angela porcello 1

COSE DI COSA NOSTRA – COLPO ALLA “MAFIA DI PROVINCIA”: 22 FERMI. IN MANETTE ANCHE IL BOSS ANTONIO GALLEA, MANDANTE DELL’OMICIDIO DEL GIUDICE LIVATINO E L’AVVOCATA ANGELA PORCELLO CHE AVEVA PRESENTATO L’ISTANZA PER TOGLIERE IL «41 BIS» AL BOSS DELLA COSA NOSTRA AGRIGENTINA – L’OMBRA DEL SUPER-LATITANTE MATTEO MESSINA DENARO E I CONTATTI CON LA MAFIA STATUNITENSE. L’INCHIESTA HA PORTATO ALLA LUCE UNA MISSIONE DI «EMISSARI AMERICANI DELLA FAMIGLIA GAMBINO DI NEW YORK»…

Giovanni Bianconi per corriere.it

 

rosario livatino

C’è il capomafia mandante dell’omicidio del giudice Rosario Livatino che – mentre la Chiesa si adoperava per la beatificazione della sua vittima – nonostante l’ergastolo è riuscito a tornare libero (almeno di giorno) e «ricostituire e ricompattare» la cosca guidata in passato.

 

E c’è l’avvocata che a gennaio aveva presentato l’istanza per togliere il «41 bis» al boss della Cosa nostra agrigentina Giuseppe Falsone, respinta dalla Cassazione, e ora si ritrova lei in carcere con l’accusa di avere «dismesso la toga e indossato i panni della sodale mafiosa»; ospitando ed partecipando, nel suo studio legale, ai summit tra «uomini d’onore» che discutevano le strategie e cercavano l’approvazione del super-latitante Matteo Messina Denaro.

 

L’ultima inchiesta della Procura di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Claudio Camilleri, Geri Ferrara e Gianluca de Leo, svela le trame della mafia di provincia che riesce a eludere le restrizioni del «carcere duro» per comunicare da dentro a fuori (e viceversa) progetti e decisioni, grazie al ruolo di una professionista che – accusa la Procura – s’è messa a disposizione del clan.

auto del giudice rosario livatino

 

 

Il mandante del delitto Livatino

 

Tra gli arrestati spicca il nome di Antonio Gallea, un boss della stidda (la mafia «indipendente» da Cosa nostra) di Canicattì, condannato al carcere a vita per aver autorizzato – dalla cella in cui era rinchiuso già allora – l’eliminazione del giudice Livatino.

 

Nel 2015, nonostante l’ergastolo, Gallea ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Napoli il beneficio della semilibertà, potendo uscire di prigione al mattino per rientrarvi la sera; i giudici avevano stabilito che non si poteva pretendere da lui alcuna collaborazione con la giustizia perché sull’omicidio del «giudice ragazzino» indagini e processi avevano già chiarito ogni dettaglio, e così avevano superato la preclusione delle misure alternative per chi scinta il cosiddetto «ergastolo ostativo».

 

ANGELA PORCELLO 1

Ma stando a quanto scoperto nell’indagine palermitana, l’accesso a quel beneficio di legge non è servito al reinserimento sociale del detenuto, bensì a «ritornare ad agire sul territorio con i metodi già collaudati e accertati in passato, e rivitalizzare una frangia criminale-mafiosa, quella della stidda». Il lavoro degli investigatori del Ros ha permesso di ricostruire due fasi dei rapporti tra la stidda e Cosa nostra agrigentina, prima di contrapposizione e poi di collaborazione.

 

Le microspie e altri riscontri hanno consentito di stabilire che la mafia tradizionale e quella autonoma «hanno sancito un accordo di pace tuttora vigente, e che gli esponenti delle due organizzazioni, pur continuando a guardarsi con diffidenza, hanno qualificati e diretti rapporti personali finalizzati alla risoluzione di problematiche e alla individuazione/spartizione delle attività criminali da perpetrare sul territorio». Il bottino al quale puntano le due mafie sono gli affari milionari del mercato ortofrutticolo nella zona di Canicattì (a cominciare dalla famosa Uva Italia), considerato «uno dei pochi settori produttivi nella provincia di Agrigento».

 

 

famiglia messina denaro

Avvocata e boss

 

Nella ricostruzione dei pm di Palermo, l’avvocata Angela Porcello (che ha il proprio studio legale di Canicattì in via Rosario Livatino) è «assurta pian piano addirittura al ruolo di vera e propria organizzatrice del mandamento mafioso» della cittadina. Sicuri di non poter essere intercettati perché protetti dal mandato professionale esercitato dalla donna, i capimafia locali hanno svolto nel suo ufficio «decine di riunioni rendendosi protagonisti, in condizioni di assoluta genuinità, di lunghi dialoghi aventi ad oggetto affari e vicende di esclusiva e riservatissima connotazione associativa». L’avvocata sarebbe stata anche la chiave per aprire gli spazi di dialogo tra i capimafia detenuti al «41 bis».

messina denaro

 

Nel loro atto d’accusa i pm sottolineano che attraverso di lei i boss «riuscivano a entrare in contatto, dialogare tra loro e, in alcune occasioni, financo a scambiarsi informazioni finalizzate ad assicurarsi un canale di informazione con l’esterno».

 

Su indicazione del capo-provincia agrigentino Falsone, anche il capomandamento di Trapani e il capo della famiglia di Gela avevano nominato l’avvocata Porcello difensore di fiducia, con il «manifesto scopo di potere anche loro usufruire del ruolo di messaggero verso gli altri sodali (in libertà e detenuti), che la donna svolgeva per conto dell’associazione». In uno dei colloqui intercettati nel supercarcere di Novara si vede il boss che, mentre parla con il suo legale, si ritrae dietro una sorta di tramezzo, per evitare che si possa capire ciò che stava dicendo, a voce bassissima, né dai gesti né dal movimento delle labbra.

matteo messina denaro

 

 

L’ombra di Messina Denaro e la mafia Usa

 

Tra i destinatari del fermo ordinato dalla Procura palermitana c’è pure Matteo Messina Denaro. I dialoghi registrati dalle microspie dei carabinieri dimostrano che c’è un canale di trasmissione attivo tra l’ultimo boss stragista ancora latitante (dal 1993) e i capi delle cosche agrigentine.

MATTEO MESSINA DENARO

 

A lui i capimafia della provincia «riconoscono unanimemente l’ultima parola sull’investitura ovvero la revoca di cariche di vertice all’interno dell’associazione». C’era infatti bisogno del suo beneplacito per l’estromissione di un «uomo d’onore» dal mandamento di Canicattì, e questo dimostra – concludono i pm – che «Messina Denaro è a tutt’oggi in grado di assumere decisioni delicatissime per gli equilibri di potere in Cosa nostra, nonostante la sua eccezionale capacità di eclissamento e invisibilità».

 

La centralità e l’importanza dei clan agrigentino vengono ribaditi anche dai contatti con la mafia statunitense. L’inchiesta ha portato alla luce una missione di «emissari americani della famiglia Gambino di New York», i quali «si sono recati nei mesi scorsi a Favara per proporre a Cosa nostra siciliana l’attivazione una lucrosa e articolata sinergia criminale transnazionale». Finalizzata, si sospetta, al riciclaggio. In passato queste stesse famiglie avevano programmato attività comuni anche con uomini di vertice della camorra napoletana come Paolo Di lauro, detto Ciruzzo ‘o milionario.

mafiosi gommone inzerillo gambino

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO