
GLI ITALIANI NON SI SMENTISCONO NEMMENO AL CONCLAVE: SONO I PIÙ NUMEROSI E I PIÙ “PAPABILI” E ALLA FINE RESTANO CARDINALI – PAROLIN, ZUPPI E PIZZABALLA QUESTA VOLTA POTEVANO DAVVERO ASPIRARE AL SOGLIO DI PIETRO. E SE NON CE L’HANNO FATTA, È SOLO COLPA LORO: SPACCATURE, ODI RECIPROCI E VETI PERSONALI HANNO PORTATO ALL’ELEZIONE DEL PRIMO PAPA AMERICANO – LA FRASE DEL CARDINAL ERDO CHE HA SPINTO PAROLIN ALL’UMILIANTE PASSO INDIETRO: “EMINENZA IO E NON SOLO IO AVREMMO VOTATO PER LEI. MA SE NON LA VOTANO NEPPURE I SUOI CONFRATELLI ITALIANI…"
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
PIETRO PAROLIN - ROBERT FRANCIS PREVOST
[…] per la quarta volta in quasi mezzo secolo la Curia italiana assiste all'insediamento di uno straniero.
Dopo Wojtyla (1978), Ratzinger (2005) e Bergoglio (2013), tocca adesso a Prevost voltare pagina, anche se ha già cominciato a farlo nei primi giorni trascorsi dalla fine del Conclave.
Tra le Gerarchie c'è chi dice che un fatto del genere ormai dispiace solo ai cardinali italiani, avendo la Chiesa romana perduto da tempo la sua centralità e l'occasione di mettere, o rimettere un proprio rappresentante al posto di Pietro.
papa leone xiv durante il giro in papa mobile
Ed è vero. Stavolta il dispiacere è più grande perché dopo 47 anni e tre Conclavi, gli italiani potevano di nuovo aspirare ad eleggere un connazionale. E se non ci sono riusciti, è dipeso solo da loro.
Alla vigilia dell'apertura della Cappella Sistina per le votazioni, c'erano tre candidati italiani papabili, uno dei quali, in presenza di certe condizioni e in accordo con la maggioranza degli elettori composta in larghissima parte da cardinali nominati da Papa Francesco (108 su 133), poteva farcela.
Erano infatti cadute le pregiudiziali che negli ultimi vent'anni, dalla scelta del pontefice polacco in poi, si erano addensate come nubi sull'orizzonte della Chiesa italiana: quella contro il "partito romano" che aveva spinto Ratzinger, dopo meno di otto anni, alle clamorose dimissioni del 2013;
e quella più genericamente anticuriale, che, talvolta ingiustamente, addebitava agli italiani tutti i peggiori vizi dei Sacri Palazzi. Questa sorta di avvenuta "riabilitazione" era legata anche alla crisi evidente in cui Bergoglio lasciava la Chiesa, dopo un papato ricco di contraddizioni. Ma tant'era: esisteva una chanche.
LEONE XIV ROBERT FRANCIS PREVOST E ACCANTO A LUI IL CARDINALE PIETRO PAROLIN
Dei tre candidati, il più forte era considerato il Segretario di Stato, il veneto Parolin; gli altri due correvano in seconda fila, il Presidente della Conferenza dei vescovi, il romano Zuppi, con alle spalle l'influente Comunità di Sant'Egidio, e il bergamasco Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme sostenuto anche da Comunione e Liberazione.
[….] Ma poiché al momento del voto, si sa, le collocazioni valgono fino a un certo punto, essendo l'aspetto più importante la percezione che il collegio mondiale dei cardinali ha di ogni candidato (carisma, vocazione pastorale, capacità di governo), dietro Parolin ciascuno degli altri sapeva di poter sperare nel soffio dello Spirito Santo.
Ciò che restava indispensabile, […] era che al momento opportuno i 19 elettori, la delegazione nazionale più numerosa del Conclave, fossero in grado di dimostrare la loro unità dietro al candidato che dimostrasse più possibilità di farcela.
Invece, è accaduto esattamente l'opposto. Alla prima votazione, […] Parolin infatti otteneva 45 voti. Una buona base di partenza, ma che aveva bisogno di crescere, di raddoppiare negli scrutini successivi, per trasformare in bianca le due prime fumate nere.
gli auguri di giovanni battista re a pietro parolin
Nelle votazioni seguenti, però, il Segretario di Stato, o fu stabile, o cominciò a calare. Brutto segno. C'erano inoltre altri voti, "sparsi", come li definirono alcuni elettori, per Pizzaballa, Zuppi e Betori. Tal che, nell'intervallo tra la terza e la quarta votazione, accaddero due fatti che determinarono l'esito del Conclave.
Il primo fu che l'8 maggio all'ora di pranzo a Santa Marta, dov'era naturale che i membri del Conclave si scambiassero le loro impressioni, il cardinale ungherese Erdo - conservatore considerato papabile e votabile anche da chi non condivideva del tutto la sua impostazione dottrinaria […] - si avvicinò con la necessaria circospezione a Parolin: «Eminenza - gli si rivolse - io e non solo io avremmo votato per lei. Ma se non la votano neppure i suoi confratelli italiani…».
il giuramento di pietro parolin prima del conclave 1
A Parolin, che già meditava il ritiro in forza dell'umiliazione del calo dei suoi consensi, quella frase lasciata in sospeso, da un porporato di grande esperienza e maggiore anzianità in fatto di Conclavi, fece l'effetto di una spinta decisiva. Poco dopo, appena prima della ripresa dei lavori, il Segretario di Stato fu visto avvicinarsi a Prevost.
Il cardinale americano aveva avuto nelle votazioni un trend opposto a quello di Parolin: partito da una ventina di schede favorevoli, le aveva viste crescere fino a una trentina, così che appariva come il competitor più accreditato di Parolin. Il colloquio tra i due, svolto coram populo, diede a tutti gli altri il segnale trasparente che Parolin rinunciava, offrendo i propri voti al futuro Papa. E che Prevost era in condizione di raggiungere e superare la soglia degli 89 voti richiesta per l'elezione.
pierbattista pizzaballa alla messa pro eligendo pontefice foto lapresse
Fu a quel punto che, senza neppure bisogno di un passaparola, ma con rapidi scambi di occhiate, si sviluppò il cosiddetto "effetto valanga": non volendo nessuno apparire come contrario al pontefice che stava per essere eletto, oltre un centinaio di schede con il nome di Prevost entrarono nell'urna, e poco dopo vennero scrutinate.
Al di là del segreto del Conclave, mai così tante volte violato a dispetto della minaccia di scomunica, questa ricostruzione basata su una serie di testimonianze coincidenti, dimostra due cose: la prima, che gli italiani e soltanto gli italiani, con le evidenti divisioni, sono stati responsabili della mancata elezione al papato di uno di loro; che poteva essere Parolin o un altro, ma non sarebbe più potuto essere nessun italiano, dopo quel che era avvenuto nelle prime tre votazioni.
la benedizione di papa leone xiv cerimonia di intronizzazione foto lapresse
E la seconda, che gli americani, non fidandosi più di far confluire i propri consensi su un altro, com'era stato nel precedente Conclave per Bergoglio, stavolta hanno giocato per se stessi. Superando ogni differenza dottrinale, come quelle evidenti tra i cardinali Dolan, conservatore (e grande elettore di Bergoglio, la volta scorsa) e Prevost, bergogliano, che del resto non ha atteso molto per dimostrare di essere capace di conciliare la propria storia personale con il ritorno, in parte, alla tradizione.
Adesso, tra gli italiani, c'è chi dice che è andata sempre così, ricordando le quattro volte in cui il conservatore Siri fu sconfitto a favore dei Papi Roncalli (Giovanni XXIII) nel 1958, Montini (Paolo VI) nel 1963, Luciani (Giovanni Paolo I) e Wojtyla (Giovanni Paolo II) nel 1978. Può darsi […]. L'unica osservazione che si può fare, in conclusione, è che in tre volte su quattro, malgrado le divisioni, gli italiani avevano eletto egualmente un Papa italiano. […]
IL GIURAMENTO DI PIERBATTISTA PIZZABALLA AL CONCLAVE
Un cardinale che ha assistito all'ultima disputa tra i suoi colleghi, in conclusione, sospira sconfortato: «Rassegniamoci. Da adesso in poi, le probabilità che sia scelto un Papa italiano sono pari a quelle di eleggere, sia detto con tutto il rispetto, un Papa belga o sudcoreano».
il giuramento di pietro parolin prima del conclave 2
peter erdo
pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVE
il giuramento di pierbattista pizzaballa prima del conclave
PERUVIANO IN PIAZZA SAN PIETRO PER LA CERIMONIA DI INTRONIZZAZIONE DI PAPA LEONE XIV - FOTO LAPRESSEA
papa leone xiv intronizzazione papa leone xiv
il giuramento di matteop zuppi prima del conclave
matteo zuppi giura prima del conclave nella cappella sistina 1
matteo zuppi giura prima del conclave nella cappella sistina 2
VOLODYMYR ZELENSKY CON PAPA LEONE XIV
pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVE
pietro parolin nella cappella sistina per il conclave