gas italia

CI STANNO FREGANDO: STIAMO PAGANDO IL GAS PIU’ DEL DOVUTO - COTTARELLI: “CI SONO TROPPE SPECULAZIONI. LE BOLLETTE RINCARANO PIÙ DEI COSTI DI APPROVVIGIONAMENTO DELLE AZIENDE. PER CALMIERARE I PREZZI DELL'ENERGIA LO STATO PUÒ METTERCI I SOLDI DEI CONTRIBUENTI. MA PRIMA DOVREBBE ASSICURARSI CHE QUEI DENARI (CI SONO SVARIATI MILIARDI IN GIOCO) NON VADANO AD AUMENTARE I PROFITTI DI IMPRESE CHE HANNO SEMPLICEMENTE LA FORTUNA DI OPERARE IN UN MERCATO IN CUI IL PREZZO È REGOLATO "A MAGGIOR TUTELA". IN QUESTO CASO, PERÒ, A TUTELA DEI VENDITORI”

Carlo Cottarelli per “la Stampa”

 

INDICE DEL PREZZO DEL GAS

I miei editoriali iniziano spesso con un preambolo. Questa volta no. Vado subito al sodo. Credo che le famiglie italiane stiano pagando il gas naturale con cui riscaldano le nostre case, accendono i nostri fornelli, eccetera, più di quanto sia giustificato dall'aumento dei costi di importazione del gas in Italia. Chi ci guadagna sono le compagnie che importano e distribuiscono il gas nel nostro Paese.

 

Ora vi spiego perché e come si può risolvere il problema. Il prezzo del gas in bolletta per gli utenti "a maggior tutela" (ancora la maggior parte) è un prezzo regolato, ossia un prezzo fissato da un'autorità pubblica, in questo caso l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Arera ogni tre mesi decide quale sarà il prezzo del gas in bolletta per il trimestre seguente. L'ultima delibera è del 30 dicembre scorso (delibera 637/2021/R/GAS) e riguardava il prezzo nel primo trimestre di quest' anno.

 

carlo cottarelli

Arera fissa il prezzo tenendo conto dei costi di produzione del gas: il costo della materia prima, il costo del trasporto, il costo del capitale investito, e altri fattori. La formula è complicata, ma un punto è chiaro (vedasi pagina 4 della citata delibera): il costo della materia prima dipende dalle quotazioni del gas sul mercato Ttf, un mercato internazionale dove, ogni giorno, il prezzo del gas varia in base alla domanda e all'offerta. Questo è anche il prezzo che vedete in televisione quando si parla di aumento del prezzo internazionale del gas.

 

estrazione di gas 7

Ed è quello che, tra il quarto trimestre del 2020 e il quarto trimestre del 2021, è aumentato del 550 per cento. Da qui il forte aumento del prezzo in bolletta (41 per cento solo nel trimestre corrente, nonostante l'intervento calmieratore a spese dello Stato, e gli aumenti dei trimestri precedenti). Tutto questo sembra logico: aumenta il prezzo della materia prima, aumenta il prezzo del gas "al fornello". Ma non è così.

 

Infatti, il costo del gas che noi importiamo è solo lontanamente legato al prezzo del mercato Ttf. Nel grafico, la curva di colore arancione illustra l'andamento del prezzo del gas Ttf, quella colorata di blu è invece relativa al prezzo a cui effettivamente importiamo gas. Più precisamente si tratta del valore medio unitario del gas importato ottenuto come rapporto tra valore delle importazioni e quantità importata. Lo rende pubblico l'Istat e lo trovate in rete (dopo un po' di ricerca) nella banca dati Coeweb Istat. Il diverso andamento rispetto al prezzo Ttf è palese.

 

estrazione di gas 5

Tra il quarto trimestre del 2020 e il quarto trimestre 2021 il prezzo del gas importato è salito notevolmente (58 per cento), ma solo un decimo dell'aumento del prezzo Ttf di riferimento per l'eurozona. Perché questa divergenza? Il motivo è che il prezzo del gas importato è fissato da contratti pluridecennali (anche trentennali). Questi contratti prevedono diversi meccanismi di indicizzazione ai prezzi di mercato, ma l'indicizzazione può essere parziale e comportare forti ritardi. Inoltre, fino al 2008 i contratti prevedevano un'indicizzazione del prezzo del gas naturale non al prezzo di mercato del gas stesso bensì al prezzo di mercato del petrolio.

estrazione di gas 3

 

Quest' ultimo nel 2021 è aumentato molto meno di quello del gas, riducendo i costi di importazione. Ancora adesso si stima che, a livello mondiale, quasi la metà dei contratti di fornitura di gas sia ancora indicizzata al greggio. Per l'Italia non si sa, ma la quota dovrebbe essere significativa, visto l'andamento del prezzo all'importazione della figura. Cosa significa questo? Se il prezzo in bolletta aumenta in linea col prezzo Ttf e il costo delle importazioni aumenta molto meno, i profitti di chi importa e distribuisce gas stanno incrementando in maniera repentina.

 

Niente di male se si trattasse di un mercato libero. Ma si tratta di un mercato regolato in cui il prezzo non è determinato dalla concorrenza tra più operatori, ma dalle decisioni di un ente pubblico. Cosa si può fare, dunque? Fra due settimane Arera fisserà il prezzo del gas per il secondo trimestre di quest' anno. La formula per determinare il prezzo del gas deve cambiare per tener conto del fatto che i valori a cui si sta importando gas in Italia sono cresciuti molto meno di quelli del Ttf a cui si è finora fatto riferimento nell'area euro. Si potrà discutere come farlo.

estrazione di gas 1

 

Si potrà mettere un margine per tener conto che qualche importatore sta importando a prezzi più alti di quelli medi delle importazioni. Ma il divario illustrato nella figura è così ampio da lasciar spazio anche a margini prudenziali. Qualcosa si deve fare. È una materia che coinvolge un ente pubblico e spetta quindi al governo prendere l'iniziativa. Per calmierare i prezzi dell'energia lo Stato può metterci i soldi dei contribuenti. Lo ha fatto e probabilmente lo farà. Ma prima dovrebbe assicurarsi che quei denari (ci sono svariati miliardi in gioco) non vadano ad aumentare i profitti di imprese che hanno semplicemente la fortuna di operare in un mercato in cui il prezzo è regolato "a maggior tutela". In questo caso, però, a maggior tutela dei venditori.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)