ciro grillo

"DOVEVA ESSERE UN GIOCO MA POI SIAMO ANDATI UN PO' PIÙ IN LÀ..." - LA DIFESA DI CIRO GRILLO DALLE ACCUSE DI STUPRO: "LA RAGAZZA HA BEVUTO QUALCHE SORSO DI VODKA, DA SOLA E SENZA CHE NESSUNO DI NOI LA COSTRINGESSE - DOPO LA VODKA RICORDO CHE ABBIAMO PARLATO IN MODO SCHERZOSO DEL RAPPORTO SESSUALE CHE LEI AVEVA APPENA AVUTO CON FRANCESCO CORSIGLIA E CI HA LASCIATO INTENDERE CHE ERA MEGLIO UNA COSA CON TRE PIUTTOSTO CHE CON UNO SOLO" - DALLA DISCOTECA AI VIDEO OSCENI, LE DUE VERSIONI SU QUELLA NOTTE

CIRO GRILLO

1 - «DOVEVA ESSERE UN GIOCO, SIAMO ANDATI UN PO' OLTRE»

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

A verbale è descritto questo: non soltanto lei «ci stava», come dicono loro. Ma, in sostanza, avrebbe proposto proprio lei il sesso di gruppo. I ragazzi accusati della violenza a casa di Ciro Grillo, il figlio del garante del Movimento Cinquestelle, si difendono, negano, attaccano. «Ma quale violenza...» è la sintesi della loro versione davanti ai magistrati.

 

LE TESTIMONIANZE SUL CASO CIRO GRILLO

Proprio Ciro, nel suo interrogatorio racconta che «la mattina del 17 luglio 2019 eravamo nel patio io, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta assieme a Silvia (che, ricordiamo, non è il suo vero nome, ndr ). Silvia ha bevuto qualche sorso di vodka, da sola e senza che nessuno di noi la costringesse. Dopo la vodka ricordo che abbiamo parlato in modo scherzoso del rapporto sessuale che lei aveva appena avuto con Francesco Corsiglia (il quarto ragazzo coinvolto nell' inchiesta, ndr ) e parlando lei ci ha lasciato intendere che era meglio una cosa con tre piuttosto che con uno solo».

 

Poi il racconto del «siamo andati tutti di là» e i dettagli di quel che descrivono come «rapporto consensuale». Ciro dice a un certo punto che quel che è successo in camera «doveva essere un gioco» ma che «poi siamo andati un po' più in là...».

 

CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO

La difesa quindi parla di «qualche sorso di vodka» bevuto spontaneamente, non mezza bottiglia fatta bere a forza (come racconta invece lei) né di «un quarto» di bottiglia bevuto «per sfida», come ha detto Lauria in una intervista rilasciata al programma Non è l'arena .

Il capo di imputazione accusa tutti e quattro di violenza sessuale di gruppo aggravata dall' uso delle sostanze alcoliche e racconta tutta un'altra storia.

 

Cioè che «il rapporto sessuale con Francesco Corsiglia» era uno stupro e che il resto è andato così: «Quando ormai si era fatto giorno ed erano circa le 9 del mattino, in concorso e riuniti fra loro, dopo che Lauria, Capitta e Grillo l'avevano forzata a bere della vodka afferrandola per i capelli e tirandole indietro la testa, approfittando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di lei la quale era reduce da una intera notte insonne trascorsa in discoteca, dalle violenze sopra descritte (di Corsiglia, ndr ) e aveva comunque ingerito una consistente quantità di vodka, la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali con ciascuno di loro».

LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO

 

2 - DALLA DISCOTECA AI VIDEO OSCENI LE DUE VERSIONI SU QUELLA NOTTE

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

È la mattina del 17 luglio 2019. In una villetta a Cala di Volpe, in Sardegna, ci sono quattro ragazzi genovesi amici d' infanzia e due ragazze di Milano conosciute la sera prima al Billionaire di Briatore, a Porto Cervo. Il 26 luglio, nove giorni dopo, una delle due ragazze racconta ai carabinieri - a Milano - che in quella villetta, quel giorno, aveva subito violenza. Ripetutamente e da tutti e quattro, mentre la sua amica dormiva.

 

Un anno e dieci mesi dopo, quel racconto è il punto di partenza di un' inchiesta della Procura di Tempio Pausania. Ma è anche un caso politico scatenato dal garante del Movimento Cinquestelle, Beppe Grillo, che è il padre di uno degli accusati, Ciro, e che ha acceso la miccia delle polemiche con l' ormai celebre video in cui prende le difese del figlio e degli altri ragazzi: «non è vero niente che c' è stato lo stupro (...) una persona che viene stuprata la mattina e il pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia è strano (...) c' è il video, Si vede che c' è il gruppo che ride».

FRANCESCO CORSIGLIA

 

Negli atti c' è un video, sì. Ci sono fotografie, chat, testimonianze, accertamenti, intercettazioni, interrogatori... Ma che cosa sappiamo finora di questa storia?

I ragazzi finiti sotto accusa per violenza sessuale di gruppo aggravata dall' alcol sono Ciro e tre suoi amici d' infanzia, tutti classe 2000: Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. La ragazza che li ha denunciati per prima è italonorvegese e tutti la chiamano Silvia anche se non è il suo vero nome. Roberta invece è il nome di fantasia scelto per la sua amica che, appunto, dormiva durante le violenze raccontate da Silvia e che a sua volta ha subito abusi sessuali (foto e video osceni) mentre era addormentata.

 

Le due erano arrivate al Billionaire insieme ad altri tre amici, uno dei quali conosceva Ciro.

ciro grillo intercettato da non e' l'arena 3

Presentazioni e tavolo in condivisione con altri (in tutto una quindicina di persone). Una notte di balli, con bottiglie di alcol sul tavolo da cui servirsi liberamente. Alle 3.30 gli amici con cui le ragazze sono arrivate tornano a casa. Loro due restano fino alla chiusura, alle cinque. Ma a quell' ora non trovano taxi per tornare a casa e così il gruppetto dei genovesi le invita a una spaghettata a Cala di Volpe. «Poi vi riportiamo noi al bed & breakfast», promettono.

 

ciro grillo 9

Quando arrivano a casa di Grillo junior le ragazze non sono ubriache. Roberta dichiara ai carabinieri che nessuno lo era. Silvia fa mettere a verbale che dal tavolo del Billionaire si è servita soltanto con un bicchiere di champagne e una vodka con redbull. Alle sei del mattino, con la spaghettata, l' effetto dell' alcol preso in discoteca è svanito. Sono tutti sobri e stanchi. Silvia racconta che mentre Roberta cucina con gli altri lei va con Francesco in camera da letto a prendere una coperta e dice che lui prova un approccio sessuale. «Sono riuscita a respingerlo e a divincolarmi». Sparecchiato tutto Roberta si mette a dormire sul divano.

 

CIRO GRILLO

Sono ormai passate le sei del mattino, è ora di andare a dormire. È da qui in poi che Silvia racconta le violenze, prima di Francesco e, dopo più di due ore, anche degli altri tre. La Verità - che di questa storia ha pubblicato in esclusiva molti degli atti d' inchiesta - ricostruisce il racconto dettagliato e drammatico che Silvia mette a verbale.

 

Lei si infila nel letto - dice - e lì arriva Francesco che la afferra per i capelli e la costringe con la forza a un rapporto sessuale prima in camera da letto e poi in bagno, dove la trascina a forza. Lui nega tutto. Niente violenza, né prima degli spaghetti né dopo. Lei ci stava. E poi, ha spiegato, siamo andati in bagno per avere più intimità perché la camera da letto non ha la porta, ma soltanto una tenda. Silvia ricorda che a quel punto voleva tornare a casa: «Sono andata da Roberta che dormiva.

FRANCESCO CORSIGLIA

 

Mi sono seduta per terra accanto a lei, l' ho svegliata, non riuscivo a parlare, le ho detto che mi avevano violentata. Inizialmente non capiva, gliel' ho ripetuto e le ho chiesto se potevamo andare a casa. Lei si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce». Dopo essersi vestita Silvia torna da Roberta «che ancora non si era cambiata i vestiti». Silvia è sull' uscio, vuole chiamare un taxi ma Vittorio la convince: «Ci ha chiesto di aspettare un po' perché Francesco non poteva guidare avendo bevuto». Quindi Roberta torna sul divano a dormire e Silvia si siede nel gazebo con gli altri.

 

Lei non dice nemmeno una parola su una gita - chiamiamola così - fatta fra la prima delle violenze che racconta (Francesco) e la seconda parte degli abusi, quella con tutti e tre gli altri. Loro invece parlano di un salto in paese a prendere le sigarette. Ci sarebbe andato Francesco (il solo patentato), Vittorio ed Edoardo assieme a Silvia. Uno dei ragazzi ha rintracciato anche una fotografia che mostrerebbe proprio la ragazza con Francesco e gli altri due in macchina durante il percorso da Cala di Volpe al tabaccaio.

 

EDOARDO CAPITTA

Silvia dice che dopo la violenza di Francesco, mentre era nel gazebo con i ragazzi, Vittorio ha preso la bottiglia della vodka e «mi ha afferrato con forza la testa. Con una mano mi teneva il collo da dietro e con l' altra mi forzava a berla tutta. Dopo aver bevuto sentivo che mi girava la testa». Da lì in avanti il racconto è quello di uno stupro di gruppo (in parte ripreso dal famoso video di cui parla Grillo senjor) fino a quando «ho perso conoscenza». Francesco giura di essersi addormentato dopo la gita delle sigarette. I tre ragazzi, come lui, negano tutto. Niente violenza, lei era consenziente e ha bevuto solo «qualche sorso» di vodka.

 

giro grillo con gli amici

Sono molti i testi sentiti a verbale, alcuni dei quali ricordano oggi dettagli non raccontati ai carabinieri nel 2019 o narrati in modo diverso.

Fra gli altri anche la mamma di Ciro, Parvin Tadik, che quella mattina era nella villetta accanto assieme alla sua colf. Alcuni quotidiani ieri hanno pubblicato la sua versione: «Non abbiamo visto e sentito nulla di anomalo».

ciro grillo

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...