stephan balliet

“GLI EBREI SONO LA RADICE DI OGNI MALE” – CHI È 'ANON', IL KILLER DI HALLE CHE SI FILMA MENTRE APRE IL FUOCO CONTRO LA SINAGOGA (VIDEO) - STEPHAN BALLIET HA AGITO DA SOLO, LA DIRETTA È UN MANIFESTO DELIRANTE. VOLEVA FARE UNA STRAGE, CONVINTO CHE GLI EBREI SIANO LA CAUSA DI TUTTI I MALI - MA NON È UN CANE SCIOLTO, NELL’INSOSTENIBILE GERMANIA DELL'EST DOVE RIBOLLE IL RAZZISMO – VIDEO

 

Marco Imarisio per corriere.it

 

 

Stephan Balliet 11

Alle 18 la Humboldtstrasse è riaperta al traffico ma in strada non c’è nessuno. Le uniche luci sono i lampeggianti della Polizia che circondano la sinagoga e duecento metri più in là, il ristorante kebab dove è stata uccisa un’altra persona. Sarebbe il centro della città più giovane della Sassonia-Anhal, e questa sarebbe la zona degli aperitivi, ma adesso è possibile sentire il rumore dei propri passi.

 

 

Stephan Balliet ha ucciso, ma ha fallito. La sua intenzione dichiarata era quella di fare una strage. Non è che si sappia ancora molto di lui. Ha 27 anni, è nato e cresciuto in questa regione, pare frequentasse una palestra vicina ad ambienti della destra che più estrema non si può, è un neonazista dichiarato, convinto che gli ebrei siano la causa di tutti i mali.

Stephan Balliet killer sinagoga

 

Aveva scelto il giorno giusto per ucciderne più che poteva, e un bersaglio decentrato per sperare di farcela. la comunità ebraica di Halle non è molto numerosa, al massimo 600 persone, molto più piccola di quelle delle vicine Dresda e Lipsia. La sua sinagoga, che quasi sembra schiacciata tra il lungo viale che le scorre davanti e dietro i palazzi multipiano che si affacciano sulla stazione, è accanto al cimitero. Sul portone chiaro si intravedono due grosse macchie nere. Gli agenti spiegano che sono le tracce lasciate dalle due granate lanciate dall’aspirante stragista.

 

 

 

Stephan Balliet 10

Poteva succedere ancora, forse ovunque. E lo sapevano tutti. Ma nessuno si stupisce del fatto che l’attacco più brutale degli ultimi anni sia avvenuto qui. Nei giorni scorsi, le autorità avevano avvisato le comunità ebraiche della regione, avvisandole del rischio di possibili attentati.

 

Non era solo una semplice precauzione per l’imminente Yom Kippur, ma una conseguenza dell’aria che tira in questa terra, la Sassonia, che da sempre, fin dal giorno della riunificazione, rappresenta un problema irrisolto, come può esserlo una pentola in continua ebollizione con dentro razzismo, frustrazione, problemi identitari. Il «Wir schaffen das» il celebre «ce la facciamo» lanciato da Angela Merkel quando nel settembre del 2015 decise di aprire i confini ai profughi siriani, da queste parti non ha mai attecchito. Anzi, ha prodotto una reazione contraria senza uguali in Europa.

frame dal video in prima persona girato dall'attentatore di halle 1

 

 

 

L’insostenibile Est, così lo chiamano i sociologi tedeschi. Come se il fiume Elba fosse davvero uno spartiacque. Da una parte la «vecchia» Germania, dall’altra una mancata integrazione, che non si traduce solo in Ostalgie, il rimpianto per la vecchia Ddr, ma anche in una rabbia razzista e xenofoba. Tra il 1991 e il 2018 la Sassonia-Anhalt ha subito un crollo demografico del 20 per cento. «Una situazione demografica senza uguali in Europa», si legge in un rapporto del ministero dell’Economia.

Stephan Balliet 8

 

Se ne vanno tutti. E chi resta si incattivisce, soprattutto i giovani. Dal 2004 al 2014 questo è stato l’unico Land a portare in Parlamento esponenti dell’estrema destra, a votare formazioni neonaziste portandole fino al 4 per cento. Una tendenza che non sembra fermarsi. Nelle elezioni regionali del 2016 l’estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd) ha ottenuto il 24%.

 

Dresda, distante 115 chilometri da Halle e dalla sua sinagoga, ospita la sede centrale di Pegida, il movimento di ispirazione nazista che si batte contro l’islamizzazione dell’Occidente.

 

frame dal video in prima persona girato dall'attentatore di halle2

Il video di Balliet è firmato Anon, che significa futuro ed è l’acronimo di anonymous. Uno come tanti. Uno convinto che l’Olocausto non sia mai avvenuto, che il femminismo e l’immigrazione di massa stanno causando problemi al mondo, e che alla radice di questi problemi ci siano gli ebrei. Questo il senso del suo videomessaggio, registrato mentre guida e intanto prepara le armi, al ritmo di Mask off, un brano del rapper americano Future.

Stephan Balliet killer sinagoga 1

 

Ha agito da solo, ma non è un cane sciolto, come non può esserlo un neonazista di Halle, una città dove due sabati al mese gli estremisti di destra mettono in scena cortei improvvisati, senza striscioni o cori, piccoli gruppi di un centinaio di persone che marciano sulla Humboldtstrasse, il viale della sinagoga, come una tacita minaccia, per ricordare agli ebrei la loro esistenza, per far sapere loro che qui non sono graditi.

 

frame dal video in prima persona girato dall'attentatore di halle 4

«Viviamo in un clima di intimidazione costante» racconta Aliza, una donna di mezza età che si trovava nella sinagoga al momento dell’attentato, e ha trascorso le ore seguenti preparando thè caldo ai poliziotti di guardia davanti all’ingresso. «Non è facile leggere ogni giorno sul giornale che sei un bersaglio, che c’è in giro qualche matto che vuole farti del male. Siamo tollerati, ma non siamo graditi, questo è chiaro. Non è facile essere ebrei in questa regione».

 

La prova di quel che afferma, sostiene Aliza, è lei stessa. Racconta che dal 2010 al 2015 lavorava a mezza giornata come guida della sinagoga e del cimitero. Poi ha smesso. Non c’era più bisogno di lei. Non c’erano clienti. «Neanche prima, ad essere sincera». Attenti all’Est della Germania. Attenti a parlare di lupi solitari.

Stephan Balliet frame dal video in prima persona girato dall'attentatore di halleIL KILLER DI HALLEsparatoria ad halle, in germania 11sparatoria ad halle, in germaniasparatoria ad halle, in germania 9sparatoria ad halle, in germania 6sparatoria ad halle, in germania 3sparatoria ad halle, in germania 4sparatoria ad halle, in germania 8sparatoria ad halle, in germania 5frame dal video in prima persona girato dall'attentatore di halle 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?