il caro energia ferma le cartiere

QUANTO CI COSTA LA GUERRA IN UCRAINA: IL CARO-ENERGIA FERMA ACCIAIERIE, FONDERIE E CARTIERE IN VENETO – IL CONFLITTO FA SCHIZZARE IN ALTO I PREZZI: IL MEGAWATTORA DI GAS È PASSATO DAI 453 EURO DI BASE A 587, CON PREVISIONE DI UN MASSIMO A 688: IL GRUPPO CARTARIO PROGEST FERMA SEI IMPIANTI – RISCHIO CASSA INTEGRAZIONE, AUMENTA LA TENSIONE TRA I TRASPORTATORI…

Gianni Favero per corriere.it

 

caro energia ferma le cartiere progest

Energia, il nuovo lunedì nero dei prezzi, che toccano nuovi massimi storici con valori iperbolici sull’onda della guerra in Ucraina ferma le fabbriche. Si tratti di carta o di siderurgia, gas ed elettricità hanno raggiunto livelli da rendere in vari casi antieconomico produrre, a meno di non riuscire a riversare del tutto a valle i maggiori costi ma innescando, così, un processo che spariglierebbe la filiera.

 

Lunedì il primo annuncio di uno stop di tutti gli impianti è arrivato da Bruno Zago, patron del gruppo cartario Pro-Gest, di Istrana (Treviso), che spiega la scelta con due semplici conti: «Vendiamo la carta a 680 euro a tonnellata, ma per produrla dobbiamo spenderne 750 di gas. Considerando 250 euro di manodopera, per rimanere profittevoli dovremmo alzare il prezzo a 1.200 euro». Inimmaginabile. Perciò stop per almeno un paio di giorni. Se intanto succede qualcosa di buono si riparte; sennò sarà cassa integrazione per i 400 dipendenti. Ma che accada qualche evento favorevole è improbabile.

 

Aumenti del 25% in un giorno

energia alle stelle veneto

Anzi, i prezzi fissati per oggi sono già il 25% più alti di ieri: il megawattora di gas è passato dai 453 euro di base a 587, con previsione di un massimo a 688. Alessandro Banzato, presidente di Federacciai e Acciaierie Venete di Padova, a sua volta ferma gran parte delle macchine, da lunedì a mercoledì. Giovedì si vedrà: «I laminatoi continueranno a lavorare perché c’è un po’ di riserva. Per tutto il resto la produzione è anti-economica. Siamo alla base della filiera, ma non si può ogni giorno andare ad aumentare i prezzi: si otterrebbe la distruzione di tutto quello che c’è a valle. Senza considerare che aziende a noi collegate, che svolgono per noi trattamenti finali per acciai particolari, ci hanno comunicato di essersi fermate». La Cig per 1.500 lavoratori, dunque, già chiesta a titolo preventivo, è dietro l’angolo anche in questo caso.

 

 

 

Le fonderie

il caro energia ferma le cartiere

E tra chi aveva già spento fonderia e trattamento termico, mandando in ferie per una settimana i dipendenti, e limitandosi alle lavorazioni a freddo c’è anche Fonderie Zanardi, di Minerbe (Verona). «Ci prendiamo ancora alcuni giorni – riferisce l’amministratore delegato, Fabio Zanardi, presidente di Assofond, l’associazione di categoria di Confindustria - per decidere come affrontare la prossima settimana; ma dalle proiezioni vediamo difficile una riapertura.

 

Anche altre aziende del comparto stanno considerando la stessa misura: il sentiment verso la chiusura si sta ampliando. E se a fosse prolungata sarebbe necessario aprire procedure apposite». Richiesta di cassa integrazione già annunciata anche per Acciaierie di Verona, 400 addetti, che oggi vede i sindacati dopo le chiusure e riaperture delle scorse settimane. Martino Braccioforte, segretario Fiom-Cgil di Verona rileva che per ora la situazione è ancora gestibile, ma nei comparti più energivori «si prevede un aggravamento. Tenendo anche presente – aggiunge il leader sindacale – che alla bolletta energetica si somma la crisi legata all’approvvigionamento di materia prima».

 

Le filiere industriali

Ma la situazione tra acciaierie e cartiere, in prospettiva è destinata a trasmettersi lungo le filiere industriali. Ne sa qualcosa Andrea Cavagnis, titolare della Fip Mec di Selvazzano Dentro (Padova), azienda che produce dispositivi antisismici per le costruzioni: «Siamo a metà della filiera e soffriamo i costi delle materie prime e la difficoltà nel trovare l’acciaio. E quanto sta avvenendo in questi giorni rischia di propagarsi. La situazione è sempre più paradossale: ci sono domanda e commesse, in una situazione di produzione nel complesso più bassa dei livelli pre-covid; ma un’inflazione generata dall’offerta sta pregiudicando anche la domanda».

il caro energia ferma le cartiere

 

I carburanti

Gas, energia elettrica ma anche carburanti. Michele Varotto, presidente veneto di Confartigianato trasporti, rileva che l’incremento del gasolio, riversato sui committenti, per ora non genera disdette; ma non è detto ciò non avvenga tra un paio di settimane: «Dal governo non c’è ancora nulla di concreto e la tensione fra i trasportatori sta crescendo. Non escludo che vi possano essere manifestazioni spontanee nel giro di qualche giorno».

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