spioni sionaggio banche dati accessi abusivi hacker daniela santanche ruby silvio berlusconi enrico pazzali ignazio la russa

IL CASO DEGLI SPIONI SI FA POLITICO – IL 24 GENNAIO 2023 ENRICO PAZZALI, TITOLARE DELLA SOCIETÀ DI INVESTIGAZIONE AL CENTRO DELL’INCHIESTA SUGLI SPIONI MILANESI, PARLA CON DANIELA SANTANCHÉ E, SFRUTTANDO LE INFORMAZIONI RISERVATE CHE HA IN MANO, TENTA DI BOICOTTARE LA NOMINA DEL MANAGER GUIDO RIVOLTA NELLO STAFF DI GIORGIA MELONI: “È UNA PERSONA MALIGNA, BRUTTA BRUTTA, UN NAZIONALSOCIALISTA” – SCRIVONO I PM CHE L’EX SUPERPOLIZIOTTO CARMINE GALLO “RACCONTAVA DI AVERE VIDEO HARD DI SILVIO BERLUSCONI, STRUMENTO DI RICATTO ELEVATISSIMO. ‘DI RUBY HO TUTTO, LE FOTOGRAFIE, I VIDEO... C’È PROPRIO TUTTO E LEI CHE SI VEDE CHE...’” – GLI HACKER HANNO EFFETTUATO 128 ACCESSI ABUSIVI NEL DATABASE DELL’AISI, IL SERVIZIO INTERNO DELL’INTELLIGENCE – TRA GLI SPIATI IL PRESIDENTE DEL SENATO IGNAZIO LA RUSSA E IL FIGLIO GERONIMO...

INCHIESTA DATI RUBATI, DOSSIER SU IGNAZIO LA RUSSA E FIGLIO +

GERONIMO E IGNAZIO LA RUSSA

(ANSA) - Ci sono anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo tra le persone finite nel mirino della rete di presunti spioni guidata dal super poliziotto Carmine Gallo, ai domiciliari, e da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano.

 

Dagli atti dell'indagine della Dda milanese spunta una intercettazione del maggio 2023 in cui Pazzali, negli uffici della sua società di investigazioni, chiede ai suoi di fargli un report sulla seconda carica dello stato: "Ignazio La Russa!", "diciotto luglio. esatto, abita in.." "E metti anche un altro se c"è... eh... come si chiama l'altro figlio? Eh...Geronimo" .

 

PM MILANO,'BANDA DEI DOSSIER È UN PERICOLO PER DEMOCRAZIA'

spionaggio - banche dati

(ANSA) - "Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese". Lo scrive il pm di Milano Francesco De Tommasi negli atti dell'indagine sul gruppo che fabbricava dossier.

 

Il pm parla di "soggetti pericolosissimi perché, attraverso le attività di dossieraggio abusivo" con "la creazione di vere e proprie banche dati parallele vietate e con la circolazione indiscriminata di notizie informazioni sensibili, riservate e segrete, sono in grado di 'tenere in pugno' cittadini e istituzioni" e "condizionare" dinamiche "imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie". 

 

https://milano.repubblica.it/cronaca/2024/10/27/news/racconto_spiati_hacker_inchiesta_ruby_berlusconi_rivolta_meloni_santanche-423580116/

 

PAZZALI E SANTANCHÉ, QUELLA TELEFONATA PER BLOCCARE IL CONSULENTE DI MELONI: “È UN NAZISTA MALIGNO”

Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis, Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”

 

Enrico Pazzali

Erano seduti su una montagna di notizie che non dovevano avere e ad alto valore ricattatorio. Scrivono i pm: «Gallo raccontava di avere video hard di Silvio Berlusconi, strumento di ricatto elevatissimo. “Di Ruby ho tutto, le fotografie, i video... C’è proprio tutto e lei che si vede che...”. Pazzali, invece, voleva persino condizionare le nomine del governo. Il 24 gennaio 2023 è al telefono con la ministra del Turismo Daniela Santanché e, sfruttando le informazioni riservate che ha in mano, tenta di boicottare la nomina del manager Guido Rivolta a componente dello staff della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

 

 

DANIELA SANTANCHE

Pazzali, vicino a Fratelli d’Italia, affronta con la ministra le nomine. E dice in maniera netta: «Gira voce che la tua capa si vuole portare lui dentro lo staff». Lo definisce «l’uomo fiduciario di Giovanni Gorno Tempini», ex presidente di Fiera Milano e numero uno di Cassa depositi e prestiti. Per inciso, un’altra delle vittime dei dossieraggi. Pazzali cerca di screditare Rivolta: «Una persona maligna, proprio brutta brutta». Osteggia in tutti i modi la nomina, «è quello nazionalsocialista. È pericolosissimo, gioca tre partite».

 

Ecco a cosa serve raccogliere montagne di informazioni segrete. E quali sono i rischi. È lo stesso superpoliziotto Carmine Gallo ad ammetterlo. «Passiamo i guai...», dice a Samuele Calamucci, l’altro imprenditore dei servizi di investigazione finito ai domiciliari.

 

BERLUSCONI RUBY

Gallo si paragona ad Antonello Montante, l’imprenditore siciliano condannato qualche anno fa per la sua fabbrica di dossier abusivi su politici e imprenditori. Anzi si considera a capo di un sistema ancora più oliato. «Per molto meno ha passato i guai Montante».

 

Intanto raccoglieva informazioni riservate su ex mogli e fidanzate, famiglie spaccate per l’eredità, manager e imprenditori in guerra con la concorrenza su fette di mercato. E ancora, giornalisti, uomini dello spettacolo, persino gli stessi investigatori. Come quelli dell’inchiesta Hydra, ancora della Dda di Milano, sul “patto delle tre mafie” in Lombardia.

 

carmine gallo

Tra le vittime più illustri, Paolo Scaroni, ex ad di Eni, oggi presidente del Milan. Due anni fa, nell’agosto 2022, il finanziere Giuliano Schiano, in servizio alla Dia di Lecce, esegue due accessi su di lui per conto di Pazzali. La ricerca su Scaroni, scrivono i pm, ha lo scopo di «raccogliere informazioni compromettenti che possano escluderlo dalla corsa verso ad delle Olimpiadi Milano Cortina».

 

 Per questo, Pazzali chiede a Gallo di effettuare una verifica di «eventuali precedenti penali o indagini in atto». E cita il presidente della Lombardia: «Carlo, Attilio mi chiede...Fontana mi chiede se Scaroni ha dei prece... delle cose in corso». «Lo vediamo», risponde Gallo. Scaroni è solo una delle più importanti vittime della banda degli hacker. Tra i manager sui quali si concentra l’attenzione, anche i banchieri Massimo Ponzellini e Roberto Mazzotta.

 

Enrico Pazzali

In molti casi, Pazzali avrebbe chiesto di conoscere i contenuti delle chat con diverse parole chiave come “Pazzali”, “Fiera”, “Eur”, “Fontana” e “Bonomi”, probabilmente il presidente della Fiera. Tra i personaggi nel mirino, l’imprenditore Roberto De Santis, legato a Massimo D’Alema, il finanziere e avvocato Giuseppe Bivona e il re delle slot machine Francesco Corallo. Spunta anche il nome del politico ormai deceduto Filippo Penati, e del suo grande accusatore nel processo “Sistema Sesto”, l’imprenditore Piero Di Caterina.

 

Lo stesso metodo, quello della esfiltrazione dei dati dalle conversazioni telefoniche, è stato riservato ad alcuni giornalisti – uno del Sole 24 ore, l’altro di Repubblica - e per la manager ed esperta di comunicazione Giuliana Paoletti. Ricerche sono state eseguite anche per il cantante Alex Britti. A chiedere di sapere di più sull’artista sarebbe stato Fulvio Pravadelli, ex dirigente Publitalia e dg della Veneranda Fabbrica del Duomo, indagato. Avrebbe chiesto di «acquisire informazioni pregiudizievoli sul noto cantautore» che si stava separando da sua figlia.

 

giovanni gorno tempini foto di bacco 2

Negli atti spunta a sorpresa anche il nome di Alberto Genovese, l’ex “imprenditore delle start-up” in carcere per gli stupri durante le sue feste nel suo attico di lusso, “Terrazza Sentimento”. È Calamucci a svelare gli accertamenti. «Hanno fatto anche il caso Genovese insieme loro!», dice riferendosi ad altri due dell’organizzazione.

 

E Giulio Cornelli, ai domiciliari, conferma: «Si, si certo... sono andato anche a vedere la fatturazione (..) ma non riesco a scorporarla dalle varie competenze per il caso di Genovese».

 

alberto genovese

Tra le vittime di dossieraggio, anche Ginevra Csillaghy Furstenberg, figlia di Virginia (anche lei spiata), la nipote di Gianni Agnelli, morta nel 2023. Nelle migliaia di accessi abusivi, pochi politici. C’è l’interesse per Letizia Moratti, sulla quale Pazzali avrebbe sollecitato Gallo in vista delle elezioni regionali lombarde del 2023, dove la ex presidente della Rai si candidava anche contro Attilio Fontana, molto vicino a Pazzali.

 

Per i pm, il manager indagato voleva «reperire qualche notizia» da banche dati «idonea a mettere in cattiva luce l’immagine di Letizia Moratti, favorendo così la candidatura di Attilio Fontana», che non risulta coinvolto nell’operazione. «Se ti faccio vedere i report di Enrico... ne ho fatti a migliaia, ho fatto di report a Enrico...».

 

marina berlusconi letizia moratti

Politica e prima livello di nomine nelle partecipate lombarde. Ecco le richieste per Giuseppe Biesuz, ex ad di Trenord, società del trasporto lombardo, o per Beniamino Lopresti, presidente della Milano Serravalle. Anche per loro, le immancabili richieste alla banca dati dello Sdi.

 

A essere colpiti dal dossieraggio, gli stessi magistrati della Dda. La procura documenta la diffusione da parte di un carabiniere infedele a Gallo di informazioni riservate sui fratelli Rosario e Giovanni Abilone, legati a Matteo Messina Denaro, indagati nell’inchiesta “Hydra” sul patto tra le tre grandi mafie in Lombardia. «Eh.. ma è grossa questa Carmine – rivela il militare –. Ma i due amici, però, stavolta li castigano».

karima el mahroug in arte ruby rubacuori discoteca paradiso 7CARMINE GALLO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)