
DRIIN DRIIN, PARLA EVELINA CHRISTILLIN! LA “FARAONA” PRESIDENTE DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO, MOLTO VICINA IN PASSATO AL CUORE DI GIANNI AGNELLI, SPIEGA CHE NON SARA’ PIU’ MEMBRO DELLA FIFA E DELL’UEFA (HA PESATO LA VICENDA SUPERLEGA) E SVELENA CONTRO LAPO CHE LA DEFINI’ INGRATA, SENZ’ANIMA E SENZA DIGNITÀ, UN’ARRAMPICATRICE SOCIALE – “QUELLA FRASE HA SCATENATO REAZIONI AGGRESSIVE DA PARTE DEI TIFOSI DELLA JUVE. PER 3 MESI MI SONO DOVUTA FAR SCORTARE. CI SONO RIMASTA MALE: IO LAPO L’HO TENUTO IN BRACCIO" – "JOHN? NON LO SENTO - MARGHERITA? CI SENTIAMO VIA MESSAGGIO. È VENUTA A TROVARMI ANCHE AL MUSEO" – "IO E MIO MARITO CI SIAMO TRADITI: GLI HO RESO PAN PER FOCACCIA" - E SULL’AVVOCATO E DONNA MARELLA DICE…
Evelina Christillin Alessandro Giuli - foto lapresse
Elvira Serra per il Corriere della Sera - Estratti
Qual è il museo più bello del mondo?
«La Galleria Borghese a Roma: vedere Caravaggio è come illuminarsi d’immenso. E poi il Prado a Madrid: l’ Autodafé ogni volta mi colpisce al cuore».
E il Museo Egizio?
«È straprimo nel mio cuore. Ma devo essere sincera: io di egittologia so poco e niente, ho dovuto imparare».
Evelina Christillin, la «Faraona», minimizza. In realtà è stata riconfermata dal ministro Giuli alla presidenza del Museo Egizio di Torino fino alla fine del 2028 perché i numeri parlano: quando è arrivata lei, nel 2012, il museo aveva 13 dipendenti, oggi 90. Il fatturato è passato da 4 milioni a 19. I metri quadrati espositivi da 4.500 a 12.000. Ed «esporta» mostre in Cina, Brasile, Canada, Usa ed Europa. Da poco in Giappone.
gianni agnelli evelina christillin
Di quale delle cose fatte al Museo è più orgogliosa?
«Di aver scelto Christian Greco come direttore. E poi delle due ristrutturazioni del 2015 e del bicentenario. Dovrebbero farmi geometra ad honorem».
Greco sarà riconfermato?
«Di questo si occuperà il consiglio di amministrazione, il 25 marzo. Ma con i risultati che ha portato, non dovrebbero esserci problemi».
Qualcuno vi chiama Chris & Chris: un po’ come dire gli M&M’s dei musei italiani.
«Il soprannome mi piace: siamo legati, siamo amici e lavoriamo bene insieme».
Escluso l’Egizio, invece, di cosa è più orgogliosa?
«Sicuramente della conquista delle Olimpiadi invernali del 2006 a Torino».
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Il 4 aprile si chiude la sua esperienza con Fifa e Uefa.Perché non si è ricandidata?
«Avrei potuto fare un terzo mandato, ma sto diventando troppo vecchia e poi ho avuto un tumore alla tiroide che mi ha spinto a rallentare».
Di questi tempi vorrebbero fare tutti il terzo mandato.
«De Luca alla presentazione del Salone del Libro ha citato Montale a memoria: solo per quello glielo farei fare».
E a Zaia?
«Se le persone governano bene, perché no? L’importante è non aver costruito una personale satrapia. Ma Zaia è amato, lo stesso Fedriga: hanno governato benissimo».
Torniamo a Uefa e Fifa. Nella scelta di dimettersi alla scadenza, ha avuto un ruolo la famiglia Agnelli?
«Non lo nego. La vicenda della Superlega è stata molto dolorosa per me».
Lapo Elkann le diede dell’ingrata: «È grottesca, senz’anima e senza dignità, un’arrampicatrice sociale».
gabriele galateri - evelina cristellin
«Quella frase ha scatenato reazioni aggressive da parte dei tifosi. Per tre mesi mi sono dovuta far scortare, non potevo più mettere piede allo stadio.
Ci sono rimasta male: io Lapo l’ho tenuto in braccio appena nato; andavo a prenderlo al catechismo russo, a Parigi, facendolo uscire prima di nascosto per comprargli un gelato».
John lo sente?
«No, però viviamo vicini. Se ci incrociamo ci salutiamo».
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A lei sarebbe piaciuto diventare ministro?
«Se me lo avesse chiesto Draghi, sarei andata di corsa. Ci conosciamo da anni, è molto amico di mio marito».
Gabriele Galateri di Genola. Da poco al «Corriere di Torino» lei ha detto che il matrimonio è come una ditta.
gianni agnelli marcello lippi evelina christillin
«La passione giovanile è un’altra cosa. Ora amarsi significa darsi una mano, non dover mai spiegare niente, avere obiettivi comuni, le stesse possibilità finanziarie. Non siamo la coppia perfetta, ma siamo qui, dopo 45 anni».
Tradimenti compresi?
«Sì, ma con grande rispetto, senza essere sfacciati. Io gli ho reso pan per focaccia».
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Ha avuto un rapporto privilegiato con la famiglia Agnelli. A casa loro chi incontrava?
«Poteva capitare di trovarci Margaret d’Inghilterra o Lord Somerset, che veniva a sciare con noi in elicottero sul Cervino: non era tanto capace e l’Avvocato si divertiva a lasciarlo nella nebbia. Poi Pavarotti, Eric Hobsbawm, Pamela Churchill, Edward Kennedy. Io stavo zitta, guardavo e ascoltavo. Purtroppo non ho visto Fidel Castro: era andato nella casa di Roma».
In compenso ha incontrato Putin e ha sciato con lui.
«Sì, ai campionati mondiali a Sankt Anton, in Austria. Ci avvicinammo a Zurbriggen e ci dissero che c’era un signore che voleva salutarci. Era Putin: voleva presentare la candidatura di Sochi; avevamo appena vinto per Torino. Parlava tedesco perfettamente e sciava bene. L’ho rivisto un paio di volte: motivi sportivi».
L’Avvocato cos’era per lei?
«Una via di mezzo tra un maestro e un amico. Un mentore, ma non avrebbe apprezzato la definizione. Molto di ciò che sono riuscita a fare nel mondo dello sport è merito suo».
MARGHERITA AGNELLI IN TRIBUNALE A GINEVRA
E Marella?
«Un’amica e una maestra. Ho avuto con entrambi un rapporto strettissimo. Ecco perché quello che è successo dopo mi ha fatto così male».
Sente anche Margherita?
«Ogni tanto ci mandiamo messaggi. È venuta a trovarmi anche al Museo».
Cosa le è saltato in mente di definire Thohir «un cicciobello con gli occhi a mandorla»?
«Inesperienza. Avevo voluto fare la spiritosa pensando al bambolotto di mia figlia. Ho subito chiesto scusa».
evelina christillin
john ginevra e lapo elkann
lapo e john elkann
john e lapo elkann
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