
IL PENTIMENTO DEL PORCELLINO - A COMO UN UOMO HA DENUNCIATO UNA 40ENNE SOSTENENDO CHE GLI AVESSE FREGATO 28 MILA EURO MA... I GIUDICI HANNO SCOPERTO CHE LUI LE AVEVA DATO LA SOMMA IN CAMBIO DI FOTO EROTICHE - IL POLLASTRO HA POI CAMBIATO VERSIONE SOSTENENDO DI AVER EFFETTUATO UN PRESTITO CHE LA 40ENNE NON HA MAI RESTITUITO, MA IL TRIBUNALE HA ASSOLTO L'IMPUTATA ANCHE GRAZIE AI MESSAGGI CON CUI I DUE SI ACCORDAVANO PER IL PAGAMENTO DI 3 MILA EURO PER LE IMMAGINI DELLE MUTANDINE DELLA DONNA...
Estratto dell'articolo di Vincenzo Brunelli per www.corriere.it
«Ho prestato queste somme a una donna con cui avevo una relazione e non mi sono state restituite». Inizialmente i giudici hanno creduto all'accusa e hanno emesso un decreto ingiuntivo contro la donna, ma quando il procedimento è entrato nel merito è venuto fuori tutt'altro:
si trattava in realtà di denaro in cambio di biancheria intima, foto erotiche e altri favori a sfondo sessuale. Dopo essersi trasferita all'estero per un periodo di lavoro, la donna, infatti, si era vista recapitare un decreto ingiuntivo di ben 28 mila euro dal Tribunale di Como, dove è nata e dove ha tuttora la residenza.
Incredula e contrariata, la donna aveva contattato un avvocato che dopo aver studiato le carte, le aveva spiegato i dettagli dell'accusa: un uomo sosteneva di averle prestato quella cifra, e rivoleva indietro tutti i suoi soldi più gli interessi. La signora a quel punto è trasalita e ha raccontato tutto al suo avvocato, per poi decidere di impugnare il decreto ingiuntivo. La signora, 40 anni, aveva deciso di interrompere quella «relazione particolare» e di trasferirsi in Svizzera per lavoro.
I due si erano conosciuti per caso e tra il 2020 e il 2021 avevano deciso di comune accordo di intrattenere un rapporto «singolare», basato sullo scambio di favori a sfondo sessuale in cambio di denaro. «La donna ha dimostrato l’esistenza di un titolo alternativo al prestito, idoneo a giustificare il proprio diritto a trattenere le somme ricevute», questa in sintesi la motivazione della sentenza di primo grado pubblicata nei giorni scorsi a firma del giudice Giovanni Luca Ortore del Tribunale di Como che ha dato ragione alla donna e torto all'uomo.
In particolare, i messaggi whatsapp mostrati dalla donna sono apparsi inequivocabili agli occhi del giudice. L'uomo più volte aveva inviato addirittura foto di banconote con richieste specifiche di carattere sessuale. Durante il Covid era arrivato a offrirle 3 mila euro in cambio dell'invio di fotografie e capi di biancheria intima. [...]