo fronte
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
[…]
Con la nuova escalation, Xi […] agli Usa […] ribadisce […] che la Cina non è disposta a negoziare su Taipei, nonostante la tregua commerciale di un anno siglata a fine ottobre e la prossima visita di Trump, prevista ad aprile. Il dossier Taiwan resta il principale ostacolo a un vero disgelo, ma Pechino è convinta di essere in una posizione di forza, grazie al dominio sulle terre rare e ai passi avanti sui chip nazionali.
Peraltro, Pechino crede che la retorica utilizzata da Trump con Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin (la cui stabilità è sempre stata la priorità della Cina dall'inizio della guerra) potrebbe indirettamente favorirla su Taiwan. Non solo. Dalla prospettiva di Xi, le mire americane sulla Groenlandia e il rilancio della dottrina Monroe sull'America latina sembrano giustificare le sue pretese su Taiwan e mar Cinese meridionale.
LE MANOVRE DELLA CINA INTORNO A TAIWAN
D'altronde, è lo stesso Trump che ha parlato di G2 quando lo ha incontrato due mesi fa a Busan.
A Taipei, nonostante l'acquisto di armi, c'è chi teme l'abbandono. Proprio nei giorni scorsi, l'opposizione guidata dal Kuomintang (dialogante col Partito comunista e anti riarmo) ha presentato una mozione di impeachment contro il presidente Lai Ching-te, che Pechino ritiene un «secessionista radicale». La leader dell'opposizione, Cheng Li-wen, lo accusa di rischiare di far fare a Taiwan la «fine dell'Ucraina». E lavora a un rarissimo incontro con Xi, che approfitta della nuova era trumpiana per affilare il suo arsenale politico e militare.
donald trump xi jinping vertice apec corea del sud foto lapresse 3



