google

LA MALEDIZIONE DEL DITO GRASSO – COME UNO STAGISTA DI GOOGLE HA FATTO PERDERE 10 MILIONI DI DOLLARI ALL’AZIENDA - TUTTI GLI ERRORI COSTATI CARI ALLE AZIENDE: DAL BANCOMAT CHE EROGAVA 100 DOLLARI AL POSTO DI 10 AL TWEET DA STRAFATTO DI MUSK

1 – CLICCA PER ERRORE E SPENDE 10 MILIONI PER PUBBLICITÀ VUOTE (E ALTRI ERRORI COSTATI CARI ALLE AZIENDE)

Andrea Pitozzi per www.wired.it

 

google

Un’esercitazione sulla pubblicazione degli annunci pubblicitari si è trasformata in un costoso affare per Google. Nei giorni scorsi un dipendente dell’azienda ha erroneamente mandato online per 45 minuti un semplicerettangolo giallo al posto delle vere inserzioni che erano state commissionate al gigante di Mountain View.

 

Mentre stava imparando a gestire il servizio di acquisto e programmazione delle inserzioni, il giovane non si sarebbe reso conto di non essere più in ambiente di test ma in quello di mercato, e ha realmente piazzato ordini di inserzioni a prezzi dieci volte superiori rispetto a quelli di mercato, occupandoli con un rettangolo vuoto.

 

SINDROME DEL DITO GRASSO

Secondo quanto riporta il Financial Times, l’incidente potrebbe costare a Google quasi 10 milioni di dollari, da pagare a quanti avrebbero acquistato quell’annuncio fasullo pubblicato negli Stati Uniti e in Australia nella giornata di ieri. “Onoreremo i pagamenti agli editori per qualsiasi annuncio acquistato e stiamo lavorando duramente per mettere in atto misure di salvaguardia per garantire che ciò non accada di nuovo”, ha dichiarato un portavoce di Google.

 

Non si sa quale sarà la sorte del povero impiegato, ma di certo non ha scelto proprio il modo migliore di mettersi in mostra all’interno di una delle compagnie più importanti al mondo.

google cina 9

 

Ma quello di Google non è certo il primo caso di “errori” costati cari. Il 25 novembre scorso, per esempio, un bancomat di Bank of America nella contea di Harris, in Texas, ha iniziato a erogare banconote da 100 dollari anziché da 10 a causa di un errore di programmazione. Un affare per chi ha deciso di prelevare quel giorno, ma un po’ meno per la banca.

 

elon musk 5

Più in generale, però, tra gli errori aziendali più costosi ci sono quelli che riguardano le strategie di comunicazione. Persino da parte dei vertici stessi dell’azienda. Tra quelli recenti si potrebbe citare il caso del tweet incriminato con cui Elon Musk annunciava ai suoi followers il delisting di Tesla dalla borsa americana. In quel caso forse non si può parlare di errore, ma senza dubbio Musk non prevedeva che quei 120 caratteri gli sarebbero costati 40 milioni di multa da parte delle autorità.

 

ELON MUSK TESLA PRIVATA

Sempre in ambito di comunicazione, è di poche settimane fa il caso della maison Dolce&Gabbana che ha quasi portato a un incidente diplomatico con la Cina per via di uno spot in cui una ragazza cinese prova con difficoltà a mangiare alcuni piatti tipici italiani con le bacchette. Il brand è stato accusato di razzismo e le autorità cinesi hanno imposto il blocco delle vendite dei prodotti a marchio Dolce&Gabbana sui principali siti di ecommerce del Paese. Di certo il boicottaggio dei loro prodotti in un mercato come quello cinese non ha giovato alla compagnia.

DOLCE E GABBANA SCUSE

 

Anche i social network sono stati protagonisti di alcune mosse aziendali non proprio da manuale. Risale al 2012 il caso di Ferrovie dello Stato, ad esempio, che dopo molte lamentele da parte dei viaggiatori ha deciso di invitare alcuni blogger a pubblicare le loro reazioni dopo una giornata trascorsa sui treni. La società lanciò così l’hashtag #meetFs, che in poco tempo raccolse moltissimi messaggi che accusavano la società di fornire un servizi quantomeno problematici. In questo caso forse la società di trasporti avrebbe potuto prevederlo.

 

GOOGLE FA VENT'ANNI

Stessa sorte è toccata a McDonald’s, che con l’hashtag #McDStories voleva raccontare le esperienze vissute dai clienti nei loro ristoranti e promuovere contenuti video su ingredienti e preparazione dei famosi panini, e si è invece ritrovato inondato da messaggi di insulti e di critiche.

elon musk 2

 

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”