precario disoccupazione giovanile lavoro

I DATI SORPRENDENTI DELL’ISTAT SUL LAVORO: A OTTOBRE IN ITALIA CI SONO STATI 117MILA CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO IN PIÙ. GLI OCCUPATI SFONDANO QUOTA 23,23 MILIONI, SUPERANDO IL LIVELLO RECORD DI GIUGNO 2019 – MA PREOCCUPA IL DATO DEI GIOVANI E IL CALO DEI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO. È IL SEGNO CHE LE IMPRESE STABILIZZANO I GIÀ OCCUPATI NEL TIMORE DI PERDERE COMPETENZE, MA NON ASSUMONO NUOVE PERSONE – E C’È IL DUBBIO CHE A CONDIZIONARE I NUMERI CI SIANO I MOVIMENTI DELLA CASSA INTEGRAZIONE…

1 - SORPRESA, CRESCONO I POSTI FISSI: LE AZIENDE SCELGONO LE STABILIZZAZIONI

 

Estratto dell’articolo di Dario Di Vico per il “Corriere della Sera”

 

disoccupati 3

[…] In soldoni ieri l'Istat ci ha detto che ad ottobre il sistema ha prodotto ben 117 mila posti a tempo indeterminato in più che si aggiungono agli 82 mila già segnalati dai dati di settembre. Se proiettassimo questi numeri su dodici mesi supereremmo il mitico Milione di posti di lavoro, vecchia icona della politica italiana, ma anche solo guardando indietro il tendenziale (calcolato anno su anno) ne registra ben 502 mila di nuovi.

 

Come si spiega questa tendenza che pure convive con tutte le discontinuità negative che affliggono le imprese e che conosciamo, dai rischi di recessione al riproporsi del fenomeno dell'inflazione a due cifre? La tesi più accreditata tra gli addetti ai lavori è che le imprese stiano progressivamente stabilizzando i lavoratori che hanno precedentemente assunto con contratti a tempo e lo stanno facendo perché vogliono tenersi strette le competenze (nel frattempo maturate in azienda) e perché hanno paura che fuori, sul mercato, non si trovino più rimpiazzi.

 

MARINA CALDERONE

[…] La metafora riassuntiva è, dunque, quella di una pipeline che vede affluire a monte competenze che vengono messe sotto contratto con una certa premura. Ma a valle si verifica un fenomeno opposto: i contratti a tempo determinato ora calano (a ottobre di 18 mila unità, a settembre di 20 mila) e, siccome sono diventati di fatto il primo step d'accesso alla cittadella del lavoro, questo dato genera più di qualche preoccupazione sui flussi a venire.

 

Per farla breve i lavoratori che sono dentro la pipeline si muovono verso la stabilizzazione ma nel frattempo non vengono rimpiazzati perché le imprese vedono davanti a sé mesi difficili o comunque caratterizzati da troppe incertezze in materia di tendenze dei mercati, costi energetici, livelli di inflazione.

 

quo vado checco zalone

Se questa è l'interpretazione che va per la maggiore c'è il dubbio - e ad avanzarlo è stato Francesco Seghezzi di Adapt - che a condizionare i generosi numeri di cui sopra (i 117 mila posti fissi in più) possano essere i movimenti della cassa integrazione. Che non viene segnalata in crescita, come pure si era vaticinato, ma anzi sta calando riportando dentro le statistiche dei permanenti quelle migliaia di lavoratori over 50 maschi e femmine che, in ossequio alle regole Eurostat, erano parcheggiati tra gli inattivi.

 

2 - POSTO FISSO

Giu. Bal. per “la Stampa”

disoccupati 5

 

«Il posto fisso è sacro». Probabilmente, nel 2016, mentre girava Quo Vado, Checco Zalone non immaginava che a ottobre 2022 sarebbe stato proprio il posto fisso a spingere il mercato del lavoro tricolore ai massimi da 45 anni con gli occupati che sfondando quota 23,23 milioni superano il livello record di giugno 2019.

 

Con oltre 15,2 milioni di persone assunte a tempo indeterminato, l'Istat calcola che il tasso di occupazione sia al 60,5%, mentre la disoccupazione scende al 7,8% e il tasso di inattività scende al 34,3 per cento.

 

La ripresa, però, resta a macchia di leopardo come dimostrano le criticità per gli autonomi che segnano un ulteriore calo di occupati, mentre diminuiscono i contratti a tempo dopo il boom post Covid.

RECORD DI OCCUPATI A OTTOBRE 2022

 

A fare da traino è stata quindi la crescita del lavoro stabile e l'occupazione fra gli over 50 (+135mila), mentre tra gli under 35 sono andati persi 34mila posti rispetto a settembre e circa 20mila nella fascia tra i 35 e i 49 anni. Nel dettaglio, a ottobre i dipendenti a tempo indeterminato sono risultati 117mila in più su settembre e 502mila in più su ottobre 2021; in generale, nel giro di un anno, gli occupati sono quasi 500mila in più (+82mila occupati su settembre).

 

Giorgia Meloni Marina Calderone

E se nel complesso i dipendenti sono aumentati di 99mila unità su settembre e di 467mila su ottobre 2021 - raggiungendo nel mese i 18,24 milioni - va registrata la flessione dei "dipendenti a termine": a ottobre erano 2,98 milioni, 35mila in meno rispetto al 2021.

 

Per i sindacati la ripresa delle assunzioni stabili è un segnale positivo e incoraggiante, ma ribadiscono il no all'idea del governo di reintrodurre i voucher. Per la Uil si tratta di «un positivo ampliamento della distanza tra lavoro stabile e lavoro instabile» e per questo chiede per quale motivo in una fase in cui il «sistema produttivo sta maggiormente investendo nella buona occupazione» il governo intenda «invertire questa rotta positiva con la reintroduzione a tutto campo, come si legge nello schema della prossima legge di Bilancio, del voucher che è uno strumento che amplia diseguaglianze sociali e aumenta il rischio di povertà lavorativa».

disoccupazione coronavirus disoccupati

 

Preoccupato anche il segretario confederale della Cisl, Giulio Romani: «Abbiamo davanti a noi mesi in cui le difficoltà internazionali potrebbero frenare la nostra economia, pertanto chiediamo al governo maggiori sforzi su politiche espansive per il rilancio degli investimenti e della crescita e un sempre maggiore impegno su scuola e formazione a tutti i livelli». Confcommercio, invece, si concentra sul calo degli autonomi che rappresenta «uno degli elementi di criticità e che, a parte occasionali miglioramenti, continua a registrare una progressiva tendenza alla riduzione».

 

GIOVANI DISOCCUPATI

Confesercenti rimarca come per i lavoratori autonomi si sia registrato «un nuovo calo, per complessive 37mila unità in due mesi», e chiede al governo «provvedimenti e risorse mirati alla tutela dell'occupazione imprenditoriale». Per la confederazione, però, sono positivi il ritorno dei voucher e «un primo passo nella direzione del taglio del cuneo fiscale, anche se bisogna procedere verso una riduzione più generale del costo del lavoro».

 

Sulle agevolazioni per le assunzioni di giovani, in particolare, Confesercenti suggerisce di proseguire in prospettiva con la «staffetta generazionale» a fronte di pensionamenti anticipati, ma «servono misure mirate a rinforzare il sistema di formazione e delle politiche attive, indispensabili per garantire una maggiore e più qualificata occupazione, insieme ad una formazione mirata per l'avvio di nuove imprese».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO