IL GIOCO SI FA MADURO - TRUMP SCHIERA L’ARTIGLIERIA PESANTE PER METTERE PRESSIONE AL VENEZUELA: LA PORTAEREI GERALD FORD STA ATTRAVERSANDO L’ATLANTICO PER ARRIVARE NELLE ACQUE DEI CARAIBI: A BORDO CI SONO 5 MILA UOMINI, CACCIA F18, AEREI DA GUERRA ELETTRONICA EA18G GROWLER E DUE SQUADRONI DI ELICOTTERI. GIÀ IN ZONA IL SOTTOMARINO A PROPULSIONE NUCLEARE CON DUECENTO MISSILI, E SVARIATI BOMBARDIERI PER COLPIRE AEROPORTI E MOLI – MA OCCHIO, PERCHÉ CARACAS, FORAGGIATA DA RUSSIA E CINA, HA MISSILI E CACCIA PER RISPONDERE…
PORTAEREI, BOMBARDIERI E INCURSORI NEI CARAIBI LA PIÙ GRANDE ARMATA DALLA CRISI DEI MISSILI RUSSI A CUBA
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
LO SCHIERAMENTO AMERICANO CONTRO IL VENEZUELA
La squadra navale guidata dalla portaerei "Ford" sta attraversando l'Atlantico a tutta velocità: è salpata da Spalato, nell'Adriatico, ed entro la prossima settimana potrebbe arrivare nelle acque dei Caraibi. A quel punto lo schieramento americano davanti al Venezuela sarà pronto per qualsiasi azione militare.
Ci saranno i cinquanta cacciabombardieri della "Ford"; una decina di F-35 e una squadriglia di droni Reaper sulle piste di Porto Rico; quindici tra incrociatori, cacciatorperdiniere, unità minori e un sottomarino a propulsione nucleare che imbarcano oltre duecento missili cruise; una task force dei marines con 2.200 fanti e i loro veicoli d'assalto.
C'è anche il traghetto "MV Ocean Trader", identico a quelli civili, che in realtà ospita la base galleggiante delle forze speciali con 159 incursori addestrati a muoversi in Sud America. Una concentrazione di armamenti di gran lunga superiore a quella intervenuta per la crisi di Cuba del 1961.
[…] Come ha rivelato il Wall Street Journal, lo stato maggiore ha presentato alla Casa Bianca le liste dei possibili obiettivi e il programma per una missione di lungo periodo. Tecnicamente si chiama targeting: significa che dal punto di vista militare tutto è pronto, manca solo la decisione politica.
La prima fase del piano riguarderebbe aeroporti e moli dove secondo l'intelligence statunitense i trafficanti di droga possono contare su coperture dell'esercito e delle milizie di Caracas: un modo per sottolineare – come ha dichiarato la scorsa settimana il segretario di Stato Marco Rubio – che «in Venezuela c'è un narco-stato governato dai cartelli. Questa è un'operazione contro i narco-terroristi, la Al Qaeda dell'emisfero occidentale e bisogna arrivare alla resa dei conti».
Maduro è stato formalmente incriminato dalla Giustizia Usa per narco-terrorismo: un provvedimento preso durante la prima amministrazione Trump, che ha permesso ora di alzare la taglia sulla sua testa a 50 milioni di dollari e dare una giustificazione a bombardamenti senza precedenti nella storia americana, come l'uccisione di 61 persone non identificate a bordo di quindici presunte barche dei trafficanti.
Iniziative di dubbia legittimazione legale, oltre che etica. […] Trump però procede nei suoi piani. Ha fatto trapelare che la Cia ha ricevuto libertà d'azione in Venezuela: si ipotizza che gli 007 stiano cercando di spingere alla rivolta reparti militari o addirittura di convincerli a catturare lo stesso Maduro.
I raid contro i motoscafi e le sortite dei bombardieri B1 e B52 che si spingono fino ai confini di Caracas servono ad aumentare la pressione. E cercare di innescare un cambio di regime senza bisogno di aprire le ostilità.
Maduro ha pochi strumenti per contrastare l'armata americana. Dispone di missili terra-aria russi S-300, di caccia Sukhoi Su-30 con ordigni antinave e di droni a lungo raggio. Si è rivolto a Teheran per ottenere sistemi radar passivi per avvistare gli F35, altri velivoli teleguidati e apparati di contromisure elettroniche in grado di oscurare le coordinate gps. […]
STATI UNITI PRONTI A COLPIRE IN ARRIVO LA PORTAEREI FORD, A BORDO ALMENO 75 CACCIA
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Raccontano che Donald Trump abbia chiesto di avere una nuova forza navale, poderosa, pensata per la sfida con la Cina. Aggiungono che potrebbe essere battezzata «Golden Fleet», flotta dorata, in omaggio alla passione del presidente per tutto ciò che è oro o lo ricorda. […] Sono discussioni nei corridoi della Difesa, soprattutto desideri espressi da The Donald, il comandante in capo.
Intanto, però, il Pentagono ha necessità immediate, nelle acque dei Caraibi, dove ha dispiegato una formazione aeronavale che dovrà «occuparsi» del Venezuela di Maduro e dei narcos.
A questo schieramento si aggregherà la portaerei Uss Gerald Ford, dirottata dall’Adriatico ai mari caldi. Una portaerei «preziosa» e imponente costata ben 13 miliardi di dollari. L’unità, a propulsione nucleare, è entrata in servizio nel 2017 dopo una lunga gestazione dovuta a ritardi, problemi, modifiche.
[…] A bordo dell’unità lunga 334 metri ci sono quasi 5 mila uomini. Sul ponte e negli hangar caccia F18, aerei da guerra elettronica EA18G Growler, un paio di velivoli radar, due squadroni di elicotteri. Incerto il numero preciso: tra i 75 e i 90. Il «Carrier Strike Group 12» — denominazione per la formazione — sarà completato da cinque cacciatorpedinieri della classe Burke, dotati di cruise, e non è escluso che vi sia anche la scorta «silenziosa» di un sottomarino nucleare, il secondo oltre a quello inviato al largo del Venezuela.
raid americani contro navi di narcotrafficanti nell'oceano pacifico
[…] Gli osservatori ritengono che Washington abbia già una task force consistente per una serie di raid su possibili target narcos oppure su installazioni militari venezuelane. Gli F-35 trasferiti a Portorico, le eventuali azioni affidate ai bombardieri strategici B-52 e B-1 e i missili da crociera dei quali sono dotati altri destroyer rappresentano una punta di lancia ragguardevole.
Il coinvolgimento della Ford, però, permetterebbe una campagna ancora più intensa per distruggere caserme, piste, centri di comando o dare copertura a incursioni delle Special Forces, imbarcate sulla Ocean Trader e le altre distaccate a terra.
Perché, se sono vere le rivelazioni dei quotidiani americani, di questo si tratta. Non solo attacchi limitati ma una pressione costante per scuotere il regime di Maduro con l’obiettivo di farlo cadere. […]







