
IL FIDANZATO DI VALERIA SOLESIN, ANDREA RAVAGNANI, HA RACCONTATO L’ORRORE DEI LUNGHI MOMENTI DELL’ATTACCO JIHADISTA AL BATACLAN. VALERIA È STATA COLPITA DALLE PRIME RAFFICHE DI KALASHNIKOV: UN SOLO COLPO È ENTRATO DAL LATO SINISTRO DEL VOLTO ED È USCITO DALLA SCHIENA
1 - SENZA VALERIA (OCCHIELLO)
Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
«Quando mi capita di pensare a cosa ho perso, il cuore mi si chiude e mi prende la commozione». Lo dice e si spegne, guardando lontano, fuori dal vaporetto che lo riporta verso casa, dopo che l'ultima sconosciuta ha deposto un fiore azzurro accanto al feretro di sua figlia.
La camera ardente è appena stata chiusa, Alberto Solesin ha stretto la mano a tutti, i vigili urbani impettiti davanti alla salma, le forze dell' ordine e i funzionari del Comune che sorvegliavano il corteo silenzioso dei veneziani, almeno tremila, forse molti di più, che sono voluti andare a Ca' Farsetti per salutare la ventottenne che riposava in una bara di legno chiaro coperta di fiori bianchi.
IL FIDANZATO E IL PADRE DI VALERIA SOLESIN
Un passaggio veloce davanti alla salma, il segno della croce, un pensiero silenzioso. I tre gondolieri con la paglietta in mano e le maniche a strisce che sbucavano dal gilet, l' anziano con il bastone che si è fermato per piangere, le signore con la pelliccia e le ragazze con le sneakers sberluccicanti, i bambini aggrappati alla mano della mamma, i tre amici che sembravano sincronetti tanto era perfetto il coordinamento di passi e inchini.
PAPÀ ALBERTO E MAMMA
Luciana sempre in piedi, sorridenti, gentili, quasi dovessero consolare loro, e non il contrario, chi li andava a salutare. Dario, l' altro figlio, entrava e usciva, e solo per un momento, passando davanti al corpo chiuso di sua sorella, si è spezzato, ha proteso il labbro inferiore come fanno i bambini di fronte a un' ingiustizia e ha pianto, singhiozzando, prima di andar via con gli amici.
Ieri in camera ardente a un certo punto c' era anche il patriarca Francesco Moraglia, che ha lasciato un messaggio per Valeria nel libro delle presenze: «La Chiesa, che è in Venezia, ti porta nella sua preghiera con grande affetto e tenerezza. Rimarrai nel nostro ricordo come una ragazza semplice volitiva, intelligente, generosa».
Il rito funebre si celebrerà domattina alle 11 in piazza San Marco e sarà laico. «Non abbiamo voluto un funerale cattolico perché mia figlia non ha avuto una educazione religiosa, ma non ho contrarietà rispetto a una benedizione o all' intervento di un imam», prosegue Alberto Solesin costeggiando il palazzo del Comune, dietro alla madre di Valeria e alla nonna. «Volevamo qualcosa che non fosse di proprietà di qualcuno, che non fosse divisivo, ma aiutasse ad unire».
ANDREA RAVAGNANI FIDANZATO DI VALERIA SOLESIN
Non sa ancora come è stata uccisa. «Voglio tenermi lontano dalla contingenza del dramma, non voglio sapere come si è svolto. Ora non voglio entrare nei dettagli del dolore, dello scempio fatto nei confronti di mia figlia». Che era morta lo aveva capito subito. «Dalla notte di venerdì, quando siamo andati a dormire, anzi, che dico dormire, quando abbiamo spento la luce».
Per lui non cambia nulla, adesso, sapere che è stata colpita dall'alto, da uno dei ballatoi del Bataclan, trafitta al volto e alla spalla, non si sa se da uno o due colpi, dissanguata tra le braccia di Andrea Ravagnani, il fidanzato. È stato lui, quel ragazzo allampanato con la barba da hipster rimasto in piedi immobile, per tutto il tempo, a guardare la bara in camera ardente, a fare la ricostruzione davanti ai carabinieri di Venezia, che hanno ascoltato anche la sorella Chiara e il fidanzato Stefano Peretti.
In questi nove giorni senza Valeria - mamma Luciana li definisce con pudore «molto pesanti» - papà Alberto alterna «momenti sereni a momenti più duri». Il dolore sembra metabolizzato dalle cose da fare: «I primi due giorni sono stati di tormento, poi l' attesa di capire cosa fosse successo. Dopo siamo stati travolti dalla grande attenzione verso questa povera vittima tra le vittime, perché non posso dimenticare tutte le altre famiglie che stanno piangendo una persona scomparsa. Infine, abbiamo scoperto uno sforzo da parte delle istituzioni oltre l' impegno professionale: dalle autorità consolari, all' unità di crisi della Farnesina, ai veneziani, ho sperimentato una leggerezza di tratto che mi ha fatto vedere un' Italia migliore di quanto immaginiamo. Non volevamo far sfigurare nostra figlia».
Di lei ha detto che aveva un grande senso della giustizia. Ma se dovesse ricordarla con un'immagine, una sola, sarebbe quella che ormai conosciamo tutti. «Valeria con quell' orribile completino di lanetta grigia. Begli occhi. Grande sorriso».
2 - “VALERIA È MORTA TRA LE MIE BRACCIA”
Francesco Furlan per “la Repubblica”
Le rose e le gerbere bianche sulla bara, i messaggi dei bambini che scrivono «Ciao Valeria » con il punto esclamativo e l’abbraccio di quattromila veneziani in fila e in silenzio, per il primo giorno di apertura della camera ardente allestita nel municipio. Nell’atrio di Ca’ Farsetti, a due passi dal Ponte di Rialto, c’è l’abbraccio di una città intera ai familiari di Valeria Solesin, la 28enne ricercatrice all’Università La Sorbone uccisa dai terroristi venerdì 13 nell’assalto al Bataclan, unica vittima italiana della notte nera dei kamikaze di Parigi. In quel teatro la ragazza è stata colpita dalle prime raffiche di kalashnikov, un solo colpo è entrato dal lato sinistro del volto ed è uscito dalla schiena.
È spirata, dissanguata, tra le braccia del fidanzato Andrea Ravagnani che si è finto morto cercando di proteggerla, come ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di Venezia che l’hanno ascoltato nell’ambito delle inchieste aperte dalle procure di Venezia e di Roma.
«È stato un tempo infinito», ha detto agli investigatori, quello trascorso prima dell’arrivo delle teste di cuoio francesi, due ore dopo, che l’hanno preso, separato dalla fidanzata e portato in salvo, dandogli l’illusione, dovuta anche allo stato di shock per l’incubo attraversato, che Valeria potesse essere ferita ma viva, ricoverata in uno degli ospedali di Parigi nei quali gli amici l’hanno cercata per tutta la giornata di sabato.
Valeria Solesin accanto al fidanzato Andrea Ravagnani
Una ricostruzione, la sua, confermata dalla sorella Chiara e dal fidanzato Stefano Peretti, anche loro al Bataclan. Ieri Andrea, oltre alla famiglia di Valeria — il papà Antonio, la mamma Luciana e il fratello Dario — era a ricevere l’affetto di tante persone comuni.
Oggi arriverà la presidente della Camera Laura Boldrini che porterà il cordoglio delle istituzioni per una ragazza che rappresentava la meglio gioventù d’Italia, impegnata nel promuovere il lavoro delle donne, volontaria di Emergency: le magliette dell’associazione sono state ieri indossate dai calciatori del Venezia, alla presenza del fratello Dario, tifoso della squadra. «Non dobbiamo cedere alla paura», ha detto papà Antonio, trovando la forza per parlare con i giornalisti durante la camera ardente, «non sono una persona capace di odiare, e non mi interessa sapere com’è andata. Dobbiamo lavorare per costruire una società migliore, come voleva Valeria».
COMMEMORAZIONE VALERIA SOLESIN
Per questo, al funerale con rito civile che si terrà domani alle 11 in Piazza San Marco, come mai era accaduto dai tempi dei Dogi, la famiglia ha invitato i rappresentanti di tutte le religioni. «Va bene una benedizione, va bene anche l’intervento di un imam. L’importante è che nessuno ci metta il cappello», ha aggiunto il padre. Una cerimonia blindata, con quattro varchi d’accesso alla piazza, anche per l’arrivo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e forse del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
COMMEMORAZIONE VALERIA SOLESIN
COMMEMORAZIONE VALERIA SOLESIN
VALERIA SOLESIN CON IL FRATELLO
GENITORI VALERIA SOLESIN
PADRE VALERIA SOLESIN
VALERIA SOLESIN
Valeria Solesin