macron operai giochi olimpici

MACRON, SCENDI DALL'OLIMPO – DITE AL TOY BOY DELL’ELISEO, CHE SI ATTEGGIA A PALADINO DEI DIRITTI UMANI, CHE GLI OPERAI AFRICANI VENGONO SFRUTTATI NEI CANTIERI DELL'OLIMPIADE DI PARIGI 2024 - DIECI LAVORATORI DEL MALI HANNO DENUNCIATO QUATTRO COLOSSI DELL’EDILIZIA FRANCESE: SOSTENGONO DI AVER LAVORATO SENZA DOCUMENTI – A MENO DI 400 GIORNI DALL’INIZIO DEI GIOCHI OLIMPICI, OLTRE ALLE PERQUISIZIONI DEL COMITATO ORGANIZZATORE DEI GIOCHI OLIMPICI, SI PARLA ANCHE DI APPALTI ASSEGNATI CON SOSPETTI DI ACQUISIZIONE ILLEGALE DI INTERESSI, APPROPRIAZIONE INDEBITA DI FONDI PUBBLICI E…

Estratto dell'articolo di Benedetta Perilli per “la Repubblica”

 

emmanuel macron beve una birra 8

«Quello che è successo racconta la doppia attualità dei Giochi olimpici 2024. Non un caso Qatar, con operai morti e condizioni disumane nei cantieri dei Mondiali di calcio, ma un principio di sfruttamento del lavoro irregolare simile». A parlare è Richard Bloch, del sindacato Cgt.

 

Ha seguito i dieci operai africani che hanno depositato una denuncia contro quattro colossi dell’edilizia francese per aver lavorato senza documenti nei cantieri delle Olimpiadi di Parigi 2024.

 

«Tra di noi almeno otto operai su dieci sono irregolari, lo sanno tutti ma nessuno parla», ci racconta Moussa, uno dei dieci lavoratori provenienti da Mali e Congo che ora sfidano Vinci, Eiffage, Spie Batignolles e Gcc, principali appaltatori dei futuri siti olimpici.

 

Ha 44 anni, originario del Mali, è arrivato in Francia nel 2008 e nel 2022 è entrato in alcuni cantieri olimpici, tra i quali quello della piscina che sorgerà davanti allo Stade de France. Pagato in contanti 80 euro al giorno per circa 10 ore di lavoro, senza contratto, senza assicurazione e senza tutele previste dal contratto nazionale, è stato preso da una delle otto ditte subappaltatrici che ora dovrà comparire, insieme alle altre quattro aziende, davanti al tribunale del Lavoro di Bobigny.

parigi 2024 olimpiadi

 

«Dopo un infortunio al ginocchio chiesi di prendere una pausa, il capo cantiere mi rispose di tornare entro due giorni altrimenti avrebbe dato il mio posto a un altro», racconta Moussa. «Abbiamo dovuto comprare con i nostri soldi l’abbigliamento da lavoro obbligatorio per i cantieri, ci fornivano soltanto i guanti. Un paio a settimana», aggiunge.

La loro storia è emersa dopo un’ispezione e da lì, con l’aiuto del sindacato, i dieci operai hanno ottenuto prima la regolarizzazione dei documenti e poi sono arrivati a depositare la citazione nella quale chiedono il riconoscimento di un contratto di lavoro, riqualificato a pieno titolo, e un contratto a tempo indeterminato.

comitato organizzatore olimpiadi parigi 2024

 

Non un caso isolato, però, ma la punta di un iceberg che presto potrebbe emergere, come conferma Bloch parlando di «un sistema noto nel settore della costruzione». Noto anche alla procura di Bobigny che un anno fa, dopo alcuni controlli, aveva aperto un’indagine preliminare per lavoro nero e impiego di stranieri senza documenti in una banda organizzata.

 

La storia dei dieci operai ora però fa ancora più clamore perché arriva negli stessi giorni in cui il Comitato organizzatore dei Giochi olimpici, e altri siti che si occupano di forniture, sono stati perquisiti nell’ambito di due indagini della Procura finanziaria. A meno di 400 giorni dall’inizio dei Giochi l’altra attualità delle Olimpiadi racconta anche di appalti assegnati con sospetti di acquisizione illegale di interessi, appropriazione indebita di fondi pubblici, favoritismi e occultamento di favoritismi.

operai sfruttati nei cantieri

 

emmanuel macron beve una birra 7

 

OLIMPIADI PARIGI 2024OLIMPIADI PARIGI 2024PARIGI CANDIDATURA OLIMPICA 2024OLIMPIADI PARIGI 2024parigi 2024

(...)

operai sfruttati nei cantieri

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…