luca goldoni

È MORTO A 95 ANNI LUCA GOLDONI, GIORNALISTA, SCRITTORE, GRANDE OSSERVATORE DI VIZI E VIRTÙ DELL’ITALIA – INIZIÒ ALLA GAZZETTA DI PARMA, PASSÒ AL RESTO DEL CARLINO, QUINDI AL CORRIERE DELLA SERA. È STATO CRONISTA DI NERA E CORRISPONDENTE DI GUERRA. SEGUÌ DA INVIATO LA PRIMAVERA DI PRAGA E IL SETTEMBRE NERO IN GIORDANIA – HA SCRITTO OLTRE 50 LIBRI, DAL SAGGIO STORICO AL ROMANZO, VENDENDO PIU’ DI TRE MILIONI DI COPIE – DELL’UMORISMO DICEVA: “È UN’EQUAZIONE DI TERZO GRADO CHE RIESCE O NON RIESCE. SE SBAGLI UNA VIRGOLA O L’ORDINE DELLE PAROLE, NON RIESCE PIÙ”

Estratto dell’articolo di Antonio Carioti per il “Corriere della Sera”

 

luca goldoni 5

L’occhio allenato del cronista esperto di umanità, il sottile senso dell’umorismo, la penna lieve e benevola anche nell’irrisione. Sono le tre qualità principali che avevano fatto dell’emiliano Luca Goldoni, scomparso ieri pomeriggio a 95 anni all’hospice di Casalecchio di Reno (Bologna), dove era stato ricoverato negli ultimi giorni per un peggioramento delle condizioni di salute, non solo un giornalista coi fiocchi, ma anche e soprattutto uno scrittore di strepitoso successo, con oltre tre milioni di copie dei suoi libri complessivamente vendute, specializzato nell’ironizzare sui costumi (e il malcostume) degli italiani.

 

luca goldoni 6

[…] Qualche esempio sparso tra quelli, assai numerosi, editi da Mondadori: Esclusi i presenti (1973), Non ho parole (1978), Se torno a nascere (1981). Ma la stessa vena un po’ beffarda veniva messa in mostra da Goldoni nel raccontare i personaggi del passato nelle sue biografie, confezionate in uno stile che ricordava per certi versi i libri di storia di Indro Montanelli, ma con un’indulgenza e una bonomia maggiori rispetto al più severo collega toscano.

 

Nato a Parma il 23 febbraio 1928, Goldoni aveva cominciato a lavorare da giovane come cronista di nera. Prima per il quotidiano della sua città d’origine, la «Gazzetta di Parma», e poi per «Il Resto del Carlino» di Bologna, testata della quale era poi divenuto un inviato di punta sui grandi avvenimenti internazionali: memorabile resta l’aneddoto della corrispondenza da Praga, subito dopo l’invasione sovietica dell’agosto 1968, che Goldoni dettò in dialetto parmigiano per sfuggire alle interferenze di un centralinista poliglotta e ficcanaso.

 

luca goldoni

Poi era arrivata l’assunzione al «Corriere della Sera», che per poco non era saltata a causa di un’impuntatura di Goldoni, deciso a non spostarsi da Bologna, dove ormai aveva messo le radici. In compenso il quotidiano di via Solferino gli aveva fatto girare il mondo, con servizi da grandi metropoli e da luoghi sperduti, spesso in occasione di guerre, colpi di Stato, insurrezioni popolari.

 

Goldoni ci rideva sopra, evidenziando il paradosso: quando sei un giornalista giovane, ansioso di partire per le destinazioni più esotiche e pericolose, ti mandano a cercare notizie in questura, mentre in età più matura, quando hai messo su famiglia e avresti voglia di infilarti metaforicamente le pantofole, ti ritrovi a prendere di continuo l’aereo per raggiungere in fretta terre lontane.

 

In parallelo con il mestiere di inviato Goldoni aveva coltivato il suo talento per l’osservazione del nostro carattere nazionale e dei suoi tic. Dopo i primi volumi pubblicati dall’editore Cappelli di Bologna, come Italia veniale (1969) e Il pesce a mezz’acqua (1970) erano venuti i bestseller con Mondadori, a partire da È gradito l’abito scuro (1972).

 

luca goldoni 4

Erano libri frutto di un’ispirazione naturale, coniugata tuttavia con un’applicazione assidua. «Ironia e umorismo — diceva Goldoni — non bussano alla porta, arrivano. Dell’umorismo di solito dico che è un’equazione di terzo grado che riesce o non riesce. Se sbagli una virgola o l’ordine delle parole, non riesce più». E lui raramente sbagliava.

 

A un certo punto aveva deciso di passare dalla cronaca alla storia, mantenendo immutato il suo approccio. Insieme a Enzo Sermasi aveva raccontato il regime fascista attraverso le sue reminiscenze d’infanzia e adolescenza nel volume F iero l’occhio, svelto il passo (Mondadori, 1979), dotato di un ricco apparato fotografico. Estraneo a ogni inclinazione nostalgica nei riguardi del ventennio nero, Goldoni aveva però inteso rievocare, in una sorta di amarcord felliniano, l’atmosfera nella quale era cresciuto insieme a milioni di altri italiani.

 

luca goldoni 1

Ancora in campo storico, si era poi dedicato a un personaggio centrale nelle vicende della sua Parma, la duchessa che era stata moglie di Napoleone, nel libro Maria Luigia donna in carriera (Rizzoli, 1991), cercando di uscire dagli stereotipi consueti e con un tocco attualizzante. Con benevola indulgenza si era quindi rivolto a un’altra donna ancora più controversa e considerata il simbolo della dissolutezza antica, la moglie dell’imperatore romano Claudio, nella biografia Messalina. Una spudorata innocenza (Rizzoli, 1992).

 

[…] In quella direzione tra il sarcastico e lo sconsolato andava per esempio il libro del 2013 Tranelli d’Italia (Barbera editore), testimonianza concreta di uno spirito rimasto vivace anche in tarda età, come dimostravano del resto anche gli articoli che continuava a scrivere per il «Corriere» e altre testate.

 

luca goldoni 3

Si rimane colpiti, scorrendo i suoi testi del passato anche piuttosto remoto, dalla perseveranza italica in fatto di cattive abitudini, tanto che certe annotazioni corrosive di Goldoni, un po’ da grillo parlante, sembrano ancora umide d’inchiostro. Ecco per esempio come si conclude un capitolo di Cioè, forse il suo maggiore successo, uscito da Mondadori nel 1977: «Il vero problema italiano è che stiamo andando tutti, ciascuno col suo buonsenso, verso una società senza senso». Serve aggiungere altro?

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…