henry david thoreau-10

PRENDERE IL THOREAU PER LE CORNA - L’APOSTOLO AMERICANO DELLA DISOBBEDIENZA CIVILE È MOLTO CITATO MA POCO LETTO, ANCHE IN TEMPI DI PANDEMIA. MA LA RETORICA STUCCHEVOLE DEI BORGHI ABBANDONATI E DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE DA PRATICARE IN MEZZO ALLA NATURA C'ENTRANO QUALCOSA CON L'AUTORE DI "WALDEN"? MANCO PER NIENTE. LO SCRITTORE ERA UN ASCETA VERO E UN RIBELLE: AVEVA SCELTO LA VITA SELVAGGIA MICA LE CONSOLAZIONI “GREEN” E CHIC DELLA CAMPAGNA…

Vittorio Giacopini per “il Venerdì di Repubblica”

 

henry david thoreau 5

Nel borsino delle voghe para-culturali di tendenza, la figura di David Henry Thoreau - l' apostolo della disobbedienza civile, il cantore selvaggio della vita nei boschi - torna in auge a fasi regolari, ambiguamente.

 

Molto citato, pochissimo letto davvero e inteso a fondo, l' hanno trasformato in un' icona à la page, inoffensiva, o in un marchio di comodo, giustificante. Il "re barbaro" - così lo chiamava Stevenson - scrollerebbe le spalle, probabilmente piuttosto incredulo, certamente disgustato, spazientito. In suo nome ne hanno dette abbastanza di tutte, dalla giustificazione filosofico-politica dell' evasione fiscale e altre piccole-grandi truffe contabili, alla celebrazione elegiaca dell' esodo dalle grandi città verso la malìa dei bei casali finemente ristrutturati in campagna o dentro l' incanto dei "piccoli borghi".

henry david thoreau 4

 

In tempi di coronavirus & smart working il ritornello sta diventando addirittura stucchevole: "l' Italia è piena di borghi abbandonati, da salvare. Abbiamo un' occasione unica per farlo"; "Nei boschi, nei campi, l' uomo è solo una presenza tra tante, non c' è rischio di movida, il distanziamento è un dato di fatto".

 

Dopo l' utopia pret-à-porter del bosco verticale e altre bislacche trovate di urbanistica, si passa - con dubbia disinvoltura - alla "fase due": la pandemia come grande occasione di teorizzazione e santificazione del sogno (signorile, però) del "voglio vivere in campagna" (con buona pace dei vecchi Marx-Engels e dei loro - sacrosanti - sberleffi sull' idiotismo della "vita rurale"). Via dalla pazza folla, è giunto il momento.

 

Pressato dal lockdown, dagli affanni di carriere e attività più o meno immateriali e smart, preso da ennui per il rito trito e ritrito dell' aperitivo rinforzato o dell' apericena, il topino di città vuol farsi topino (e signorotto) di campagna, con vista su colli e valli e cangianti filari di vigna, e camino scoppiettante e, naturalmente, pannelli solari e cappotto termico da ecobonus, cose così.

borghi d'italia 1

 

Ma la "récupération" di Thoreau in chiave postmoderna New Age o in salsa green (per non parlare del tentativo di eleggerlo santo patrono degli evasori fiscali), è impraticabile. L' uomo era di ben altra pasta e indole - intrattabile - e nei sui scritti non c' è un filo di elegia, consolatoria. A modo suo era un asceta epicureo, e un vero ribelle. Stevenson, che l' aveva intuito benissimo, l' ammirava per questo: «Il vero tema di Thoreau era il miglioramento di sé, combinato a una critica ostile della vita così quale è nella nostre società» scriveva in Il re barbaro, un breve testo ripubblicato dalle Edizioni dell' asino qualche anno fa.

 

henry david thoreau 8

Altro che buen retiro in campagna, nel casaletto. A Walden, Massachusetts, Henry David Thoreau s' era costruito una cabin con quattro assi in croce, tra i boschi di pini, e alla resa dei conti la sua non era certo una fuga, piuttosto una sfida. Aveva scelto di appartarsi nel «grande mare della solitudine dove si svuotano i fiumi della società», per dichiararsi nemico giurato di un' intera struttura sociale, e di uno stile di vita. «La maggior parte di ciò che i miei concittadini stimano buono io credo con tutta l' anima che sia invece cattivo; se c' è qualcosa di cui mi pento, nove volte su dieci è della mia buona condotta».

 

Libri come Walden e La disobbedienza civile sono la cronaca di questo conflitto tra un uomo e gli schemi. Il vero motivo della sua secessione era non pagare tributo a uno Stato «che compra e vende, come bestie, uomini, donne e bambini» ma - lo sapeva - la società prepara sempre vendetta contro gli irregolari e «un uomo, dovunque vada, sarà sempre inseguito dagli altri uomini che lo acchiapperanno con le loro sporche istituzioni e, se possono, lo costringeranno ad appartenere alla loro disperata massoneria».

 

henry david thoreau 7

Quanto alla natura, aveva scelto la vita selvaggia e l' estremo, non certo le consolazioni "carine" della campagna. Anche i due testi ripubblicati adesso da La Nuova Frontiera (Una passeggiata in inverno e Camminare, tradotti - benissimo - da Tommaso Pincio, illustrati - benissimo - da Rocco Lombardi) vanno letti in questa luce, e in questa chiave ribelle.

 

henry david thoreau 10

Al solito, Thoreau parte dal suo imperativo di metodo - «Guarda le cose!» - per introdurci in un' altra dimensione, e in un altro mondo. Nei fondi boschi del Maine, in pieno inverno «la natura confonde quel che in estate distingue il giorno è soltanto una notte scandinava. L' inverno è un' estate artica». Se parla di selve è per introdurci a un rito di passaggio che prevede di tagliare tutti i ponti con la società (per magari farci ritorno, dopo, più arrabbiati e coscienti, con gelida furia disobbediente). E se usa la parola "rigenerarsi", parla sul serio, fuori da ogni narcisismo terapeutico e da quell' apprensione per il sé che oltre un secolo dopo il suo compatriota Christopher Lasch avrebbe diagnosticato come il più tipico dei mali (post)moderni.

 

henry david thoreau 9

«Quando voglio rigenerarmi, mi metto in cerca della foresta più buia e della palude più intricata, più impenetrabile e, per la gente di città, più tetra. Mi addentro in una palude come in un luogo sacro, un sancta sanctorum. Vi si percepisce la forza, il midollo della Natura. Il bosco selvaggio ricopre il terriccio vergine e quello stesso suolo è benefico, sia per gli uomini sia per gli alberi».

 

Voltate le spalle alle città, e ai borghi, e ai casolari, all' uomo non resta altro che camminare, ma fuori da ogni pista battuta, e senza mappe. Il sarcasmo di Thoreau contro la retorica della vita all' aria aperta intesa come sport o svago salutista è inesorabile: «Non siamo che pavidi crociati, le nostre spedizioni non sono che scampagnate, al termine delle quali, a sera, torniamo sempre al vecchio focolare da cui siamo partiti. Metà del cammino consiste nel ripercorrere i nostri passi. Dovremmo invece imbarcarci anche nella più breve delle passeggiate con spirito avventuriero e imperituro, quasi non si dovesse tornare mai più; pronti a rispedire il cuore imbalsamato, come una reliquia, ai nostri regni desolati».

 

Il suo invito, piuttosto, era a un viaggio diverso, senza nostos, ritorno. Siamo «tutti figli della nebbia», diceva, siamo confusi, ma dovremmo spezzare gli ormeggi, andare a Ovest. Alludeva a un West metafisico, e abissale: «L' Ovest di cui parlo non è che un altro nome con cui chiamare la Natura selvaggia. I nostri antenati erano selvaggi.

 

henry david thoreau 1

La storia di Romolo e Remo allattati da una lupa non è una favola priva di senso». Naturalmente si poneva anche lui il problema del futuro, dentro il presente. «Non possiamo permetterci di non vivere dentro il presente ma speranza e futuro, per come la vedo io, non vanno cercati nei campi coltivati e nei prati all' inglese, né si trovano in villaggi e città, ma nelle paludi impervie e instabili».

Per Thoreau la contraddizione essenziale è l' opposizione tra il mondo e la società.

 

henry david thoreau 2

Anche l' elogio della natura selvaggia, e delle paludi, è una forma estrema di disobbedienza e rifiuto, una secessione dalla società: «Voglio prendere la parola in favore della Natura, della libertà assoluta e della vita selvatica, contrapposte a una libertà e a una cultura soltanto civili; considerare l' uomo un abitante della Natura o comunque una sua parte integrante, anziché un membro della società.

 

Voglio fare una dichiarazione estrema e pertanto categorica; la civiltà ha fin troppi paladini: che se ne occupino i pastori e i comitati scolastici o chiunque altro tra voi».

henry david thoreau 3henry david thoreau 6

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…