piero amara

LE CAZZATE SI PAGANO - È ARRIVATO IL PRIMO CONTO (SALATO) PER IL FACCENDIERE PIERO AMARA: IL 14 GIUGNO L’AVVOCATO È STATO CONDANNATO A PAGARE CIRCA 400 MILA EURO: 280 MILA DI DANNI MORALI E REPUTAZIONALI ALL’ENI, 22.500 EURO DI SPESE PROCESSUALI E INTORNO AI 100 MILA PER LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA SU SEI GIORNALI A TIRATURA NAZIONALE - L’ENI AVEVA CHIESTO 30 MILIONI DI EURO DI RISARCIMENTO PERCHE’ SONO RIMASTE FUORI DAL GIUDIZIO TUTTE LE QUESTIONI EMERSE A PROPOSITO DELL’INCHIESTA UNGHERIA - LA COMPAGNIA CITERÀ NUOVAMENTE AMARA UTILIZZANDO LE CARTE CHE NON SONO STATE PRESE IN CONSIDERAZIONE PER UN RISARCIMENTO MILIONARIO…

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”

 

piero amara 6

È arrivato il primo conto (salato) per il faccendiere Piero Amara. Il 14 giugno l’avvocato siracusano è stato condannato a pagare circa 400.000 euro: 280.000 euro di danni morali e reputazionali («non patrimoniali») all’Eni, 22.500 euro di spese processuali (valori aumentati del 20% «in considerazione della delicatezza delle questioni trattate») e intorno ai 100.000 euro (questa la previsione del giudice) per la pubblicazione della sentenza su sei giornali a tiratura nazionale. La cifra di 280.000 euro rappresenta quasi il massimo delle sanzioni previste dall’Osservatorio della giustizia civile di Milano per le condotte diffamatorie e calunniose.

 

piero amara intervistato a piazzapulita

È la prima volta che un Tribunale, in questo caso quello di Terni, certifica e quantifica il danno causato dal legale siciliano all’Eni (rappresentata dagli avvocati Sara Biglieri e Luca De Benedetto dello studio Dentons). Per multinazionale del Cane a sei zampe, però, è solo una prima piccola soddisfazione. Infatti l’azienda aveva chiesto 30 milioni di euro di risarcimento per le oscure manovre ai propri danni messe in campo dall’ex consulente.

 

videoregistrazione di piero amara 3

Il giudice ha riconosciuto un ristoro molto inferiore perché ha ammesso solo una modesta parte del materiale depositato dai difensori dell’Eni e cioè quello consegnato all’inizio del procedimento. Restano fuori dal giudizio tutte le questioni emerse a partire dal luglio 2019, a partire dalle chat e dalle vicende denunciate per esempio dal pm Paolo Storari a proposito dell’inchiesta Ungheria.

 

PIERO AMARA

Adesso la compagnia petrolifera citerà nuovamente l’ex consulente utilizzando le carte che non sono state prese in considerazione a Terni per ottenere un risarcimento milionario. Di certo la giustizia civile è stata più rapida di quella penale, anche se resta da capire se non sia comunque arrivata troppo tardi. Infatti a partire dal 2018, quando Amara è stato arrestato la prima volta, nessuno ha mai sequestrato le sostanze dello spregiudicato professionista che ha patteggiato diversi anni di reclusione per plurimi reati e che, nel frattempo, avrebbe trasferito i suoi averi a Dubai. Quindi al momento la vittoria è più formale che sostanziale, ma conferma che l’Eni è stata danneggiata da Amara e non sua complice, sebbene in un episodio risalente a quasi due lustri fa.

la videoregistrazione dell'incontro armanna amara 3

 

Il giudice Tommaso Bellei lo ha condannato per «aver redatto ovvero fatto redigere e depositare, nell’anno 2015, una serie di esposti anonimi alla Procura della Repubblica di Trani e, poi, una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa - al cui interno poteva contare sulla complicità del pm dottor Giancarlo Longo - nei quali veniva denunciato un preteso “complotto”», di cui avrebbero fatto parte due membri del cda (Luigi Zingales e Karina Litvack) e un alto manager dell’Eni (Umberto Vergine), ma anche «avvocati d’affari, giornalisti e servizi di sicurezza stranieri».

 

Un «complotto» «asseritamente finalizzato a destabilizzare i vertici di Eni, ma, per stessa successiva ammissione dell’Amara, in realta inesistente». Il giudice ha sottolineato come il pluripregiudicato siciliano abbia «pacificamente ammesso di aver redatto gli esposti e la denuncia», riuscendo a patteggiare a Messina e cercando di farlo ripetutamente a Potenza.

 

claudio descalzi premio guido carli 2023

Per difendersi dall’azione civile Amara, inventore dell’ormai tristemente famosa loggia Ungheria che ha messo nei guai anche l’ex campione di Mani pulite Piercamillo Davigo, non ha saputo fare altro che sostenere che gli esposti presentati a Trani e a Siracusa in realtà li aveva fatti su mandato e nell’interesse del dirigente di Eni Claudio Granata e dell’amministratore delegato Claudio Descalzi, che era imputato a Milano per corruzione internazionale nel procedimento Opl 245. Coerentemente a detta tesi Amara ha chiesto al giudice di far pagare ai due manager l’eventuale risarcimento in sua vece.

 

piero amara

Bellei non ha accolto l’istanza sostenendo che il presunto «mandato» è rimasto indimostrato e che comunque anche «se provata, tale circostanza avrebbe solo l’effetto di una chiamata in correità di tali soggetti nelle condotte delittuose in questione, senza che ciò possa comportare un’esclusione della responsabilità di Amara».

 

Nel corso del giudizio di Terni l’Eni ha dimostrato, anche con la produzione di due video del 28 luglio e del 18 dicembre 2014 registrati all’interno degli uffici dell’imprenditore Ezio Bigotti molto legato ad Amara, che l’avvocato siracusano, con la presentazione delle false denunce, perseguiva non tanto un accreditamento presso i vertici dell’Eni, ma un proprio interesse personale che la Procura di Milano, indagando sul caso, ha dimostrato consistere nell’obiettivo realizzato di acquisire uno stabilimento petrolchimico in Iran.

 

piercamillo davigo in tribunale a brescia per il caso amara 1

In conclusione il giudice ha ritenuto che «le calunnie e le diffamazioni poste in essere da Amara» e «la loro diffusione a mezzo stampa costituiscono un danno ingiusto», dal momento che tra le denunce dell’avvocato e «la lesione dell’onore della reputazione dell’Eni e, quindi, la considerazione esterna che la collettività le riconosce, sussiste un evidente nesso di causalità».

 

Infatti gli esposti hanno fatto «apparire, all’esterno, l’esistenza di una lotta “intestina” tra i soggetti di vertice (dell’Eni, ndr) bramosi di ottenere il controllo – gestionale – della societa stessa» e hanno consegnato «alla collettività un quadro desolante e un’immagine estremamente negativa di una delle maggiori società commerciali italiane».

 

Un danno aggravato dal «risalto mediatico» dato al cosiddetto «complotto» attraverso le agenzie di stampa e dall’«aurea di veridicità» attribuito ai «fatti riportati negli esposti» ottenuti grazie all’«utilizzo dell’autorità giudiziaria». […]

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...