strage di fedeli alla mecca

UN DOMINO DIS-UMANO - BASTA LO SPOSTAMENTO IRREGOLARE DI POCHI FEDELI DURANTE IL PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA PER FARE UNA STRAGE. E I SAUDITI SE LA PRENDONO CON GLI 'AFRICANI INDISCIPLINATI' E LA BUTTANO SUL 'VOLERE DI DIO'

VIDEO - AL JAZEERA SULLA STRAGE DELLA MECCA

 

 

1. GLI ERRORI DEI SAUDITI: 100 MILA AGENTI SUL TERRENO ZERO REGOLE SULLA SICUREZZA

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera

 

pellegrinaggio alla mecca  8pellegrinaggio alla mecca 8

«La fede è più forte della prudenza», ha affermato un alto funzionario saudita per spiegare la tragedia alla Mecca. Parole che ricordano quelle di un altro dirigente dopo il crollo della gru sempre nel luogo santo dell’Islam: «È stato il volere di Dio». Comode spiegazioni sovrannaturali per nascondere evidenti problemi solo in parte giustificabili dall’afflusso di pellegrini.

 

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I sauditi, quest’anno, erano in allarme più del solito. L’Hajj è come una migrazione di massa, con 2 milioni di essere umani che si riversano in un’area ristretta, evento che comporta rischi d’ogni tipo. Dunque serve un meccanismo perfetto o quasi. Uno spostamento errato di qualche centinaio di fedeli può avere conseguenze fatali con un domino devastante.

 

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Riad ha mobilitato 100 mila uomini per garantire sicurezza in quanto temeva sorprese. Non tanto da chi viene a pregare ma dai terroristi nascosti nell’ombra. La minaccia delle cellule dello Stato Islamico — nuove per il regno — si sono sommate a quelle croniche rappresentate dai qaedisti. Ma non sono state le bombe a fare centinaia di vittime. Altre le cause per un massacro che è diventato anche oggetto di polemiche politiche.

 

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Gli iraniani, vicini e rivali, hanno accusato Riad di aver mancato nell’organizzazione, una gestione piena di errori — a loro dire — che ha portato a conseguenze disastrose. Attivisti sauditi hanno aggiunto il carico denunciando corruzione e incompetenza da parte delle autorità: avevamo avvisato sull’inadeguatezza delle strutture e nessuno ci ha ascoltato. Giudizi appoggiati dai precedenti. La Mecca ha fatto da teatro a episodi analoghi con le persone stritolate dalla calca. Nel 1990 con 1426 vittime, nel 2004 con 251 e due anni dopo con 364. Incidenti gravi, affermano i critici, che avrebbero dovuto spingere a regole più strette e a una sorveglianza accurata nelle fasi più critiche.

morti e feriti durante il pellegrinaggio alla mecca  2morti e feriti durante il pellegrinaggio alla mecca 2

 

Ad aumentare i sospetti che i custodi dei luoghi santi non siano sempre vigili è arrivato, due settimane fa, il disastro della gru con 111 morti attribuito al destino e a una tempesta di vento inattesa. Vicenda che ha avuto un seguito poco raccontato ma che ha fatto discutere.

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Il governo ha aperto un’indagine su numerose violazioni alla regole e l’attenzione si è concentrata sulla società che gestiva i lavori, una compagnia legata a un nome famoso, quello dei bin Laden. La famiglia da decenni cura i lavori di ristrutturazione attraverso una rete di imprese. Il re Salman ha ordinato la sospensione del contratto così come ha imposto il divieto di viaggio all’estero per alcuni rappresentanti del gruppo.

 

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Appellarsi al fato o incolpare «gli africani indisciplinati», come hanno fatto in queste ore alcuni dirigenti, non solleva il regno dalle responsabilità. Al Paese non mancano certo le risorse per fornire maggiore sicurezza. Quanti oggi rimproverano colpe alle autorità riconoscono che è arduo mantenere l’ordine con numeri così ampi ma sottolineano che bisogna fare di più.

@guidoolimpio

 

 

2. QUELLA CORSA E I SETTE GIRI PER GUARDARE LA PIETRA NERA

Roberto Tottoli per il “Corriere della Sera

 

Ogni musulmano dovrebbe una volta nella vita recarsi in pellegrinaggio a Mecca. Tutto ha inizio ogni anno nei pressi della Pietra Nera, incastonata nel tempio cubico della Kaaba, che Dio mandò dal cielo quando fu creato Adamo. Secondo l’Islam, dopo il Diluvio universale, fu Abramo, con l’aiuto di Ismaele, a ricostruire la Kaaba con la Pietra Nera, stabilendone il profondo significato religioso. Rivelazioni coraniche e l’esempio di Maometto hanno insegnato ai credenti cosa fare in quei giorni. I sette giri intorno alla Kaaba servono a sfiorare o anche solo guardare la Pietra Nera.

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La successiva corsa tra le colline di Safa e Marwa ricorda quella di Agar disperata per il figlio Ismaele assetato. I pellegrini si devono poi affrettare in direzione di Arafat, a una ventina di km da Mecca, dove sostano. Si prosegue verso altre località sulla via del ritorno, dove si compie il sacrificio animale, celebrato in tutto il mondo islamico, e poi la lapidazione di Satana. Qui ogni musulmano lancia pietre verso tre steli, imitando azioni che la tradizione attribuisce ad Abramo.

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Il pellegrino infine abbandona lo stato rituale e compie un giro intorno alla Kaaba. Vicinanza e prima fila sono il desiderio di molti, ma non sempre è possibile. Era già difficile quando nel Medioevo i pellegrini erano decine di migliaia. Oggi i pellegrini che giungono ogni anno a Mecca sono più di due milioni: i numeri contingentati non hanno frenato una crescita continua. Con tutti i rischi che questo comporta.

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