
LA MONTAGNA MELONIANA HA PARTORITO UN TOPOLINO – NELLA CONFERENZA DI ROMA PER LA RICOSTRUZIONE UCRAINA LA DUCETTA HA RACIMOLATO APPENA 10 MILIARDI, MENO DEI 16 MILIARDI RACCOLTI DALLA STESSA CONFERENZA L’ANNO SCORSO A BERLINO, INFINITAMENTE MENO DEI 500 MILIARDI CHE LA BANCA MONDIALE STIMA COME NECESSARI PER RIMETTERE IN PIEDI IL PAESE DI ZELENSKY – IL GUAIO È CHE, PROPRIO ALLA VIGILIA DEL SUMMIT ROMANO, IL COLOSSO USA BLACKROCK HA INTERROTTO LA RICERCA DI INVESTITORI A SOSTEGNO DI UN FONDO MULTIMILIARDARIO PER L’UCRAINA. E SENZA IL GRANO DEI PRIVATI NON SI VA MOLTO LONTANO – KIEV IN BANCAROTTA POTRÀ RIPAGARE I PRESTITI DI GUERRA SOLO VENDENDO TUTTO CIÒ CHE HA. E ANNUNCIA “PRIVATIZZAZIONI SU LARGA SCALA...”
Estratto dell’articolo di Francesco Brusa per “il Manifesto”
volodymyr zelensky e giorgia meloni conferenza per la ricostruzione dell ucraina foto lapresse
All’apertura della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina l’impressione è che i diversi leader europei e statunitensi parlino rivolti alla platea, pensando però al proprio “pubblico di casa”. Tutti si dicono concordi sulla visione di fondo: siamo pronti a sostenere Kiev fino alla fine e grazie a una tale unità sarà possibile risollevare il paese dalle devastazioni della guerra, anzi si potrà sperare in un vero e proprio «miracolo economico e sociale».
Abbondano a questo proposito i riferimenti al piano Marshall, quasi a tradire, forse, l’investimento emozionale delle cancellerie europee affinché, attraverso gli affari post-bellici, si verifichi una rifondazione anche “ideologica” del continente.
conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
A citarlo è innanzitutto il presidente ucraino Zelensky, accolto da un lungo applauso, così come l’inviato speciale della Casa Bianca Keith Kellogg, che addirittura si spinge in paragoni con Afghanistan e Iraq.
Ma, appunto, sotto la retorica della coesione (condita da altisonanti parallelismi storici) si intravedono sfumature e divergenze, a riflettere le titubanze dei differenti paesi: se per il ministro capo dell’Estonia Kristen Michal quella da perseguire con il sostegno all’Ucraina è una «vittoria definitiva» sulla Russia («non esiste alcun piano b», ammonisce), altri rappresentanti preferiscono usare formule meno nette, e già sentite in numerose occasioni al punto da risultare oramai molto vaghe, come un «cessate il fuoco giusto» (il premier greco Mitsotakis) o una «pace attraverso il multilateralismo» (il primo ministro spagnolo Sánchez), […]
È proprio Merz a mettere sul piatto il problema delle fratture interne alla coalizione europea. Nel suo intervento, infatti, redarguisce la Slovacchia per l’ostruzionismo in tema di sanzioni contro Mosca (il 18esimo pacchetto è ancora in attesa di approvazione). Dall’altro lato, lusinga Washington: «Cari americani, siate con noi!», afferma nel tentativo di ingraziarsi l’imprevedibile leadership a stelle e strisce.
Ed ecco che arriva la risposta, sul filo dello sdolcinato, di Kellogg (della cui presenza si vanta Giorgia Meloni): «Siamo qui con voi», dice passando per un attimo alla lingua tedesca.
volodymyr zelensky giorgia meloni - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
Ma è lecito chiedersi in che senso, soprattutto nel momento in cui a migliaia di chilometri di distanza da Roma il segretario di stato Usa Marco Rubio incontra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. Al netto dei quotidiani ripensamenti è ormai chiaro che rispetto al dossier ucraino la Casa Bianca va per la propria strada, cercando anzi di usarlo come “banco di prova” per ridisegnare i rapporti col resto del mondo.
L’Inviato statunitense è esplicito: secondo lui la ricostruzione dell’Ucraina è un’occasione per abbordare un «nuovo tipo di governance» e un «nuovo modello di capitalismo» a livello globale, ripensati attraverso lo spirito d’impresa coi suoi tre pilastri Esg (gestione, società e ambiente). Su questo, in effetti, tutti sono davvero concordi: i soli investimenti pubblici non sono sufficienti, il punto è mettere Kiev nelle condizioni di attrarre capitale privato (in una «combinazione bilanciata di partnership multilaterali e bilaterali», sostiene il ministro Giorgetti).
La stessa ministra dell’economia ucraina Julija Svyrydenko annuncia perentoriamente «privatizzazioni su larga scala» che interesseranno il paese e che gli permetteranno di procedere verso l’integrazione nell’Unione.
A questo proposito, un’ulteriore ambiguità: se i leader riuniti presso la Nuvola di Fuksas snocciolano con orgoglio cifre a nove zeri per progetti di assistenza umanitaria e ricostituzione infrastrutturale (110 miliardi di accordi», dicono: meno dei 16 raccolti alla conferenza di Berlino l’anno scorso, infinitamente meno dei 500 miliardi stimati come necessari dalla Bacna mondiale), allo stesso tempo non fanno mistero del fatto che il tutto si intreccia a uno sviluppo della difesa e del settore militare, ormai individuato come principale volano di crescita industriale per il continente.
LARRY FINK DI BLACKROCK ALLA CONFERENZA CERAWeek di Houston
[…] . D’altronde, il tanto evocato piano Marshall arrivava sulle macerie di un conflitto già concluso, ieri si immaginava una ricostruzione mentre Mosca lancia gli attacchi più feroci dall’inizio dell’invasione.
Perciò è probabile che Zelensky sia a Roma ma abbia la testa a Londra, dove si sono riuniti i Volenterosi che da lontano salutano, promettendo passi concreti per «mettere in sicurezza» i cieli ucraini. E intanto firmando un patto di mutuo soccorso nucleare: «risposta comune» atomica di Macron e Starmer in caso di attacco. I nemici sono avvisati.
conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
VOLODYMYR ZELENSKY ABBRACCIA GIORGIA MELONI - CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL UCRAINA -